capi hamas

ATTENTI A QUEI TRE - ECCO CHI SONO I CAPI DI HAMAS CHE ISRAELE VUOLE ELIMINARE A TUTTI I COSTI - IL PRIMO DELLA LISTA E' MOHAMMED DEIF, CHE HA PROGETTATO LA FITTA RETE DI TUNNEL A GAZA SMANTELLATA NEI GIORNI SCORSI DAI RAID ISRAELIANI - E' GIA' SFUGGITO A CINQUE TENTATIVI DI ELIMINAZIONE CHE LO HANNO RESO CIECO DA UN OCCHIO E INVALIDO - GLI ALTRI DUE SONO YAHYA SINWAR E MARWAN ISSA, ACCUSATI DI UNA LUNGA SCIA DI CRIMINI...

Gianluca Perino per "il Messaggero"

 

Mohammed Deif

«Se cercheremo di eliminarli? Certo. Chiunque ha organizzato e sta mettendo in pratica questo attacco nei confronti di Israele è un nostro target». L'alto ufficiale dell'IDF, l'esercito di Gerusalemme, per ragioni di sicurezza preferisce mantenere l'anonimato. Ma non fa giri di parole. E spiega che in cima alla lista dello Stato ebraico ci sono soprattutto i tre pezzi da novanta di Hamas che stanno dirigendo le operazioni dall'interno della Striscia: Yahya Sinwar (il cui covo è stato distrutto la scorsa notte ma, a quanto pare, lui si è salvato), Mohammed Deif e Marwan Issa. Ma chi sono questi uomini? E che posto occupano nella catena di comando dell' organizzazione terroristica?

 

Yahya Sinwar

I DOCUMENTI Secondo i rapporti dell'intelligence israeliana il più pericoloso è Mohammed Deif. Il 55enne nato a Khan Younis, nella parte Sud della Striscia, è il potente capo dell'ala militare di Hamas ed è l'uomo che ha progettato e fatto realizzare la rete di tunnel (costata oltre un miliardo di dollari) che doveva servire per spostare armi, difendere Gaza da una eventuale invasione via terra e consentire ai vertici dell'organizzazione terroristica di muoversi con maggiore facilità e meno rischi. Un'opera faraonica, che però è stata di fatto smantellata un paio di giorni fa da una serie di raid israeliani.

 

Marwan Issa

Non solo. L'IDF, nelle scorse ore, è riuscito anche ad uccidere alcuni dei fedelissimi di Deif, che adesso è più solo e, in parte, anche più vulnerabile. Ma non è detto che per questo sia più facile da colpire. «Nelle nostre operazioni - spiega ancora l'ufficiale dell'IDF - dobbiamo sempre tenere conto della popolazione civile di Gaza, che Hamas sfrutta per raggiungere i propri scopi. Non vogliamo fare vittime innocenti. I terroristi, invece, non hanno scrupoli. Anzi, sperano che muoiano più palestinesi possibile per giustificare la loro esistenza con l'Iran e gli altri sponsor. E per cercare di portare la comunità internazionale dalla loro parte».

 

È quindi molto difficile raggiungere Deif sul proprio terreno. Anche perché spesso, per evitare di essere colpiti, i capi di Hamas si mischiano alla popolazione civile, tenendo riunioni in scuole e in altri uffici pubblici.

 

Bombe su Gaza

GLI ATTENTATI Oltretutto, Mohammed Deif è già sfuggito a cinque tentativi di eliminazione da parte israeliana. Attacchi che gli hanno causato anche pesanti danni fisici (cieco da un occhio, è stato gravemente ferito alla spina dorsale e deve muoversi su una sedia a rotelle) ma dai quali alla fine è riuscito sempre ad uscirne vivo.

 

Gerusalemme gli dà la caccia da oltre venti anni, perché è ritenuto responsabile, tra le altre cose, dell'uccisione dei soldati Shahar Simani, Aryeh Frankenthal e Nachshon Wachsman, e di alcuni attentati agli autobus a Gerusalemme e Ashkelon che hanno causato la morte di oltre cinquanta cittadini israeliani.

 

attacchi aerei israeliani a gaza 1

In realtà è una specie di fantasma, si muove con grande attenzione e frequenta una cerchia molto ristretta di fedelissimi. Tanto è vero che in circolazione ci sono pochissime foto che lo ritraggono e tutte risalenti ad almeno venti anni fa.

 

GLI ALTRI Ma in cima alla lista ci sono anche Yahya Sinwar e Marwan Issa. Il primo, scampato all'attacco di ieri, è il capo di Hamas di Gaza, in pratica il numero due del movimento guidato da Ismail Haniyeh. Come Deif è nato a Khan Yunis, in un campo profughi, 59 anni fa. Alle sue spalle ha una lunga scia di crimini, che gli hanno garantito la scalata all'interno dell'organizzazione.

