crollo ponte morandi perizia aspi

BASTAVA POCO PER SALVARE LE 43 VITTIME DEL PONTE MORANDI - SECONDO I PM, C'ERANO DUE PROGETTI MAI REALIZZATI CHE "AVREBBERO SICURAMENTE EVITATO IL CROLLO" - IL PRIMO, DATATO 2011, SAREBBE COSTATO 23,8 MILIONI, MA SI PREFERÌ OPTARE PER UN MODESTISSIMO INTERVENTO DI RIPRISTINO, ALLA FINE COMUNQUE NON EFFETTUATO, DI 150 MILA EURO - UDIENZA PRELIMINARE DAL 15 OTTOBRE, NELLE 2.260 PAGINE DI RICHIESTA DEL PROCESSO CI SONO TUTTE LE ACCUSE AI 59 IMPUTATI E LE DATE DELLE PRESCRIZIONI: LE PRIME SCATTANO NEL 2023...

Andrea Pasqualetto per il "Corriere della Sera"

 

crollo ponte morandi

«Nessuno degli imputati ha preso iniziative, in una situazione nella quale qualsiasi segnalazione di degrado del ponte Morandi avrebbe evitato con certezza il disastro o l'avrebbe limitato».

 

Nell'atto d'accusa della Procura di Genova c'è il sospiro di chi pensa, dopo quasi tre anni d'indagine, che sarebbe bastato poco per salvare le 43 vittime del crollo. L'indice è qui puntato su dirigenti, manager e tecnici di Autostrade per l'Italia (Aspi) e Spea che dovevano gestire, sorvegliare e riparare il ponte.

 

soccorsi dopo il crollo del ponte morandi

«Ma sono responsabili anche tutti coloro che in Anas e nel ministero delle Infrastrutture non hanno garantito la vigilanza su di loro... E chi, chiamato a esaminare il progetto di ristrutturazione, ha omesso di comunicare le condizioni di impressionante degrado in cui versava il viadotto».

 

una veduta del moncone del ponte morandi da una finestra di via fillak

In tutto fa 59 imputati, per i quali i pubblici ministeri hanno chiesto il processo firmando una richiesta di 2.260 pagine. L'udienza preliminare, nella quale il giudice deciderà se e quando rinviarli a giudizio, inizierà il 15 ottobre e dovrebbe terminare in dicembre.

 

il crollo del ponte morandi

Nel ponderoso atto d'accusa, oltre a quanto è stato più volte scritto circa gli allarmi e le mancate manutenzioni dovute a una politica aziendale orientata alla massimizzazione dei profitti, spuntano i progetti abortiti. Interventi cioè di rinforzo strutturale del Morandi rimasti solo sulla carta. «Se realizzati avrebbero evitato sicuramente il crollo».

 

elicoidale ponte morandi

Il primo risale al 2011. Era stato avviato dall'ingegner Francesco Pisani, collaboratore del «maestro» Riccardo Morandi che progettò il ponte. «Era finalizzato a rinforzare gli stralli della pila 9 (quella crollata, ndr ) ma fu inspiegabilmente abbandonato, preferendo un modestissimo intervento di ripristino, peraltro mai realizzato», scrivono i magistrati. La spiegazione, in realtà, è chiara: «Il costo del ripristino era 150 mila euro, quello del progetto Pisani circa 23,8 milioni».

 

il ponte morandi nel video girato da un drone 5

Il secondo è invece datato 2014 «ed era stato affidato all'ingegner Bernardini». Sempre sugli stessi stralli, la cui rottura secondo i periti ha innescato il collasso. «Ma anche quello fu inspiegabilmente abbandonato all'inizio del 2016».

 

LA DEMOLIZIONE CONTROLLATA DEL PONTE MORANDI

Il procedimento sforna numeri eccezionali: 135 faldoni, oltre 200 testimoni, migliaia di intercettazioni. E le parti offese: 357. Sono i 291 parenti delle vittime e le 66 persone rimaste ferite o che hanno avuto importanti danni psicologici, per aver perso la casa o per aver visto la morte in faccia.

 

camion basko ponte morandi

Fra gli altri, l'autista del camion Basko, Luigi Fiorillo, che si fermò miracolosamente sull'orlo del baratro. «Ha subito il trauma della voragine. Aspi gli ha offerto 30 mila euro, ha detto no, vuole il processo», spiega l'avvocato Pietro Bogliolo che lo assiste. Bogliolo è il legale anche della famiglia Granieri che era in automobile subito dietro al camion: «Proposti diecimila euro... briciole, rifiutati». Poi c'è Giancarlo Lorenzetto, che guidava il supertir finito al centro della polemica per i 440 quintali di carico che secondo alcuni consulenti di Aspi potrebbe c'entrare qualcosa con il crollo. Lui è precipitato ma si è salvato. «Mi sono ritrovato appeso alla cintura di sicurezza, per fortuna che l'avevo allacciata. Poi ho avuto coliche renali, stress, mi è venuto di tutto», aveva detto in un'intervista.

 

camion basko ponte morandi

Il documento della Procura si chiude con una sorta di SOS. Si tratta di una scaletta in ordine cronologico che mette in guardia sul rischio prescrizione dei vari reati che vengono contestati. Dal 2023 inizieranno a saltare le omissioni d'atti d'ufficio, dal 2024 la frode informatica, dal 2026 gli omicidi e le lesioni colpose, nel 2031 l'attentato alla sicurezza dei trasporti...

 

camion basko ponte morandi

I primi reati, minori, sono destinati a cadere. È infatti difficile che si possano celebrare i tre gradi di giudizio entro il 2024. E qualcuno adesso agita anche lo spauracchio della riforma Cartabia, che è destinata ad accorciare i tempi dei giudizi in Corte d'appello e in Cassazione. «Premesso che il testo della riforma non è ancora definitivo, la norma non dovrebbe essere applicata in modo retroattivo, il che escluderebbe il processo del ponte Morandi», taglia corto uno dei legali di Autostrade.

demolizione ponte morandi 8demolizione ponte morandi 12demolizione ponte morandi 6demolizione ponte morandi 7PONTE MORANDI GENOVAponte morandi genova 1camion basko ponte morandi

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO