ponte morandi

I BENETTON CASCANO SEMPRE IN PIEDI - COME MAI LA PROCURA HA DATO IL SUO PARERE FAVOREVOLE AL PATTEGGIAMENTO DI AUTOSTRADE SUL PONTE MORANDI, IN CUI L’OGGETTO DEL PROFITTO È SOLAMENTE IL RITARDATO INTERVENTO MANUTENTIVO SUL PONTE E NON I RISPARMI SULLE MANUTENZIONI? - L’INTERCETTAZIONE “RIVELATRICE” TRA SERGIO EREDE E IL DIRETTORE DELL’UFFICIO LEGALE DI ASPI: “NON SO SE A QUEL PUNTO È MEGLIO... IMMAGINARE CHE PROVI UN PATTEGGIAMENTO... ASPI NE ESCA, E POI GLI IMPUTATI SI FARANNO IL LORO PROCESSO. SI SCANNERANNO UNO CON L’ALTRO E A QUEL PUNTO…”

1 - DAGONOTA

crollo ponte morandi

C’è una piccola grande anomalia nella richiesta di patteggiamento di Autostrade per l’Italia per la tragedia del ponte Morandi.

 

Se infatti è comprensibile la volontà dell’azienda di uscire al più presto dal processo pagando due spicci, è invece insolito che la procura (che fra l’altro si era già dichiarata contraria alla citazione di Aspi come responsabile civile), abbia dato parere favorevole a un patteggiamento nel quale l’oggetto del profitto è solamente il ritardato intervento manutentivo sul ponte, ovvero il cosiddetto retrofitting.

giovanni castellucci

 

Per questo il profitto sequestrato è di appena 26 milioni, e non le centinaia di milioni che la procura dichiara siano stati risparmiati in manutenzioni per dare extraprofitti agli azionisti, tramite dividendi.

 

Il parere favorevole contraddice tutta l’impostazione indiziaria, cioè il movente contestato alla maggior parte dei 59 imputati: che abbiano tagliato sulle manutenzioni per fare dividendi.

 

genova ponte morandi

Poi c’è la questione delle responsabilità, che riguardano il modello organizzativo e di controllo, che erano in capo al cda di Aspi e Atlantia. Per Aspi il consigliere responsabile del sistema dei rischi non era l’amministratore delegato ma un alto consigliere indicato da Edizione Holding, ossia dai Benetton.

 

Con il patteggiamento Aspi non dovrà più difendersi sul sistema di controllo e sul sistema organizzativo e resterà responsabile civile, ovvero responsabile dei danni nei confronti delle parti civili.

 

giovanni castellucci con il plastico del ponte morandi a porta a porta

C’è anche un altro fatto curioso, “un’intercettazione rivelatrice”, come si leggeva ieri sul sito di Repubblica.

 

Scrive Marco Lignana: “Va ricordato come compresa agli atti dell’indagine, ma non ammessa dal gip Angela Nutini nel fascicolo sul quale verranno decisi i rinvii a giudizio e si terrà il futuro dibattimento, c’è l’intercettazione di una telefonata fra l’avvocato Sergio Erede - dello studio Bonelli Erede che segue tutti gli aspetti civili e amministrativi per Autostrade - e il direttore dell’ufficio legale di Aspi Amedeo Gagliardi.

 

le carcasse delle auto sotto il ponte morandi

Risale al 18 febbraio 2020: nella conversazione fra i due interlocutori, che non sono mai stati indagati dalla Procura di Genova, Gagliardi ipotizzava che la strada migliore sarebbe stata proprio quella di un accordo con l’accusa, in modo da salvare la convenzione:

 

giovanni castellucci 1

“Non so se a quel punto è meglio... immaginare che provi un patteggiamento... Aspi ne esca... e poi... gli imputati si faranno il loro processo... si scanneranno uno con l’altro... a quel punto... la convenzione è in salvo... Autostrade magari esce pagando la sua sanzione 231... senza interdittiva e sparisce dalla faccia della terra diciamo così. Ma questa, come dire... è veramente un’illazione mia”.

