jim banks talebani armi usa afghanistan

ADDIO ALLE ARMI – CON LA FUGA DALL’AFGHANISTAN GLI STATI UNITI HANNO LASCIATO IN MANO AI TALEBANI ARMI PER IL MIGLIOR ESERCITO DEL MONDO. L’UNICA SPERANZA È CHE NON SIANO CAPACI DI USARLE! – L’ACCUSA DEL DEPUTATO REPUBBLICANO JIM BANKS, EX BERRETTO VERDE ED EX RESPONSABILE DEGLI ACQUISTI DELL’EQUIPAGGIAMENTO ACQUISTATO PER L’ESERCITO AFGHANO: “I TALEBANI HANNO PIÙ ELICOTTERI BLACK HAWK DELL’85% DEI PAESI DEL MONDO. E POI 600MILA ARMI LEGGERE E 75MILA VEICOLI. SE LE USERANNO PER UCCIDERE UN AMERICANO, JOE BIDEN AVRÀ LE MANI SPORCHE DI SANGUE” – VIDEO

 

1 - DAGONEWS

Fonte: www.telegraph.co.uk

 

talebano in posa con un black hawk usa

Gli Stati Uniti lasciano nelle mani dei talebani armi per il miglior esercito del mondo! Il valore dell’equipaggiamento statunitense nelle mani delle milizie islamiste è di almeno 85 miliardi di dollari. Senza considerare quello dei  sistemi di rilevamento biometrico e i dati dei “collaboratori”

 

Il deputato repubblicano Jim Banks, ex berretto verde, in una conferenza stampa ha elencato l’equipaggiamento che l’esercito statunitense ha lasciato durante la sua fuga.  Banks si dice sicuro delle cifre che ha fornito, visto che in passato è stato funzionario per le forniture militari per l’estero: in pratica era uno dei responsabili dell’acquisto dell’equipaggiamento che veniva poi consegnato alle forze regolari afghane.

jim banks

 

“I talebani hanno più elicotteri Black Hawk dell’85% dei paesi del mondo. Poi avranno a disposizione 75mila veicoli, 200 aeroplani e 600mila armi leggere”, ha detto Banks, prima di rincarare la dose: “Per me e per molti altri è incomprensibile che i talebani abbiano le impronte digitali, gli scan oculari e le informazioni biometriche degli afghani che ci hanno aiutato e sono stati dalla nostra parte negli ultimi 20 anni”, ha detto il deputato repubblicano, denunciando che “questa amministrazione non ha alcun piano per ottenere indietro quelle armi”.

talebani con armi usa 6

 

“Se qualcuna di queste attrezzature verrà usata ora o in futuro per danneggiare, ferire o uccidere un americano, Joe Biden avrà le mani sporche di sangue”, ha detto ancora Banks, che, parlando dell’attentato all’aeroporto di Kabul, ha concluso: “La responsabilità di questa tragedia poggia solamente sulle spalle del presidente. La sua incompetenza ha portato a uno spargimento di sangue americano. Tutto ciò era evitabile ed è imperdonabile”.

 

COSA SAPPIAMO SULLE ARMI LASCIATE DAGLI STATI UNITI IN AFGHANISTAN

talebani con armi usa 7

Estratto dell’articolo di Davide Ludovisi per www.wired.it

 

Circa quaranta velivoli militari, compresi alcuni elicotteri Uh-60 Black Hawk, elicotteri da ricognizione e droni militari ScanEagle, oltre duemila veicoli corazzati e molto altro equipaggiamento, più munizioni. Tutto made in Usa. È questa è la stima di alcune delle armi ora in mano ai talebani fatta alla Reuters da un ufficiale statunitense che ha chiesto di rimanere anonimo.

 

joe biden piange dopo l attentato all aeroporto di kabul

La rapidissima avanzata ha permesso ai talebani di appropriarsi di molta tecnologia americana, compresi i dispositivi per l’identificazione biometrica. Se saranno in grado di utilizzare tutto ciò e come, è tutto da vedere. “Credo che i droni in mano ai talebani siano in realtà tattici e non strategici, non credo si tratti di Predator, tanto per intenderci – racconta a Wired il generale dell’Esercito italiano Marco Bertolini, ora in pensione ma più volte impegnato in Afghanistan –. Però anche senza armamento offrono un vantaggio non da poco. Non penso possano dare problemi ad altri paesi, ma potranno essere usati per controllare la popolazione. Penso soprattutto all’area del Panjshir, dove sono concentrati gli oppositori anti-talebani”.

attentato all aeroporto di kabul 3

 

”I talebani ora avrebbero anche gli aerei ad ala fissa e gli elicotteri. Non ci si può improvvisare a guidare un velivolo, ma probabilmente tra di loro ci sono piloti arrivati dall’ex esercito regolare”, precisa Bertolini.

