beppe grillo incidente

BEPPE GRILLO, L’INCIDENTE A LIMONE PIEMONTE E LA CONDANNA PER OMICIDIO COLPOSO PLURIMO - FILIPPO FACCI RIPERCORRE LE TAPPE DELLA VICENDA: LA SCAMPAGNATA CON I CONIUGI GIBERTI, L’INCIDENTE, LE NEGLIGENZE DI GRILLO, L’ASSOLUZIONE IN PRIMO GRADO E I 600 MILIONI PAGATI ALL’ORFANA DI 9 ANNI, UNICA SUPERSTITE DELLA FAMIGLIA, IL RICORSO IN APPELLO E LA CONDANNA A 1 ANNO E 4 MESI, POI CONFERMATA IN CASSAZIONE…

Filippo Facci per “Libero quotidiano”

 

Fa abbastanza schifo che nel luglio 2020 si debba tornare su questa vecchia storia, a ciclica dimostrazione che per i personaggi famosi un diritto all'oblio non esiste. «L'immagine spaventosa di quel che è accaduto a Limone Piemonte non mi abbandonerà mai», disse Beppe Grillo nel 1984. E non sapeva che si sarebbe buttato in politica, coi giornalisti pronti a perseguitarlo proprio per quell'immagine.

 

BEPPE GRILLO E L INCIDENTE D AUTO A LIMONE PIEMONTE

Parentesi personale: la prima volta che ne accennai sul Giornale fu nel luglio 2007, quando il comico non aveva ancora fondato un movimento politico; poi ci tornai sopra in settembre, e, nei dettagli, nell'aprile 2008, anche perché Grillo proponeva di cacciare i parlamentari condannati e quindi non avrebbe potuto candidarsi lui medesimo, perché, appunto, aveva avuto un incidente alla guida della sua Chevrolet ed era stato condannato per omicidio colposo, un triste episodio che Grillo avrà senz'altro patito e che a nostro dire non dovrebbe precludere nessun diritto civile: ma l'intransigenza era tutta sua, perché nell'elenco del parlamentari da cacciare, nel 2008, c'era gente condannata per reati anche più modesti di un omicidio colposo: resistenza a pubblico ufficiale, abuso d'ufficio, abuso edilizio, persino diffamazione a mezzo stampa.

 

INTERVISTA ALL'ORFANA

7 DICEMBRE 1981 - INCIDENTE STRADALE DI BEPPE GRILLO CON LA SUA CHEVROLET

Poi nel febbraio 2013 la storia tornò fuori (c'erano in ballo delle elezioni) perché 32 anni dopo il fatto, sulla rivista Vanity Fair comparve un'intervista alla bambina che ai tempi era rimasta orfana dei genitori morti nell'incidente; ora aveva 39 anni e sparlava di Grillo: da lasciare perplessi anche i più fieri oppositori dei Cinque Stelle.

 

Lei, Cristina, l'orfana, disse alla rivista che «non cerco nulla, se non la verità»: anche se era stata sviscerata in tutti i modi. Disse «mi rifiuto di essere strumentalizzata dalla politica», ma sembrava lì apposta. Disse che voleva incontrare Grillo, anche a nome della sua famiglia morta. Disse «non amo parlare di me» e, mentre tornava sull'argomento, disse che non voleva tornare sull'argomento. Perché è così, la macchina non si ferma mai. Grillo è un personaggio pubblico e non ha diritto a «non restare indeterminatamente sposto ai danni ulteriori che la reiterata pubblicazione può arrecare». Dunque rieccoci, luglio 2020.

7 DICEMBRE 1981 - INCIDENTE STRADALE DI BEPPE GRILLO CON LA SUA CHEVROLET

 

L'altro giorno La Stampa ha raccontato che il sindaco di Limone Piemonte voleva contattare Grillo per via della necessità di rimuovere la carcassa della famosa Chevrolet Blazer abbandonata da quarant' anni nella scarpata dell'Alta Via del Sale. Un rottame che attira troppa gente in un punto pericoloso. Grillo ha già risposto, pare: «Fatelo pure togliere, e se c'è da pagare qualcosa, nessun problema, ci penso io».

 

Il risultato è che Grillo ci pensa, e noi scriviamo: perché c'è lo spunto di cronaca, perché qualcuno magari non sa, non ricorda, è giovane, quindi dobbiamo compiere l'operazione un po' ipocrita di raccontare tutta la storia da capo, non omettendo dettagli di norma taciuti. Il 7 dicembre 1981 (e non 1980, come erroneamente scrisse il blog di Grillo) il comico allora 33enne era a Limone Piemonte ospite di amici, i Giberti. C'era il 45enne Renzo, vecchio sodale, ex calciatore del Genoa, sua moglie Rossana Guastapelle, 33enne, e i figli Francesco di 9 e Cristina di 7.

