razov salvini

IL BATTAGLIONE RAZOV - "DOMANI"-SCOOP: SALVINI E IL SUO MISTERIOSO CONSULENTE ANTONIO CAPUANO HANNO INCONTRATO BEN QUATTRO VOLTE L’AMBASCIATORE RUSSO IN ITALIA SERGEY RAZOV, DALL’INIZIO DELLA GUERRA IN UCRAINA - OLTRE ALLA CENA DELLO SCORSO PRIMO MARZO, CI SONO STATI ALTRI TRE FACCIA A FACCIA TRA METÀ MARZO E LA TERZA SETTIMANA DI MAGGIO - I COLLOQUI, RIFERITI DA CAPUANO, IN CUI RAZOV PARLA A SALVINI COME TOTO' CON PEPPINO: “LA PARTITA SI GIOCA A MOSCA. TE LA SENTI? LO SAI CHE TI ESPORRAI A CRITICHE” - E IL LEGHISTA AVREBBE RISPOSTO: "CI VOGLIO PROVARE MA VOGLIO…"

MATTEO SALVINI - SERGEY RAZOV - GIANLUCA SAVOINI

Giovanni Tizian e Emiliano Fittipaldi per https://www.editorialedomani.it

 

Matteo Salvini e il suo misterioso consulente per la politica estera Antonio Capuano hanno incontrato ben quattro volte l’ambasciatore russo in Italia Sergej Razov. Oltre alla cena dello scorso primo marzo di cui Domani ha dato conto ieri, ci sono stati altri tre incontri, tra metà marzo e la terza settimana di maggio, confermati sia da ambienti vicini al leghista sia dalla diplomazia di Mosca. Palazzo Chigi ribadisce «assoluto sconcerto» per l’attivismo del capo di uno dei partiti chiave della maggioranza («è gravissimo, Salvini non ci ha avvertito di nessuna delle sue visite da Razov», dicono gli staff di Mario Draghi e del ministro degli Esteri Luigi Di Maio).

 

ANTONIO CAPUANO

Domani ha sentito al telefono – di nuovo – Capuano. L’avvocato di Frattaminore in provincia di Napoli, un tempo deputato di Forza Italia oggi legale di ambasciate, aveva smentito di aver partecipato ad incontri con l’ambasciatore russo.

 

Dopo aver letto l’articolo che dava anche conto delle conferme della portavoce dell’ambasciata della Federazione russa, ha deciso però di parlare e ammettere che tra lui, Salvini e Razov ci sono stati alcuni incontri e un fitto scambio di opinioni sulla guerra in Ucraina intorno al piano di pace in salsa leghista «di cui anche Mosca era a conoscenza».

 

IL PIANO

Una strategia iniziata mesi fa (incredibilmente con qualche sponda dentro il Vaticano, forse colpito dai continui riferimenti di Salvini al «pacifismo del Santo Padre») che si sarebbe dovuta concludere con il viaggio del numero uno del Carroccio in Russia, in veste di mediatore di una tregua.

 

matteo salvini con l'ambasciatore russo in italia sergey razov

«Questa iniziativa prende corpo dopo l’intervento di Salvini in Senato il 19 maggio», dice a Domani Capuano. Quel giorno Salvini aveva chiesto a Draghi di impegnarsi non solo nell’«invio delle armi», ma anche in una maggiore attività «per il dialogo e la cessazione delle ostilità». Salvini anticipa alcuni punti del piano cui stava lavorando con Capuano e i russi: «Presidente, le faccio tre proposte concrete.

 

Primo, chieda alla Russia di sbloccare l’export di grano. Sono certo le arriverà una risposta positiva. Poi provi a chiedere a Mosca di ritirare candidatura di Mosca per l’Expo 2030 e di appoggiare quella di Odessa (a scapito di Roma, ndr), potrebbe avere anche qui una risposta positiva. Infine proponga un cessate il fuoco di 48 ore con Germania, Italia, Francia e Santa sede garanti dell’avvio di negoziati di pace. Sono convinto che verrà ascoltato con attenzione». Quando a sinistra qualcuno protesta, Salvini replica: «Non mi ha chiamato Putin stanotte come pensa qualcuno».

antonio capuano

 

RAZOV SUPERSTAR

Secondo Capuano, uno degli incontri segreti in ambasciata sarebbe successivo proprio all’intervento in Senato. «Abbiamo parlato con Razov del piano presentato in aula. Ai russi questa cosa gli stava bene, e ci dicono: “Ma perché non la fa proprio l’Italia questa proposta? Salvini ha detto: Ci posso provare, ma voglio il cessate il fuoco”, e così ha fatto una proposta più articolata: il tavolo con i garanti, la neutralità... Razov ha detto: “Tosto, è forte”. I giorni successivi Razov ha mostrato disponibilità, però ci ha detto che il cessate il fuoco si decide a Mosca, bisognava andare lì».

 

ambasciatore russo a roma razov

Dall’ambasciata russa confermano gli appuntamenti con Salvini ma ci tengono a segnalare come «Capuano non è un nostro collaboratore, ma un consulente di Salvini». Anche dalla Lega non commentano le dichiarazioni fatte dall’avvocato a Domani che esplicitano come il viaggio di Salvini a Mosca – poi saltato – sia stato suggerito da Razov in persona. Lo staff del Capitano spiega solo che «il capo ha sempre e solo chiesto all’ambasciatore la fine delle ostilità», e che palazzo Chigi («che non sta brillando sotto il profilo diplomatico, Mosca parla solo con tedeschi e francesi») non può mettere becco sulle attività di un leader di partito.

 

 

emiliano fittipaldi

ZITTI E MOSCA

Capuano, avvocato con interessi in Kuwait e amico di diplomatici mediorientali, dice di non ricordarsi il numero esatto di incontri con Razov («quattro mi sembrano tanti»), però è certo che durante l’ultimo avvenuto «dopo il 19 maggio, Razov ha detto a Salvini: “La partita si gioca a Mosca. Te la senti? Lo sai che ti esporrai a critiche”. Salvini gli ha detto che lo sapeva, “ma io faccio il politico: se è per cessate il fuoco sono pronto a farlo”. La disponibilità di Razov c’era, ma ne doveva parlare con Mosca. Mosca dunque sapeva dell’incontro tra Razov e Salvini e credeva in questa soluzione».

 

sergey razov a piazzale clodio 1

Il consulente del leader aggiunge che «a Mosca avremmo parlato con chi doveva decidere. Lì avremmo dovuto fare due incontri, più un terzo che dipendeva dal senatore Salvini». Persone vicino al dossier dubitano che Salvini sarebbe riuscito a incontrare Putin in persona, ma il Copasir potrebbe chiederlo presto ai protagonisti dell’affaire: ieri il comitato parlamentare sui servizi segreti ha annunciato l’apertura di un’inchiesta ufficiale.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”