BREXIT, CHE STANGATA! – CON L’USCITA DEL REGNO UNITO DALL’UE LE RETTE DELLE PRESTIGIOSE UNIVERSITÀ BRITANNICHE DIVENTANO ANCORA PIÙ CARE: DALLE 9MILA STERLINE ATTUALI SI PASSA A 25MILA, CIOÈ QUASI 30MILA EURO – È UNA BRUTTA NOTIZIA PER GLI ITALIANI CHE SOGNANO UNA CARRIERA ACCADEMICA OLTREMANICA, MA PURE PER LE UNIVERSITÀ, CHE CON LA FUGA DEGLI STUDENTI EUROPEI AVRANNO MOLTE MENO STERLINE IN CASSA

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Enrico Franceschini per “la Repubblica”

 

universita di oxford universita di oxford

Addio Oxford e Cambridge? Dopo la Brexit, il governo britannico intende aumentare le tasse universitarie per gli studenti dei paesi dell' Unione Europea: facendole passare dalle 9.250 sterline l' anno attuali a circa 25 mila sterline annue, cioè quasi i 30 mila euro che poi è la retta pagata dagli studenti extracomunitari.

 

CAMBRIDGE UNIVERSITY CAMBRIDGE UNIVERSITY

Già così le università inglesi sono le più care d' Europa: ma sono anche le migliori d' Europa e fra le migliori del mondo, a cominciare da " Oxbridge", l' acronimo con cui si identificano le due università rivali, puntualmente ai primi posti delle classifiche internazionali sull' istruzione accademica: per questo frotte di giovani europei vengono a studiare qui. Raddoppiare la retta, tuttavia, rischia di creare un grosso ostacolo: le università medesime prevedono che il numero di iscritti provenienti dal continente, attualmente 135 mila, calerebbe di due terzi.

 

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È una brutta notizia per i tanti italiani che sognano di prendere la laurea a Londra: al momento il nostro paese è il terzo maggiore fornitore europeo di studenti alle università britanniche, con quasi 15 mila iscritti (e sono italiani anche 5 mila docenti e ricercatori). Ma è una brutta notizia anche per il budget delle università: pur essendo soltanto il 6 per cento del totale degli iscritti, gli studenti degli altri paesi della Ue rappresentano un' importante fonte di finanziamenti per i college inglesi.

 

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Secondo indiscrezioni pubblicate dal Financial Times, il ministro dell' Istruzione Damian Hinds si accinge a introdurre l' aumento dall' anno accademico 2021-22, Cioè dopo la fase di transizione di circa due anni che dovrebbe entrare in vigore dopo la Brexit. Oltre a pagare più del doppio rispetto ai coetanei britannici, gli studenti europei non potrebbero più usufruire del prestito che copre interamente la " tuition fee", come si chiamano le tasse universitarie, da restituire solo dopo il 25esimo anno d' età, se si guadagnano almeno 21 mila sterline l' anno lorde e a interesse agevolato.

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L' aumento non è stato ancora approvato ufficialmente. E non riguarderebbe comunque i 3 milioni e mezzo di europei, tra cui 700 mila italiani, che già vivono in Gran Bretagna, i quali (secondo gli accordi negoziati da Theresa May con la Ue ma non ancora passati dal parlamento di Westminster) potranno continuare a godere degli stessi diritti dei cittadini britannici anche dopo la Brexit: colpisce soltanto i ragazzi europei che in futuro vorranno studiare in questo paese. Il progetto suscita lo stesso forti critiche, non solo da parte delle università.

 

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«È una pessima idea», afferma Gavin Esler, candidato alle prossime elezioni europee con Change Uk, partito pro-Ue fondato da deputati dissidenti del Labour e dei Tories, «ci farà perdere talenti e denaro». Ed esorta i residenti europei a registrarsi (c' è tempo fino al 7 maggio) per votare qui e contro i partiti brexitiani. Ad approfittarne saranno altri paesi europei, come l' Olanda: le cui università offrono già corsi di laurea in inglese, ben qualificati nelle graduatorie mondiali e con rette molto più basse di quelle britanniche. A differenza della Gran Bretagna, i Paesi Bassi non si apprestano a uscire dalla Ue: per studiare all' estero nella lingua di Shakespeare, dunque, a un italiano basterà prendere un volo per Amsterdam anziché per Londra.

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