vladimir putin

ADESSO LO DICONO ANCHE I DATI: A SOFFRIRE DI PIU' PER L'EMBARGO AL GAS RUSSO SARANNO ITALIA E GERMANIA - L'IMPATTO SUL PIL POTREBBE VARIARE DI 0,8 PUNTI PERCENTUALI NEL 2022 E 1,1 PUNTI NEL 2023 - UNO SHOCK CHE IN CONCRETO SIGNIFICA LA PERDITA DI 293 MILA POSTI DI LAVORO QUEST'ANNO E ALTRI 272 MILA L'ANNO PROSSIMO - ANCHE BERLINO RISCHIA DI SCIVOLARE IN UNA "ACUTA RECESSIONE", MENTRE LA FRANCIA...

Andrea Muratori per Insideover

 

PUTIN E I RUBLINETTI - BY EMILIANO CARLI

Italia e Germania sono le nazioni che patirebbero maggiormente un embargo al gas russo, mentre la Francia, complice la minore dipendenza, si trova in una situazione per ora favorevole. Questo dato politico noto da tempo comincia nelle ultime settimane ad essere suffragato da dati e analisi.

 

Un embargo immediato delle forniture di oro blu dalla Russia imporrebbe una perdita di quasi un milione di posti di lavoro nelle due principali economie manifatturiere europee, con effetti a cascata sull’intero Vecchio Continente. E questo significa che Bruxelles deve valutare con attenzione le sue mosse prima di scegliere se compiere il salto nel buio.

 

Il Documento di Economia e Finanza del governo Draghi in vista della manovra 2022 valuta che un eventuale blocco dell’export di gas e petrolio da parte della Russia fino a fine 2022, farebbe schizzare i prezzi energetici ben al di sopra di ora, con un impatto sul Pil che potrebbe variare da 0,8 punti percentuali nel 2022 e 1,1 punti nel 2023 a 2,3 punti nel 2022 e 1,9 nel 2023.

 

schermata 2022 05 04 alle 08.11.49

«Avremmo trimestri con segno negativo, con un crollo del Pil nella seconda metà di quest’anno del 2,5%», nota Milena Gabanelli nella sua Dataroom. «Uno shock che comporta la perdita di 1,3 punti percentuali di occupazione nel 2022 e di 1,2 punti nel 2023. In concreto: circa 293 mila perderebbero il posto di lavoro quest’anno, e altri 272 mila l’anno prossimo», per un totale di 565mila inoccupati.

 

Si tratterebbe principalmente delle persone dipendenti dai settori più energivori su cui il gas impatterebbe, con rincari previsti da 100 a 220 euro al megawattora. E dato che il 45% dell’elettricità italiana arriva da centrali che per funzionare utilizzano questo combustibile, il timore di un effetto farfalla non è da escludere.

 

lo scenario fornitura di riduzione gas russo

In caso di stop all’import di gas russo anche la Germania scivolerà in una «acuta recessione» nel 2023, nel caso di uno stop improvviso all’import di gas russo, secondo quanto hanno comunicato ad aprile i cinque principali istituti economici tedeschi (Diw, Ifo, Ifw, Iwh, Rwi), presentando a Berlino, le stime di primavera. Il rapporto, nota Il Fatto Quotidiano, sottolinea «che un’interruzione immediata delle forniture energetiche russe potrebbe mettere a rischio 220 miliardi di euro di produzione economica nel 2022 e nel 2023 mettendo a rischio circa 400mila posti di lavoro».

 

Ma questa è solo una dimensione “lineare” del problema. Pensiamo agli shock sistemici trasversali. Ad esempio all’integrazione tra i sistemi industriali di Italia e Germania, profondamente connessi. O al fatto che, come ricorda Le Grand Continent, buona parte dei Paesi su cui insiste la piattaforma industriale di Berlino, soprattutto nell’automobile, siano dipendenti dal gas russo.

 

la spesa per calmierare l aumento dei prezzi

La Polonia, recentemente messa sotto embargo, ne riceve il 55%, l’Austria l’80%, l’Ungheria il 78%, la Repubblica Ceca il 53%. Al contrario la Francia riceve solo tra un quinto e un quarto della propria fornitura da Mosca e la principale fonte di gas francese era la Norvegia, che ne forniva il 35%.

 

La minor dipendenza di Parigi dalla rete infrastrutturale che trasporta il gas russo in Europa le consente, al contempo, di essere più elastica con la sostituzione: dalla Norvegia al Gnl, ogni opzione è valida. E resta sul campo l’ipotesi di ampliare l’utilizzo del nucleare. Per questo Emmanuel Macron ha potuto mirare con forza al preciso obiettivo di abbattere i rincari delle bollette ai cittadini e alle imprese focalizzando su quel campo la risposta alla crisi energetica.

 

gabanelli gas russo

Per Italia e Germania invece il rischio di un disastro produttivo è concreto. Questo per la difficoltà nella costruzione delle scorte, per la dipendenza dei sistemi produttivi da catene del valore complesse, per la natura di “piattaforma di trasformazione” delle due economie, fermate dal doppio vincolo della carenza di materie prime a monte e dalla dipendenza dall’export a valle. Segno che anche gli effetti indiretti dei rincari, costi di trasporto in primis, possono impattare nel conto della crisi energetica in caso di disruption delle forniture da Mosca.

 

Per chiare ragioni geografiche di distanza dalla Russia, infine, anche Spagna e Portogallo sono pressoché intatte di fronte a ogni ipotesi di possibile embargo. Inoltre, la penisola iberica è un vero e proprio hub per i terminali di importazione di gas naturale liquefatto e questo potrebbe favorirle in prospettiva. Con lungimiranza e visione di prospettiva, i governi di Pedro Sanchez e Antonio Costa sono già passati allo step successivo: negoziare con l’Unione Europea per il tetto generalizzato ai prezzi nel mercato interno, rifornito soprattutto dal gas algerino.

 

fornitura gas russo

Stupisce che l’Italia non si sia mossa anzitempo per portare all’incasso un risultato del genere, vista la maggiore esposizione e gli scenari catastrofici. Ma di fronte alla prospettiva di vedere un milione di posti di lavoro sfumare e altri venir messi a rischio nel prossimo anno e mezzo, è possibile che tra Italia e Germania si crei, nelle prossime settimane, la strategia di un calmiere concordato che consenta di evitare il salto nel buio di un embargo che nessuno, né l’Europa né la Russia, potrebbe ad oggi permettersi.

I GASDOTTI VERSO L EUROPA

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...