barbara d'amico

LA BUFALA DEL LAVORO - BARBARA D'AMICO: “DA OGGI INTERROMPO LA COLLABORAZIONE CON IL 'CORRIERE DELLA SERA' E IN PARTICOLARE CON LA SEZIONE PER CUI SCRIVO DA ANNI, LA NUVOLA DEL LAVORO. PER LA SECONDA VOLTA DA QUANDO COLLABORO CON LA TESTATA I COMPENSI LORDI PER GLI ARTICOLI ONLINE SONO STATI ARBITRARIAMENTE ABBASSATI, STAVOLTA DEL 25% (LA PRIMA VOLTA FU DEL 50%: DA 40 EURO LORDI A 20 EURO LORDI ORA SIAMO A 15 EURO LORDI)” - PIGI BATTISTA, GIORNALISTA DEL "CORRIERE": “15 EURO LORDI A PEZZO È MORALMENTE INACCETTABILE. EDITORI E GIORNALISTI GARANTITI E SILENTI DOVREBBERO VERGOGNARSI. IO MI VERGOGNO”

Barbara D'amico

Post di una collaboratrice del Corriere su Facebook, sta facendo rumore, a seguire il commento di Pigi Battista...

 

Barbara D'Amico su FB

 

Da oggi interrompo la collaborazione con il Corriere della Sera e in particolare con la sezione per cui scrivo da anni, La Nuvola del Lavoro. Voglio spiegarvi bene le ragioni di questo stop.

La prima è di natura pragmatica. Per la seconda volta da quando collaboro con la testata i compensi lordi per gli articoli online sono stati arbitrariamente abbassati, stavolta del 25% (la prima volta fu del 50%: da 40 euro lordi a 20 euro lordi ora siamo a 15 euro lordi).

 

Dico arbitrariamente nel senso che non ho mai ricevuto una comunicazione tempestiva, prima che i tagli fossero effettivi. E’ chiaro, lo decide il management, ma saperlo in tempo aiuta a capire se continuare a collaborare sia sostenibile oppure no.

 

URBANO CAIRO CORRIERE DELLA SERA

I nuovi tagli sono stati decisi a ottobre ma ne sono venuta a conoscenza solo venerdì 6 dicembre, direttamente in “busta paga”, per così dire e per articoli già scritti. La comunicazione interna, dalla redazione, è poi arrivata stamattina, ma a mio avviso comunque tardiva.

 

E qui veniamo alla seconda e vera ragione: il silenzio. Non deve essere un tabù comunicare in modo chiaro ai collaboratori che non c'è budget sufficiente, che non ha senso continuare.

 

Può capitare, non esiste un diritto alla collaborazione né tantomeno esiste una formula magica per far decollare un prodotto editoriale e garantire poi contratti e tutele. Ma il lavoro giornalistico, a qualunque livello, è lavoro. Non un hobby.

 

Penso esista quindi sempre un dovere di informazione interna attraverso una comunicazione chiara, trasparente e non lasciata ai cedolini, alla sensazione, all’effetto sorpresa.

taylor mega urbano cairo

 

E penso esista una sorta di dovere di sostenibilità: se cioè affido un lavoro all’esterno, anche con poche risorse, devo almeno sincerarmi che quelle risorse e quelle condizioni si possano mantenere.

 

Non si tratta dei 5 euro in più o in meno, ma della fiducia di chi collabora. Poi ognuno, sapendo come stanno le cose, può decidere se lavorare quasi gratis oppure no.

 

Capisco tutto, anche il fatto che non ci sia comunicazione tra management, amministrazione e redazione, ma il risultato di questo caos interno non dovrebbe essere fatto scontare alle professionalità che stanno in fondo a questa ipotetica catena di comando.

URBANO CAIRO CORRIERE DELLA SERA

 

Non voglio nemmeno che la vicenda passi come prova che il passo indietro dipenda dai tagli, dalla crisi dell’editoria, dal fatto che "la gente non legge e non compra più il giornale".