 

Il ruolo dell’addestramento

aeroporto di kabul 2

Uno dei compiti principali del nostro contingente era proprio quello di addestrare l’esercito afghano. Lo stesso che si è disciolto in pochi giorni con l’avanzata dei talebani. “In Afghanistan non ci siamo limitati ad addestrare i soldati – continua Bertolini -. Li abbiamo “mentorizzati”, cioè eravamo assieme a loro, con nuclei di consiglieri militari. Non insegnavamo a usare le armi perché non ne avevano bisogno, ma li aiutavamo a pianificare le operazioni”.

 

talebani con armi usa 4

Il fatto che l’esercito regolare non abbia quasi opposto resistenza ai talebani, secondo il generale è dipeso da due fattori: la demoralizzazione per la fine della ventennale presenza militare occidentale e un possibile “ordine dall’alto“. Secondo il generale si sarebbero voluti evitare spargimenti di sangue maggiori contro un’armata più determinata e risoluta come quella talebana. Bertolini però tiene a lodare i soldati e gli ufficiali afghani, valutando un’eventuale presenza di talebani infiltrati assolutamente minima. 

attentato all aeroporto di kabul 5

 

La corruzione come arma

Per Francesco Valacchi, collaboratore dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi) e cultore della materia dei paesi afroasiatici per l’Università di Pisa, più che infiltrazioni talebane, l’esercito afghano era già stato in gran parte “comprato“. In altre parole, i talebani avrebbero corrotto un numero consistente di militari addestrati dalle forze Nato che poi sarebbero entrati nelle loro fila. Anche perché potevano e possono permettersi di pagarli di più.

 

talebani con armi usa 8

Era noto da tempo che le paghe dei soldati afghani erano basse tanto quanto il loro morale. E proprio il primo agosto un portavoce dell’esercito aveva twittato che il loro stipendio sarebbe stato aumentato. “Gli occidentali speravano di entrare nei cuori e nelle menti dei soldati afghani e invece lo hanno fatto i talebani, purtroppo”, riassume lapidario Valacchi: “Ci sono stati vent’anni, ma ogni soldato rimaneva lì in genere non più di un anno. Per i talebani quella era ed è la loro casa”.

 

scan biometrici usa in afghanistan

Non tutti i militari afghani però sono passati ai talebani, anzi. Sempre alla Reuters un ufficiale statunitense ha dichiarato che tra i quaranta e i cinquanta velivoli sono stati portati in Uzbekistan da piloti afghani in cerca di asilo. Il che non ha fatto piacere ai talebani, che hanno iniziato a cercare i piloti non collaborativi per ammazzarli.

 

Armi vendute, non abbandonate

La questione degli armamenti americani nelle mani talebane inizia a preoccupare l’amministrazione di Joe Biden, che ha ventilato l’ipotesi di raid aerei per neutralizzare soprattutto gli elicotteri. Non dobbiamo però pensare a una sorta di dimenticanza degli Stati Uniti. “Il materiale è stato venduto regolarmente all’esercito afghano, non è stato abbandonato dalle forze statunitensi”, precisa Valacchi.

 

talebani con armi usa

Né a lui né al generale Bertolini risulta però che gli italiani abbiano lasciato mezzi, armamenti o munizioni in Afghanistan. “Siamo un esercito relativamente povero e non ci possiamo permettere di lasciare neanche dei copertoni lisci”, confessa con una vena ironica Bertolini: “Sono state portate via tutte le armi, munizioni, computer e materiali sensibili. Le uniche cose rimaste sono stati i moduli abitativi che abbiamo utilizzato”.

talebani con armi usa 9

 

(…)

talebani con armi usa 2scan biometrici usa in afghanistan talebani talebani con armi usa 5tweet jim banks militari afghani talebani con armi usa 3

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)