casa bianca donald trump edifici federali making federal buildings beautiful again

ARCHITETTO TRUMP  – DONALD ORDINA CHE GLI EDIFICI FEDERALI DOVRANNO ESSERE IN “STILE CLASSICO”, COME NELLA TRADIZIONE DEI PADRI FONDATORI CHE SI ISPIRAVANO AD ATENE E ROMA – IL PRESIDENTE FAMOSO PER LE SUE TORRI ALTISSIME (E CAFONISSIME) ORA SI SCAGLIA CONTRO I GRATTACIELI. MA L’OBIETTIVO È STRIZZARE L’OCCHIO ALLA BASE POPULISTA - VIDEO

 

 

 

Paolo Mastrolilli per “la Stampa”

casa bianca 2

 

Rifare l' America bella, costringendola a copiare l' architettura classica della Roma antica e di Atene. È la prossima crociata culturale progettata da Trump, che da una parte punta a raccogliere consensi nell' anima populista del suo elettorato, ma dall' altra sta provocando le critiche di chi lo accusa di avviarsi lungo la strada già percorsa dai regimi autoritari fascisti, nazisti e comunisti, negando i valori di libertà su cui si basa l' idea stessa degli Stati Uniti.

 

donald trump come george washington

La rivista Architectural Record ha rivelato il 4 febbraio scorso che l' amministrazione ha preparato un ordine esecutivo intitolato «Making Federal Buildings Beautiful Again», con lo scopo di garantire che «lo stile architettonico classico sia quello preferito e predefinito» per tutti gli edifici pubblici nuovi e da ristrutturare. Il testo sottolinea che i padri fondatori degli Usa avevano abbracciato i modelli della «Atene democratica e la Roma repubblicana», perché simboleggiavano «gli ideali di autogoverno» della nuova nazione.

 

trump tower

Quindi ordina di tornare a questa tradizione, criticando Modernismo, Brutalismo e Decostruttivismo. La direttiva si applicherà a tutti i progetti federali superiori ai 50 milioni di dollari, e una commissione presidenziale per la «Re-Beautification of Federal Architecture» giudicherà i progetti, su cui l' ultima parola spetterà sempre alla Casa Bianca.

il palazzo della corte suprema usa

 

La costruzione degli edifici pubblici americani oggi è regolata dai «Guiding Principles for Federal Architecture», scritti nel 1962 dal futuro senatore democratico Daniel Patrick Moynihan, quando lavorava nell' amministrazione Kennedy. Il testo, da cui era nato il General Service Administration Design Excellence Program, stabiliva che l' architettura federale doveva «offrire una testimonianza visuale della dignità, lo spirito imprenditoriale, il vigore e la stabilità del governo americano». Allo stesso tempo, però, ammoniva che «uno stile ufficiale deve essere evitato», e aggiungeva che «il design deve fluire dalla professione architettonica verso il governo, e non viceversa».

il campidoglio di washington

 

Trump invece ha deciso di fare «viceversa», ispirato dalla National Civic Art Society, organizzazione no profit di cui fanno parte anche membri della sua amministrazione come l' inviato speciale per l' Iran Brian Hook, che si propone di restaurare la tradizione classica per decreto, condannando «l' ideologia architettonica del Modernismo, divenuto dominante dopo la Seconda Guerra Mondiale».

 

trump tower 1

Uno potrebbe notare l' ipocrisia stilistica di Donald, che per le sue torri ha adottato sempre i parametri contro cui adesso si scaglia, pur se con qualche eccesso di oro e marmo. A lui però interessa soprattutto l' obiettivo politico di questa iniziativa, che conquisterà senza dubbio il consenso della sua base populista, demonizzando la diversità etnica e culturale di opere tipo il nuovo Museum of African American History, disegnato dall' architetto anglo-ghanese David Adjaye e inaugurato da Obama.

National Museum of African American History 1

 

La crociata architettonica di Trump ricorda però precedenti pericolosi come la campagna contro «l' arte degenerata», se non altro perché a farne le spese sarebbe proprio lo stile promosso negli Usa anche da figure illustri della Bauhaus tipo Mies van der Rohe e Marcel Breuer, dopo che il nazismo li aveva costretti a fuggire dalla Germania. Ma all' indice finirebbero pure Frank Lloyd Wright, Philip Johnson e Le Corbusier, coautore del Palazzo di Vetro dove ha sede l' odiata internazionale del multiculturalismo.

 

trump tower chicagola casa bianca

Le reazioni all' ordine «Making Federal Buildings Beautiful Again» sono state quasi universalmente negative. Tutti riconoscono che l' architettura classica ha avuto un peso nella costruzione degli Usa, a partire da Capitol Hill, perché era la tendenza del momento, ma poi la forza dell' America è stata proprio la libertà di evolversi come credeva. La National Trust for Historic Preservation e l' American Institute of Architects si sono opposte alla «imposizione di uno stile uniforme». L' Aia ha scritto che si mobiliterà per «proteggere la libertà di pensiero ed espressione, che sono essenziali per la democrazia». Ma questo probabilmente spingerà Trump a sfidarlo, invece di frenarlo.

la casa bianca 1National Museum of African American HistoryPROGETTO TRUMP TOWER MOSCAtrump tower 2il campidoglio di washington 1

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."