al jolani

UNA BOTTA DI REALPOLITIK - CADUTO ASSAD, L’OCCIDENTE SOSTIENE AL JOLANI E LA SUA BANDA DI (EX?) JIHADISTI. MA NON RISCHIAMO DI ESALTARLI OGGI E DI DOVERLI COMBATTERE DOMANI? - RAMPINI: “E’ UNA FORZA MILITANTE VIOLENTA MA CHE PERÒ PUÒ OFFRIRE STABILITÀ IN SIRIA; SENZA METTERSI AL SERVIZIO DI PUTIN O DELL’IRAN. L’INTELLIGENCE USA SOTTO BIDEN AVEVA GIÀ COMINCIATO AD ACCETTARE QUEST’AVANZATA JIHADISTA COME UN MALE MINORE, CON LA TOTALE SINTONIA CON TRUMP. LA VISIONE DEI NUOVI REPUBBLICANI È DOMINATA DAL RIGETTO DELLA ‘GUERRA GLOBALE CONTRO IL TERRORISMO’ DI GEORGE W. BUSH - E NEL PARTITO DEMOCRATICO POCHI ANCORA CREDONO DI ESPORTARE DEMOCRAZIA E DIRITTI UMANI ATTRAVERSO INTERVENTI MILITARI. LA REALPOLITIK VERSO I JIHADISTI SIRIANI È ANCHE UNA MANIFESTAZIONE DI QUESTA NUOVA AMERICA. PUÒ SEMBRARE PIÙ CINICA. FORSE ANCHE UN PO’ MENO INGENUA O ARROGANTE”

Estratto dell’articolo di Federico Rampini per il “Corriere della Sera”

 

ASSAD E KHAMENEI

La caduta di Assad ci ricorda che le dittature nella storia sembrano eterne fino a un minuto prima del crollo. Il suo è stato repentino: costretto a una fuga ignominiosa di fronte all’avanzata irresistibile dei ribelli. Esce di scena uno dei macellai del Medio Oriente, un despota che bombardò con le armi chimiche la sua stessa popolazione civile. Ma già avanza una contro-narrazione: «L’Occidente si schiera con i terroristi».

 

al jolani

Basta andare sui social per trovare un profluvio di accuse, all’America anzitutto: pur di incassare una sconfitta per i suoi avversari storici, celebra e forse appoggia l’instaurazione di un regime jihadista. […] Questa è una vicenda disastrosa per i tre protettori storici di Assad: Russia, Iran, Hezbollah. Li colpisce nell’immagine e negli interessi materiali. Putin ha speso immense risorse umane e materiali in Ucraina.

 

Il rublo crolla, la Russia ha bisogno di aiuti esterni (Corea del Nord, Iran, Cina). La sua capacità di sostenere una sfera d’influenza geopolitica è indebolita, anche se non è del tutto tramontata (vedi gli eventi recenti in Romania, Georgia, diversi Paesi africani). L’Iran e Hezbollah hanno subito dei colpi formidabili da Israele, castigati per le loro aggressioni.

 

al jolani

La caduta di Assad è un segnale di debolezza che investe due archi di potenze antagoniste all’Occidente: quello che gli ayatollah esaltano come l’Asse della Resistenza (Iran, Hezbollah, Hamas, Houthi), e quello che gli esperti geopolitici americani definiscono l’Asse del Caos (Cina, Russia, Iran, Corea del Nord).

 

Queste forze hanno interesse ad alimentare una contro-narrazione, l’ennesimo processo all’Occidente: ecco Biden-Trump in flagrante collusione con le milizie jihadiste. E magari un giorno dovranno pentirsi di aver tifato per la caduta di un despota «stabilizzatore», come per la fine di Gheddafi in Libia? Quando i nuovi padroni della Siria mostreranno il loro vero volto, ci saranno nuove ondate di profughi verso l’Europa?

al jolani bacia la terra davanti alla moschea omayyadi

 

Una contraddizione c’è. A cacciare Assad è il movimento Hayat Tahrir al-Sham, guidato da Abu Mohammad al-Jolani: gli Stati Uniti e altri Paesi occidentali lo hanno designato come un’organizzazione terroristica. In quanto tale dovrebbe essere colpita da sanzioni, anziché essere aiutata dalla Cia (come starebbe accadendo secondo alcune fonti). In realtà, da tempo Jolani cerca di convincere gli occidentali che il suo movimento è cambiato, prendendo le distanze da Al Qaeda e dall’Isis, contro cui ha perfino combattuto.

 

[…] Invita a prenderlo sul serio Hassan Hassan, studioso siriano che vive in America. Secondo lui Hayat Tahrir al-Sham ha subito una trasformazione «nazionalista», simile ai talebani in Afghanistan. Rimane un gruppo islamista, però limita i suoi obiettivi all’orizzonte nazionale, non vuole esportare la guerra santa all’estero […] A differenza dai talebani di Kabul, i jihadisti siriani promettono perfino tolleranza nei confronti delle minoranze religiose […]

al jolani

 

Questo jihadismo nazionalista si unisce alla capacità di governo locale che offre servizi alla popolazione: ordine e giustizia, istruzione, assistenza sanitaria. Resta una forza militante violenta, che non esita a «uccidere i rivali e gli attivisti della società civile», secondo Hassan Hassan. Però può offrire stabilità in Siria; senza mettersi al servizio delle strategie di Putin o degli ayatollah iraniani.

 

al jolani ai tempi di isis e intervistato dalla cnn

L’intelligence Usa sotto Biden aveva già cominciato ad accettare quest’avanzata jihadista come un male minore. Colpisce la totale sintonia con Trump. Il consigliere strategico di Biden, Jake Sullivan, ha usato parole forti dicendo di essere «in vigoroso accordo con Trump». Ha sottolineato che «gli Stati Uniti non si mischieranno nella guerra civile siriana, ci concentriamo sulle nostre priorità di sicurezza nazionale».

 

Riecheggiava ciò che Trump aveva scritto a caratteri cubitali sul social X: «La Siria è un caos ma non è un Paese amico e gli Stati Uniti non devono averci nulla a che fare. Non è una lotta nostra. Non facciamoci coinvolgere!» Trump aggiunge una nota severa su Putin: «Ha perso 600 mila soldati in Ucraina, non è in grado di fermare l’avanzata dei ribelli in Siria, Paese che aveva protetto per anni».

 

AL-JOLANI

È un assaggio di ciò che sarà la politica estera del 47esimo presidente dal 20 gennaio. Tra le nomine annunciate dal futuro presidente spiccano tre reduci dalla guerra in Iraq: il suo vice JD Vance, Tulsi Gabbard che lui vuole alla guida dell’intelligence, e il problematico Pete Hegseth designato (per ora) alla Difesa. La loro visione è dominata dal rigetto della «guerra globale contro il terrorismo» di George W. Bush, la stagione dei neoconservatori che portò l’America alle «guerre infinite».

 

mohammed al jolani 6

In Afghanistan gli americani combatterono più a lungo che nelle due Guerre mondiali e in quella del Vietnam messe assieme. La nuova generazione di repubblicani è figlia di quella disillusione; d’altra parte nel partito democratico pochi ancora credono di esportare democrazia e diritti umani attraverso interventi militari. La realpolitik verso i jihadisti siriani è anche una manifestazione di questa nuova America. Può sembrare più cinica. Forse anche un po’ meno ingenua o arrogante.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)