 

ruspe al lavoro per spezzare i blocchi del ponte morandi

2 - IL PATTEGGIAMENTO DA 30 MILIONI PER LA TRAGEDIA DEL MORANDI COSÌ ASPI USCIRÀ DAL PROCESSO

Andrea Pasqualetto per il “Corriere della Sera”

Un patteggiamento da circa 30 milioni di euro. Così Autostrade per l'Italia (Aspi) si avvia a chiudere la partita penale del ponte Morandi che la vede imputata come società per il disastro del 14 agosto 2018 nel quale persero la vita 43 persone.

Erede Sergio

 

La richiesta del concessionario, che deve rispondere della specifica legge sulla responsabilità amministrativa, ha ottenuto il consenso della Procura di Genova e ora attende quello decisivo del giudice dell'udienza preliminare, orientato a dire sì.

 

Una soluzione soddisfacente per tutti: per Aspi, che esce così dal processo ed evita misure interdittive più pesanti come il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione; e per i pm che incassano la pena pecuniaria massima e un'implicita conferma dell'impianto accusatorio.

 

le carcasse delle auto sotto il ponte morandi

Stessa richiesta e stesso parere favorevole degli inquirenti per Spea, la divisione del gruppo Atlantia un tempo delegata ai monitoraggi delle infrastrutture, anch' essa imputata.

 

«Da parte delle società registriamo questa accettazione della nostra impostazione - ha commentato il procuratore di Genova facente funzioni Francesco Pinto, riprendendo le motivazioni firmate dai pm Massimo Terrile e Walter Cotugno -.

 

luciano benetton

Abbiamo dato il consenso per varie ragioni: Autostrade ha adottato un nuovo modello di organizzazione, di gestione e di controllo che può prevenire reati analoghi, ha modificato il documento per la valutazione dei rischi, ha risarcito in modo pressoché integrale le vittime e ha messo a disposizione dello Stato questa somma (26,8 milioni) che è l'equivalente di quanto avrebbero speso se avessero fatto i lavori progettati per evitare il disastro, quelli alle pile 9 e 10 del ponte».

il ponte morandi a genova

 

Come dire, Aspi non è più quella del 2018 e ora sembra garantire sicurezza. Un cambio di passo che è stato accompagnato dai risarcimenti alle famiglie delle vittime, 63 milioni di euro, e dai costi sostenuti per la demolizione e ricostruzione del viadotto: 583 milioni, precisano in Autostrade.

 

Cosa ne pensano i parenti delle vittime? «Il patteggiamento non lava le coscienze ed è oltretutto un'ammissione di colpa», ha sospirato Egle Possetti, portavoce del Comitato ricordo vittime di ponte Morandi.

 

Egle Possetti

Secondo Possetti lo sviluppo «avrà un impatto importante sull'iter processuale degli altri imputati: significa che il castello accusatorio è valido». Autostrade ha evitato repliche dirette: «Resta in noi la piena consapevolezza che non si potrà mai dimenticare la tragedia con il suo carico non commensurabile di dolore e sofferenze che ha profondamente segnato anche la società e tutti i suoi dipendenti».

 

Ci sono poi gli altri 59 imputati, rispetto ai quali il gup deciderà a breve chi mandare a processo. Si tratta soprattutto di manager e tecnici delle due società e di dirigenti e funzionari del ministero dei Trasporti.

 

Primo fra tutti, l'ex amministratore delegato di Aspi Giovanni Castellucci. «Ho trovato singolare che la Procura abbia offerto una rappresentazione del mio assistito distorta, non realistica, non legata ai fatti», ha acceso i fuochi l'avvocato Guido Carlo Alleva, difensore di Castellucci.

 

frame del video della guardia di finanza sul crollo del ponte morandi di genova

«Questo processo si candida a un vigoroso vaglio della Corte europea, sono stati mortificati alcuni principi fondamentali del diritto di difesa», ha rilanciato il suo collega Dinacci, che assiste l'ex numero due di Aspi Paolo Berti. La battaglia giudiziaria è ancora lunga.

AMEDEO GAGLIARDI

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?