la cabina del mottarone precipitata

UNA BRUTTA FUNE – NELLE 1.500 PAGINE DI PERIZIA SULLA TRAGEDIA DEL MOTTARONE EMERGONO LE CARENZE ALLA MANUTENZIONE DELLA FUNIVIA – IL 68% DEI 114 FILI DEL CAVO TRAENTE DEL SECONDO TRONCONE SI ERANO SPEZZATI, PERCHE' CORROSI, BEN PRIMA DI QUELLO SCIAGURATO 23 MAGGIO 2021, QUANDO MORIRONO 14 PERSONE. NESSUNO SE NE ACCORSE PERCHÉ “NEGLI ULTIMI MESI I CONTROLLI NON SONO STATI EFFETTUATI”

Cristina Pastore per www.lastampa.it

 

FUNIVIA DEL MOTTARONE

Carenze nella manutenzione, con più della metà dei 114 fili del cavo traente del secondo troncone che si erano spezzati per fatica ben prima del giorno fatale. Queste in sintesi le conclusioni della perizia sulle cause del disastro della funivia del Mottarone, depositata ieri alla cancelleria del Gip di Verbania. Sono più di 1.000 pagine, esclusi gli allegati e file per 500 giga di foto, disegni e video. E’ il risultato del lavoro, durato più di un anno, degli esperti incaricati dal tribunale di analizzare struttura, funzionamento e gestione dell’impianto sotto sequestro dal 23 maggio 2021.

 

LA FUNIVIA STRESA MOTTARONE PIENA CON I FRENI DISATTIVATI

Relazione in tre parti

In quella domenica, pochi istanti dopo mezzogiorno, la cabina 3 che stava arrivando alla stazione in vetta è precipitata, provocando la morte di 14 passeggeri. La relazione dei periti presieduti dal professor Antonello De Luca, docente all’università Federico II di Napoli, è suddivisa in tre parti. La prima illustra la metodologia adottata in un lavoro che si è sviluppato attraverso 72 ispezioni, incontri per test, prove e riscontri in un costante confronto coi consulenti della Procura, dei 14 indagati e dei familiari delle vittime. La seconda parte inquadra il campo d’indagine e la terza si focalizza, in quasi 700 pagine, sull’impianto Stresa-Mottarone.

 

i forchettoni alla funivia del mottarone nel 2014 il video della tv tedesca zdf 2

In un capitolo conclusivo vengono date risposte ai quesiti posti dal Gip, escludendo che la sciagura si sia determinata per cause accidentali, ma sia da imputare a una gestione che non rispettava le regole del settore. L’incidente è avvenuto per la rottura della fune traente, in un punto all’interno del manicotto dove i controlli potevano essere fatti solo a vista, ma che non veniva smontato da tempo. La tragedia si sarebbe evitato se non vi fosse stata anche la manomissione di dispositivi di sicurezza: i freni di emergenza sulla cabina 3 erano stati bloccati, per evitare che una ricorrente perdita di pressione alla centraline la facesse fermare lungo la linea. Gabriele Tadini, il caposervizio, a 48 ore dalla tragedia aveva ammesso di averli disinseriti coi «forchettoni».

 

L’utilizzo dei «forchettoni»

i forchettoni alla funivia del mottarone nel 2014 il video della tv tedesca zdf

Dal materiale allegato a una perizia integrativa - 500 pagine depositate ieri e a firma del professor Paolo Reale, esperto in informatica forense, - si ha riscontro che in alcune giornate aveva viaggiato senza freni anche la cabina 4. E’ la gemella della 3, che in simultanea alla sua caduta, si è fermata a pochi metri dalla stazione dell’Alpino con 5 occupanti, agganciandosi alla fune portante, perché con l’accorgimento di sicurezza funzionante. Anche la perizia informatica consta di tre parti: una dedicata all’acquisizione delle immagini della videosorveglianza interna con una loro puntuale datazione; una alla cosiddetta «catena di custodia» per attestare non vi siano state alterazioni del materiale acquisito e una relativa alla lettura della «scatola nera».

 

E’ il dispositivo elettronico che registrava l’attività dell’impianto, oggetto di un lavoro condiviso tra i due collegi di periti: i dati sono stati estrapolati dagli informatici, ma ai numeri è stata data un’interpretazione «fisica» dagli ingegneri meccanici. Da quanto emerso la scatola nera non consentiva di rilevare l’attivazione o meno dei forchettoni.

 

Tre udienze a ottobre

i familiari delle vittime del mottarone un anno dopo 8

Il 20, 21 e 24 ottobre sono state fissate dal Gip Annalisa Palomba le udienze per l’incidente probatorio, in cui ciò che emerso con le perizie verrà discusso, a porte chiuse, in contraddittorio coi consulenti della procuratrice Olimpia Bossi, delle parti offese e dei 14 indagati. Sono 12 persone e due società: Funivie del Mottarone che aveva la concessione dell’impianto e Leitner, prima partner tecnico e poi con un contratto di 130 mila euro all’anno fornitore dei servizi di manutenzione.

INCIDENTE FUNIVIA STRESA MOTTARONE

 

Le persone iscritte nel registro degli indagati sono titolari e tecnici di ditte a cui Leitner subappaltava interventi e, fin dall’inizio in posizione più gravida di responsabilità, Tadini col gestore Luigi Nerini e il direttore di esercizio Enrico Perocchio.

i familiari delle vittime del mottarone un anno dopo 4funivia del mottarone strage funivia del mottarone 2funivia del mottarone 3FUNIVIA STRESA MOTTARONEstrage funivia del mottaronei familiari delle vittime del mottarone un anno dopo 3FUNIVIA STRESA MOTTARONEFUNIVIA STRESA MOTTARONEi familiari delle vittime del mottarone un anno dopo 5

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...