CADONO TUTTI SULLE BABY ESCORT - MARIO GINATTA, FIGLIO DI ROBERTO, IMPRENDITORE ARRESTATO PER IL CRAC DELLA BLUTEC E SOCIO DI ANDREA AGNELLI, È STATO CONDANNATO CON RITO ABBREVIATO A OTTO MESI DI CARCERE, CONVERTITI IN 16 MESI DI LIBERTÀ CONTROLLATA PER AVER FATTO SESSO CON UNA MINORENNE - L'INCHIESTA “TACCO 12” DELLA PROCURA DI TORINO SU UN GIRO DI RAGAZZE IMMAGINE DI CLUB PRIVÈ, AVVIATE ALLA PROSTITUZIONE…

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MARIO GINATTA MARIO GINATTA

Gabriele Carrer per “la Verità”

 

Mario Ginatta, figlio dell' imprenditore arrestato per il crac della Blutec (Roberto Ginatta), azienda simbolo del Jobs act dell' ex premier Matteo Renzi, è stato condannato con rito abbreviato a otto mesi di carcere, convertiti in 16 mesi di libertà controllata. Era accusato di avere pagato una minorenne per una prestazione sessuale nell' ambito dell' inchiesta Tacco 12 della Procura di Torino su un presunto giro di ragazze immagine di club privè, avviate alla prostituzione.

 

Nell' udienza preliminare è stato condannato a un anno e 8 mesi Vincenzo Lillo, guardia del corpo e tuttofare di Ginatta, che gli procurava le ragazze e che aveva accompagnato altre escort (tutte maggiorenni) ad altri incontri a luci rosse, rendendosi responsabile di favoreggiamento della prostituzione. Terza condanna a 4 anni e 8 mesi a Michael Palumbo, ex fidanzato di una delle ragazze, accusato di averla sfruttata.

 

roberto ginatta roberto ginatta

Secondo l'accusa, rappresentata in aula dal pm Dionigi Tibone, Lillo accompagnava le escort agli incontri, mentre Palumbo costringeva la fidanzata a prostituirsi. Per i tre, il magistrato aveva chiesto pene da uno a cinque anni. «Questa vicenda evidenzia un paradosso.

 

Disporre del proprio corpo non è reato e nemmeno essere cliente. Ma agevolare gli incontri è punito in modo così grave», ha dichiarato l' avvocato Alfredo Caviglione, difensore di Lillo. Altri sei imputati hanno scelto di essere giudicati con rito ordinario.

A far scattare le indagini, condotte dalla squadra mobile di Torino, era stato a marzo 2017 uno dei clienti dei club.

 

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Gli investigatori avevano raccolto le testimonianze di undici ragazze, di cui alcune minorenni. Secondo gli inquirenti, era stata creata una vera e propria organizzazione criminale. Il prezzo per un rapporto in un locale «ordinario» era di 100 euro, 250 euro la tariffa per il «solo guardare», mentre saliva a 600 euro il costo di un intero pomeriggio di sesso.

 

Soltanto dieci giorni fa, il 12 marzo scorso, erano finiti agli arresti domiciliari, con l'accusa di malversazione ai danni dello Stato, Roberto Ginatta e Cosimo Di Cursi. Il primo è padre di Mario e presidente del consiglio di amministrazione della Blutec, il secondo amministratore delegato della stessa società, che ha rilevato l'ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, fermato dal gruppo della famiglia Agnelli nel 2011.

 

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Per il rilancio di Blutec i due avrebbero distratto 16 milioni di euro, parte dei 21 milioni ricevuti da Invitalia. Un'operazione che l' ex premier Matteo Renzi celebrava così il 23 dicembre 2014: «Dopo Terni, Piombino, Gela, Trieste, Reggio Calabria, Electrolux, Alitalia, oggi accordo su Termini Imerese. Domani Taranto. Anche questo è Jobs act». Ma la società che voleva fare batterie per veicoli elettrici, eretta a simbolo della politica renziana sul lavoro, è finita in amministrazione giudiziaria: i vertici ai domiciliari e i lavoratori (ieri un migliaio di loro ha sfilato in corteo per le strade di Termini Imerese) a rischio.

 

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