 

Tunnel di Gaza distrutti

È stato anche catturato e condannato a quattro ergastoli per il rapimento e l'uccisione di due soldati israeliani. Ma poi è uscito di prigione grazie ad uno scambio di prigionieri per il soldato israeliano Gilad Shalit. Grazie a questa opportunità è potuto rientrare a Gaza nel 2011, dove ha preso il comando di Hamas a partire dal 2017.

 

Tra i tre, quello di peso minore è sicuramente il 56enne Marwan Issa, che però ricopre comunque una posizione di spicco all'interno dell'ala militare di Hamas. E che, soprattutto, gode della fiducia di Mohammed Deif.

 

Guido Olimpio per il "Corriere della Sera"

 

hamas

È il 16 febbraio 2003. Nidal Farahat è al lavoro in un'officina di Gaza su un modello di drone acquistato sul mercato civile. Con lui alcuni militanti di Hamas, membri dell'apparato impegnato nello sviluppo di armi. Qualche istante dopo sono dilaniati da una bomba nascosta nel mini-velivolo, una trappola del Mossad.

 

I Kassam

L'omicidio mirato è il primo in una lunga campagna di Gerusalemme per neutralizzare gli uomini coinvolti nel programma per lo sviluppo di razzi. All'epoca erano i Kassam, costo sui 300 dollari, gittata una dozzina di chilometri. La morte di Farahat è una perdita simbolica, ma non ferma i progetti delle fazioni che aumentano gli sforzi per avere sistemi migliori. Nel 2009 importano, con l'assistenza dell'Iran, i missili Fajr. I carichi arrivano via nave in Sudan, proseguono lungo le piste dei contrabbandieri verso il Sinai egiziano per essere quindi trasferiti a Gaza.

 

Raid aereo su al Shananun

Israele reagisce con i suoi metodi abituali. Nel gennaio 2009 esce la notizia di un raid aereo contro un convoglio di camion nella regione sudanese di al Shananun, informazioni parlano del trasporto di armamenti, girano sospetti persino sugli Usa. Invece sono stati gli israeliani, responsabili anche dell'affondamento di un cargo nei pressi di Port Sudan.

 

A dicembre dello stesso anno una misteriosa esplosione coinvolge un bus a Damasco. A bordo vi erano esperti di Hamas e iraniani, tutti coinvolti nel piano di riarmo. I pasdaran forniscono materiale finito e tecnologia, svolgono la funzione di consiglieri mentre l'alleato mette in piedi una propria «industria» con inventiva e determinazione viste le condizioni di Gaza. L'asse Iran-Hebzollah-Gaza non si interromperà mai.

 

Mahmud Al Mabhouh Hamas

Non passa neppure un mese ed arriva un colpo clamoroso: l'assassinio in un hotel di Dubai di Mahmoud al Mabhouh. La vittima ricopre un ruolo cruciale nella catena di approvvigionamento militare, viaggia molto, è l'interlocutore di Teheran e di personaggi fidati in Sudan. I killer usano una sostanza letale, sperano che il decesso sia imputato ad una crisi cardiaca. La polizia locale non «dorme», denuncia la trama del Mossad, pubblica le foto dei responsabili. Show mediatico per avvertire Gerusalemme. I «cacciatori di teste» si limitano ad attendere.

 

Diran Abu Sisi

Rispuntano in Ucraina l'11 febbraio 2011, quando rapiscono su un treno Diran Abu Sisi, ingegnere, esperto nel campo missilistico in Est Europa. Lo portano nello Stato ebraico, lo chiudono in cella e ottengono informazioni importanti. Che probabilmente sono usate per un nuovo strike a Port Sudan ai primi d' aprile: il target è il presunto successore di al Mabhouh.

 

Mossad

E a fine maggio, ancora nel porto sudanese, salta in aria Nasser Said, membro del clan Abada, presentato come uno dei perni dei traffici. A giugno a Damasco trovano il corpo semicarbonizzato di Kamel Ranaja, indicato come procacciatore di armi. Altra sequenza: il 24 ottobre 2012 i sudanesi accusano Gerusalemme di aver bombardato con i caccia una fabbrica di munizioni a Yarmuk.

 

È una lotta senza tregua, perché i palestinesi ad ogni confronto rivelano pezzi più potenti, ne estendono il raggio d'azione, li nascondono meglio. Capacità che provocano le contromosse dell'intelligence contro elementi impegnati in ricerche belliche.

 

Mohamed Zawahiri

Nel 2016 una sofisticata operazione elimina a Sfax, in Tunisia, Mohamed Zawahiri. Superano la sua cautela con il pretesto di un'intervista (finta). Ancora più lontano dal teatro l'agguato dell'aprile 2018: Kuala Lumpur, Malaysia, dove cade sotto il tiro di una coppia di sicari Fadi al Batsh.

 

La guerra segreta del Mossad ha privato il nemico di teste pensanti, ha ostacolato la linea di rifornimento. Non è però riuscita a impedire che i militanti ottenessero ciò che volevano: mezzi non comparabili alla potenza dell' avversario, tuttavia sufficienti per mantenere la sfida.

Combattimenti Mossad

Ultimi Dagoreport

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?

giorgia meloni volodymyr zelensky viktor orban vladimir putin antonio costa

DAGOREPORT – IL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO INIZIERÀ IL 18 DICEMBRE, MA NON SI SA QUANDO FINIRÀ, NÉ COME: IN BALLO C'E' IL FUTURO DELL'UNIONE - DA TRUMP ALL'UCRAINA, I 27 LEADER DOVRANNO PRENDERE DECISIONI CRUCIALI E NON PIU' PROCASTINABILI, PENA LA TOTALE IRRILEVANZA NELLA GEOGRAFIA MONDIALE - E QUI VIENE IL BELLO: CHI SI METTERA' DI TRAVERSO PONENDO IL DIRITTO DI VETO E MANDANDO ALL'ARIA TUTTO? ORBAN FARÀ IL SOLITO GUASTAFESTE FILO PUTIN? E GIORGIA MELONI, CHE HA FATTO ORMAI LA SUA DEFINITIVA SCELTA TRUMPIANA, PRESSATA DAL SUO VICE PREMIER SALVINI CHE HA GIÀ CONSEGNATO L'UCRAINA ALLA RUSSIA, RIUSCIRÀ A CONTINUARE A TENERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE? AH, SAPERLO....

a lume di candela federica panicucci fabio rovazzi tommaso cerno pio e amedeo elonoire casalegno barbara d urso

DAGOREPORT BY CANDELA - BARBARA D’URSO E IL PROGETTO ARENATO CON URBANO CAIRO - NUOVO SHOW DI PIO E AMADEO SU CANALE5 IN PRIMAVERA - FEDERICA PANICUCCI CONDURRÀ CAPODANNO IN MUSICA" SU CANALE 5: AL SUO FIANCO POTREBBE TORNARE FABIO ROVAZZI. TRA I DUE, L’ANNO SCORSO, NON ERA SCATTATA LA SCINTILLA - SI CERCA CONDUTTORE SOVRANISTA PER NUOVO TALK DI RAI2: POTREBBE ESSERE COINVOLTO IL MELONIANO CERNO - RAI1 E CANALE 5 COPRIRANNO I LORO BUCHI “SPOSTANDO” IN PRIMA SERATA “AFFARI TUOI”, “L’EREDITÀ” E "LA RUOTA DELLA FORTUNA" - ELENOIRE CASALEGNO SI PAPPA DUE NUOVE CONDUZIONI - NELLA REDAZIONE DI ''LIBERO'' ESPLODE IL “TAXI GATE” - UNA VIVACE SIGNORINA STA CERCANDO DI VENDERE A DIVERSI GIORNALI, PROVE ALLA MANO, LA SUA "RELAZIONE SEGRETA" CON L'ATTACCANTE FIDANZATISSIMO. INDIZIO: LUI GIOCA IN UNA SQUADRA DI ALTA CLASSIFICA IN SERIE A E IN NAZIONALE. DI CHI SI TRATTA?

luca matilde bernabei sandokan can yaman

DAGOREPORT – IL TRIONFO DI “SANDOKAN” SU RAI1 FA GODERE LA LUX VIDE MA I FRATELLI BERNABEI, LUCA E MATILDE, BRINDANO SEPARATI – LUCA, CHE E’ COLUI CHE FORTEMENTE VOLUTO RIPORTARE IN TV LO SCENEGGIATO E LO HA PRODOTTO, A MAGGIO SCORSO HA LASCIATO LA FU SOCIETA’ DI FAMIGLIA (FONDANDO LA SUA “OHANA) – DI LUCA NON C’E’ TRACCIA NEI COMUNICATI ED ERA ASSENTE SIA ALL’ANTEPRIMA CHE ALLA CONFERENZA STAMPA – VUOI VEDERE CHE GLI SCAZZI DI FAMIGLIA FANNO PIU’ MALE DELLA “TIGRE DI MOMPRACEM”? AH, SAPERLO…

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann theodore kyriakou repubblica

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"