 

INCIDENTE STRADALE DI BEPPE GRILLO

Dopo pranzo decisero di andare a godersi qualche ora di sole a Col di Tenda, a quota duemila, dove c'era una baita (Baita 2000) raggiungibile da una strada stretta e non asfaltata. Col di Tenda era un'antica via romana, tra la Francia e la Costa ligure, che per secoli era stata attraversata da eserciti e mercanti: in pratica una sterrata militare che porta ad antiche fortificazioni belliche.

 

LA DINAMICA

BEPPE GRILLO - FOTO LA PRESSE

L'idea fu di Grillo, e pazienza se la strada era rigorosamente chiusa al traffico perché pericolosa. La Range Rover di Giberti aveva problemi e non partiva. La Chevrolet di Grillo era nuova, ma quel viaggio fu comunque una follia: era una strada d'alta quota non asfaltata, e non per caso altri amici - e un'opportuna segnaletica - l'avevano vivamente sconsigliato. È tutto agli atti. Grillo pensava di potercela fare. A poche centinaia di metri dall'arrivo, il cane iniziò ad abbaiare, così Carlo e Monica scesero per fargli fare una passeggiata.

 

CRISTINA GIBERTI

Lo schianto è di poco dopo: la strada divenne un lastrone di ghiaccio e l'auto iniziò a scivolare all'indietro, urtò una grossa roccia, ruotò e precipitò nel burrone. Il comico si lanciò d'istinto fuori e si salvò. I Giberti e il figlio morirono. L'amico Mambretti si salverà dopo una lunga degenza. Sconvolto, Grillo si rifugiò nella casa di Savignone che divideva col fratello. Il processo di primo grado fu nel 1984. Emblematico l'interrogatorio in aula: «Quando si è accorto di essere finito su un lastrone di ghiaccio con la macchina?»; «Ho avuto la sensazione di esserci finito sopra prima ancora di vederlo»; «Allora non guardava la strada».

 

BEPPE GRILLO E L INCIDENTE STRADALE A LIMONE PIEMONTE

Il 21 marzo, dopo una lunga camera di consiglio, Grillo venne assolto dal tribunale di Cuneo con formula dubitativa, la vecchia insufficienza di prove: questo dopo aver pagato 600 milioni alla piccola Cristina di 9 anni, unica superstite della famiglia Giberti. La metà dei soldi - una cifra enorme, per l'epoca - furono pagati dall'assicurazione: «La stampa locale, favorevolissima al comico, gestì con particolare attenzione la fase del risarcimento» ha raccontato un collega genovese.

 

BEPPE GRILLO E L INCIDENTE STRADALE A LIMONE PIEMONTE

Il Secolo XIX, quotidiano locale, s' infiammo con un lungo editoriale a favore dei giudici e dell'avvocato difensore, ma l'entusiasmo fu di breve durata: l'accusa propose Appello e venne fuori la verità, ossia le prove: il pericolo era stato prospettato anche da una segnaletica che nessun giornalista frattanto era andato a verificare. La strada in effetti era chiusa al traffico.

 

IL VERDETTO

BEPPE GRILLO E L INCIDENTE STRADALE A LIMONE PIEMONTE

La Corte d'Appello di Torino, il 13 marzo 1985, lo condannò a un anno e quattro mesi col beneficio della condizionale, ma col ritiro della patente: «Si può dire dimostrato, al di là di ogni possibile dubbio, che l'imputato, risalendo la strada da valle, poteva percepire tempestivamente la presenza del manto di ghiaccio (...). L'esistenza del pericolo era evidente e percepibile da parecchi metri, almeno quattro o cinque, e così non è sostenibile che l'imputato non potesse evitare di finirci sopra», sicché l'imputato «disponeva di tutto lo spazio necessario per arrestarsi senza difficoltà», ma non lo fece, anzi, decise «consapevolmente di affrontare il pericolo e di compiere il tentativo di superare il manto ghiacciato. Farlo con quel veicolo costituisce una macroscopica imprudenza che non costituisce oggetto di discussione».

 

BEPPE GRILLO E L INCIDENTE STRADALE A LIMONE PIEMONTE

Non andrà meglio in Cassazione, l'8 aprile 1988: pena confermata nonostante gli sforzi dell'avvocato Alfredo Biondi, poi inserito da Grillo nella lista dei parlamentari condannati e dunque da epurare; sua colpa, un reato fiscale depenalizzato e sostituito da un'ammenda. Ma per Alfredo Biondi, almeno, il diritto all'oblio esiste di sicuro: è morto 29 giorni fa.  

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO