greta spreafico

PER AVERE UN PO' DI GIUSTIZIA IN ITALIA DEVI PAGARE - GRAZIE ALL'INVESTIGATORE PRIVATO ASSUNTO DALLA FAMIGLIA DI GRETA SPREAFICO SONO STATI TROVATI ALCUNI ELEMENTI CHE HANNO FATTO RIAPRIRE IL CASO - GLI INVESTIGATORI HANNO TROVATO IN CASA DELLA DONNA LE SUE CHIAVI DELL'AUTO, È SPUNTATA UNA MAGLIETTA NERA, GETTATA NELL’UMIDO, E UNA SCHEDA SIM - IL CASO DELLA 53ENNE DI ERBA SCOMPARSA NEL 2022 E LE ACCUSE DELLA FAMIGLIA AL SUO COMPAGNO, GABRIELE LIETTI, A CUI LA DONNA AVEVA LASCIATO TUTTO...

Articoli correlati

CHE FINE HA FATTO GRETA SPREAFICO? - LA 53ENNE DI ERBA, STESSO PAESINO IN PROVINCIA DI COMO DOVE...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Estratto dell’articolo di Alice D’este per il “Corriere della Sera”

 

greta spreafico 3

Le chiavi della macchina di Greta che, ad un mese dal primo sopralluogo, spuntano da una borsa, all’interno della sua casa di Porto Tolle (Rovigo); una maglietta nera da donna gettata nell’umido e una sim rinvenuta in una scatola. Tutti «tamponati» in autunno da Ezio Denti, l’investigatore della famiglia di Greta che — ha spiegato — ha poi consegnato ai carabinieri i reperti per la ricerca del Dna.

 

Ma anche un giallo legato a quel testamento che Greta aveva scritto nel 2018 (lasciando tutto alla mamma) e poi successivamente nel 2021 (lasciando tutto all’ex fidanzato Gabriele Lietti) e che ora (forse) avrebbe voluto modificare di nuovo.

greta spreafico 2

 

Sarebbero questi i nuovi elementi che hanno convinto gli inquirenti a riaprire il giallo sulla sparizione di Greta Spreafico, la cantante, originaria di Erba (Como) di cui, da due anni, non si sa più nulla. Nel registro degli indagati, dal 31 maggio, c’è infatti il nome di un uomo, sospettato di avere ucciso e occultato il corpo della rocker.

 

La cantante, mesi prima, aveva lasciato la sua grande villa per presunti dissidi con la madre e i fratelli per trasferirsi assieme al fidanzato Gabriele Lietti. Quando, però, il rapporto con quest’ultimo si era interrotto (Greta aveva raccontato ad alcuni amici che la rottura era avvenuta in marzo), si era trasferita ad abitare da sola.

 

Gabriele Lietti

«Mia sorella non avrebbe mai lasciato il testamento così com’era ora che con Gabriele si erano lasciati». I dubbi della famiglia di Greta Spreafico sono noti da sempre e sono gli stessi che i familiari hanno presentato in tutte le loro memorie con le quali hanno cercato di indicare una nuova strada per l’indagine in questi due anni.

 

«Ci sono tante cose che non tornano, una su tutte il messaggio di Gabriele a poche ore dalla scomparsa di mia sorella. Scrisse ad un amico che la ospitava per sapere se Greta avesse lasciato lì documenti, di che documenti stava parlando?» dice Spreafico.

greta spreafico 1

 

A fine aprile 2022, Greta avrebbe dovuto vendere a un cugino la casa del nonno di Porto Tolle, a circa 80 mila euro. L’atto notarile era pianificato per il 6 giugno. L’ultima notizia riconducibile alla 53enne è quella di una telecamera di sorveglianza, intorno alle 5 della notte del 4 giugno del 2022, della cittadina sotto il varco «accesso Barricata» in località Bonelli che immortala il passaggio della sua Kia Picanto. […]

 

Nel frattempo, la Procura di Rovigo ha indagato l’ultima persona con cui sarebbe stata la sera della sparizione: il giardiniere Andrea Tosi, 58 anni, per poi, però, ad ottobre del 2023, archiviare, per carenza di prove. […]

 

greta spreafico 4

Lo scorso autunno, intanto, la svolta: l’investigatore Ezio Denti ha chiesto alla Procura di accedere alla casa di Porto Tolle. «All’interno di una borsa, appoggiata sul pavimento, abbiamo trovato le chiavi della sua auto — spiega Denti —, molto consumate, dunque non si trattava di quelle di scorta.

 

Chiavi che, un mese prima, in occasione del primo accesso nell’abitazione effettuato dagli investigatori, non ci sarebbero state». Non solo. Dalla spazzatura sarebbe emersa anche una maglietta nera da donna, gettata nell’umido. All’interno di una scatola, è spuntata anche una seconda sim.

 

Sarebbe stato proprio il dna emerso dal nuovo materiale repertato, assieme ad altre dichiarazioni incongruenti rilasciate da chi era molto vicino a Greta a convincere la Procura a formulare l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere. […]

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”