lorenzo guerini servizi segreti alfredo mantovano

ARRIVA IL "SUPER-CONTROLLORE DELLE SPIE"? – IL PRESIDENTE DEL COPASIR, IL DEM LORENZO GUERINI, HA PRESENTATO ALLA CAMERA UNA PROPOSTA PER UNA RIFORMA DEI SERVIZI SEGRETI – PREVEDE DI DARE ALL'AUTORITÀ DELEGATA ALLA SICUREZZA (IL RUOLO OGGI RICOPERTO DA ALFREDO MANTOVANO) MAGGIORI POTERE DI CONTROLLO E INTERVENTO SU AISI, AISE E DIS. E POI LA CREAZIONE DI UN CONSIGLIO DI SICUREZZA NAZIONALE, E UNA STRATEGIA DI SICUREZZA NAZIONALE, COME QUELLE CHE ADOTTANO GLI USA – DAL GOVERNO NICCHIANO: NON È TEMPO DI RIAPRIRE IL DOSSIER…

Estratto dell’articolo di Francesco Bechis per “il Messaggero”

 

elisabetta belloni alfredo mantovano giorgia meloni lorenzo guerini copasir

Inabissata tra retroscena e voci rincorse in Parlamento, ecco riaffiorare la riforma dei Servizi segreti italiani. Riforma light, che non riscrive da cima a fondo la struttura delle agenzie di intelligence eppure propone di introdurre novità di peso. Un Consiglio di sicurezza nazionale. Una strategia di sicurezza nazionale, come quelle che adottano gli Stati Uniti.

 

Soprattutto, uno "zar" degli 007 italiani, ovvero un'Autorità delegata alla sicurezza - per intenderci, il ruolo oggi ricoperto da Alfredo Mantovano - molto più incisiva di quanto non sia oggi.

 

[…]  Il testo, appena depositato alla Camera, porta la firma di un deputato del Partito democratico. Non uno qualunque però: l'unica firma in calce è di Lorenzo Guerini, già ministro della Difesa, oggi presidente del Copasir, il comitato bipartisan che controlla i Servizi italiani. Insomma, un nome che salta all'occhio per chi conosce il peso e la reputazione nel settore del veterano e volto di punta dei riformisti democratici.

 

alfredo mantovano giorgia meloni

Guerini propone di riscrivere una parte della legge 124 del 2007, la normativa "totem" del comparto intelligence in Italia. E in premessa fa notare che il nostro Paese è l'unico, fra tutti i membri del G7, a non aver ancora introdotto nel sistema la Strategia di sicurezza nazionale. Cioè quel documento che in America rendono noto una volta ogni quattro anni e ogni volta ha gli occhi del mondo addosso, perché traccia una mappa delle principali minacce da evitare, spiega come evitarle, quali risorse e mezzi mettere in campo.

 

[…] la legge di Guerini - ricordiamolo, presidente del Copasir e non è così usuale che chi ricopre la sua carica si faccia avanti con una riforma del comparto - è più ambiziosa. La grande novità, di certo quella che più accenderà il dibattito, è nell'incipit. Ovvero la previsione obbligatoria, dunque non più facoltativa, di una Autorità delegata che controlli i Servizi segreti.

 

ELISABETTA BELLONI - G7 DI BORGO EGNAZIA

Meloni ha scelto Mantovano, Renzi all'epoca fece di Marco Minniti lo "zar" delle spie tricolori, Draghi chiamò a corte Franco Gabrielli. Conte (come prima di lui Gentiloni) invece tenne per sé i poteri di controllo: niente deleghe. E anche per questo dettaglio - si fa per dire - il governo Pd-Cinque Stelle da lui guidato è finito nel mirino di una feroce campagna di Renzi al grido: «Cedi i poteri sui Servizi». […]

 

Guerini - chi lo conosce giura che il presidente del comitato di Palazzo San Macuto si è confrontato con diversi addetti ai lavori, dentro al comparto e anche in maggioranza - propone invece di "costringere" i premier a istituire un super-controllore delle spie. Peraltro con poteri e prerogative più importanti di quelle previste oggi.

 

Da un lato la facoltà esclusiva di disporre ispezioni nelle due agenzie, Aisi e Aise, e nel Dipartimento che le coordina, il Dis oggi guidato da Elisabetta Belloni. Dall'altro il potere, questo facoltativo, di autorizzare «l'esercizio di condotte previste come reato».

 

alfredo mantovano giorgia meloni lorenzo guerini copasir

In gergo tecnico si chiamano "garanzie funzionali" e sono state ampliate notevolmente dal governo in carica per permettere agli agenti italiani di infiltrarsi sotto copertura in organizzazioni terroristiche o mafiose, commettere reati senza rischiare di finire a processo.

 

Sempre all'Autorità delegata, così prevede la legge Guerini, andrebbe riferita dai capi delle agenzie l'informazione di attività sotto copertura autorizzate. Non sono dettagli, anzi. E chissà come può prenderla Conte, che le cronache di Palazzo Chigi raccontavano premier deciso a marcare strettissima l'intelligence italiana, senza troppi intermediari.

 

 Tra le altre novità, la strategia di sicurezza da adottare ogni tre anni, documento che dovrebbe contenere «gli interessi strategici della Repubblica» così come «le minacce e i rischi che possono influenzare la vita della comunità nazionale», dalla «protezione della popolazione» alla «integrità del territorio». […]

 

elisabetta belloni alfredo mantovano giorgia meloni lorenzo guerini copasir

Notevole, tra le proposte dell'ex ministro, quella di istituire un Consiglio di sicurezza nazionale sulla scia di quello americano che a breve Donald Trump dovrà nominare. Al tavolo siederebbero i ministri clou per la sicurezza - Interno, Esteri, Difesa, Giustizia, Economia - insieme al Capo di Stato maggiore della Difesa e il direttore del Dis. Oltre, va da sé, al sottosegretario con la delega ai Servizi. Gli altri resterebbero fuori.

 

La domanda a questo punto è d'obbligo: la riforma vedrà mai la luce? Difficile dirlo. Per due anni a Piazza Dante, la sede centrale dell'intelligence, si è dibattuto della "grande riforma", una possibile agenzia unica, poi per via di mille veti e contrarietà tutto si è fermato.

 

Va detto che la materia, politicamente parlando, è nitroglicerina pura. Servirebbe un asse bipartisan in Parlamento, con la benedizione del Colle. Dal governo nicchiano: non è tempo di riaprire il dossier, mentre si profila una nuova stagione di nomine: Belloni, sulla carta, scade il prossimo maggio. Intanto Guerini fa la prima mossa.

GUIDO CROSETTO CON LORENZO GUERINI E GIOVANNI DONZELLI AL COPASIR

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?