 

C’è un livello più interno, di rispetto minimo, che passa anche per il modo in cui si organizza il lavoro e riguarda il trattamento delle persone. Senza bisogno di tirare in ballo i Cda, la libertà di stampa, il rosso in banca, l’analfabetismo funzionale. Anzi.

 

Parlando più in generale, ho sempre pensato che puntare il dito contro il lettore ignorante o scroccone o non meglio identificati difetti di sistema fosse il miglior modo di non assumersi mai responsabilità.

GIUSEPPE CONTE URBANO CAIRO

 

Nell’editoria c’è la tendenza del ristoratore. E' come, cioè, se un ristoratore desse colpa del calo degli affari al fatto che la gente non mangia più o peggio mangia ció che trova in strada. Non cambia strategia, ma nel frattempo continua a chiedere a cuochi e camerieri di servire.

 

Esistono ragioni strutturali per cui i compensi sono bassi, è chiaro, ma non c’è una legge che obblighi le redazioni ad avvalersi del lavoro esterno se le risorse scarseggiano.

Barbara D'amico

 

Penso cioè che la responsabilità di questo stato di cose non sia solo “degli altri” né dei piani alti: è anche e soprattutto di chi denuncia, e quindi mia in qualità di freelance.

 

Avete capito bene. E' mia corresponsabilità perché nel momento in cui accetto certe condizioni poi diventa difficile chiedere cose come maggior trasparenza, chiarezza, tempestività.

 

Al di là dei soldi, che avrete capito qui non sono il vero motivo dello stop, trovo incongruente continuare a infondere energie e competenze nel dare voce al mondo del lavoro quando nel mio ambiente di lavoro mancano quelle condizioni minime predicate in editoriali e articoli.

 

E' un settore particolare quello del giornalismo, non certo un mondo in cui scorrono fiumi di denaro. E proprio per questo è illogico chiedere a collaboratori freelance sottopagati di verificare le notizie.

 

Barbara D'Amico

Lavorare gratis o sottopagati, lo sappiamo, è un errore e parte del problema. Ma c'è anche una sciatteria pericolosa da parte di chi sa bene che potrebbe e dovrebbe fare a meno dell'esternalizzazione delle collaborazioni e invece persevera senza produrre un piano di sostenibilità di medio o lungo termine.

 

Dico piano volutamente, perché non è detto funzioni ma almeno bisogna far vedere che una visione c’è.

 

Se il lavoro dei collaboratori nel giornalismo non è ritenuto economicamente sostenibile e tanto meno degno di una comunicazioni tempestive - accade a me ma anche ad altri colleghi in altre testate - perché continuare ad avvalersene? Non è una questione di denaro. Ma di coraggio.

 

Credo, insomma, sia arrivato il momento di congedarmi, per tutte le ragioni che ho descritto, sperando di stimolare un minimo di riflessione sull'opportunità di continuare a tenere in vita sistemi non pianificati. Senza scomodare per ora diritti e tutele che pure sono essenziali per fare informazione.

 

PIERLUIGI PIGI BATTISTA

Servirebbe un’ecologia del giornalismo. Servono un piano, umiltà, coesione tra chi fa lo stesso mestiere a prescindere dal contratto con cui lo svolge e bravi manager dell'informazione in grado di chiarire a monte cosa ci si può permettere e cosa no.

 

Sono le uniche formule in cui credo e che cerco di portare avanti da anni, insieme alla convinzione che rallentare, dire no e non accettare di collaborare a qualunque condizione, sia la strada da seguire.

 

Barbara D'Amico

Giornalista

 

PIERLUIGI BATTISTA:

...Comincia così un lungo post di Barbara D'Amico. 15 euro lordi a pezzo è moralmente inaccettabile. Editori e giornalisti garantiti e silenti dovrebbero vergognarsi. Io mi vergogno

Ultimi Dagoreport

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...