CALCIO ALL'ULTIMO STADIO - C’È UN ALTRO INDAGATO PER GLI SCONTRI PRIMA DI INTER-NAPOLI: È NINO CICCARELLI, (NOME D’ARTE ‘IL TEPPISTA’), FONDATORE DEI “VIKING” E GIÀ CONDANNATO A 12 ANNI – IL RISCHIO RAPPRESAGLIA CONTRO L’ULTRÀ PENTITO LUCA DA ROS, CHE STA PARLANDO CON I MAGISTRATI… – IL RUOLO DI MARCO PIOVELLA, IMPRENDITORE DI GIORNO, CHE DI NOTTE SI TRASFORMA NE “IL ROSSO”...

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1 – RESTANO IN CARCERE I TRE ULTRÀ INTERISTI IL GIUDICE: «AZIONE IN STILE MILITARE»

incidenti san siro incidenti san siro

Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”

 

Troppo alta la possibilità in queste ore di «dispersione delle prove indispensabili per lo sviluppo delle indagini» sulla maxirissa di Santo Stefano costata la vita all' ultrà varesino Daniele Belardinelli prima di Inter-Napoli. E troppo alto il rischio di «condizionamento dell' acquisizione di ulteriori prove dichiarative utili all' individuazione degli altri responsabili», dentro «gruppi» nei quali «ogni sforzo è diretto a tutelare i propri componenti dall' identificazione e a far mantenere alle persone già individuate il silenzio sugli altri, soprattutto sui più importanti partecipanti che hanno avuto ruoli organizzativi».

 

DANIELE BELARDINELLI DANIELE BELARDINELLI

Per questo - in una fase in cui si intuisce che Questura e Procura stanno per capitalizzare sensibili progressi nel ricostruire non una «"normale" rissa tra tifosi» ma «un' azione di stile militare, preordinata e avvenuta a distanza dallo stadio, brutale espressione di una "sottocultura sportiva di banda" che per la tecnica usata richiama piuttosto uno scontro tra opposte fazioni politiche» - il gip Guido Salvini ieri ha ritenuto opportuno mantenere la custodia cautelare in carcere per gli unici tre ultrà interisti arrestati in flagranza differita nelle prime 48 ore: anche perché, lascia trasparire il gip, «come prevenzione generale» l' accaduto è stato talmente eclatante da essere «idoneo a scatenare anche episodi di rappresaglia».

 

incidenti san siro incidenti san siro

Nefasta eventualità sia di tifosi di una squadra contro quelli dell' altra, sia di più esaltati ultrà interisti nei confronti dei tre compagni arrestati, due dei quali dal carcere hanno raccontato la dinamica degli scontri, e il terzo (il più giovane) ha anche fatto i soprannomi di alcuni dei capi che avrebbero organizzato il premeditato assalto.

 

NINO CICCARELLI NINO CICCARELLI

Tra essi l' altro ieri è stato indagato per rissa aggravata Marco "il Rosso" Piovella (33enne realizzatore di tante coreografie dell' Inter), mentre ieri a uscire a tarda sera dalla Questura indagato dopo un lungo interrogatorio è stato Nino Ciccarelli, 49enne fondatore dei Viking nel 1984, alle spalle una serie di problemi giudiziari costatigli (tra accoltellamenti fatti e subìti, spaccio di droga in curva e risse) 12 anni di carcere e un presente di 5 anni di Daspo, nonché coinvolto negli scontri ad Ascoli nei quali morì il tifoso locale Nazzareno Filippini, omicidio per il quale Ciccarelli fu arrestato ma poi prosciolto.

 

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Sul racconto a San Vittore appunto del 21enne Luca Da Ros, il gip riassume come «gli appartenenti ai più importanti gruppi ultrà legati all' Inter, e cioè gli Irriducibili (di cui fanno parte gli arrestati Francesco Baj e Simone Tira, ndr ), i Boys (militanza di Da Ros, ndr ) e i Viking, dopo una sosta al "baretto" luogo abituale di ritrovo nei pressi dello stadio», si fossero «concentrati presso il pub Cartoons in via Emanuele Filiberto.

 

Qui i livelli superiori delle organizzazioni che controllano la curva hanno dato disposizioni agli autisti» di una ventina di vetture, «ciascuno dei quali aveva il compito di portare 4 o 5» invece ignari «giovani sul luogo dove doveva essere portato a termine l' agguato».

MARCO PIOVELLA DETTO 'IL ROSSO' MARCO PIOVELLA DETTO 'IL ROSSO'

 

E dove gli organizzatori, «nel parchetto del Fanciullo», facevano «trovare già pronti in un sacco i bastoni da usare» per il centinaio di ultrà, tra i quali una quindicina di gemellati francesi del Nizza e altrettanti del Varese. Appostati lungo il muraglione tra via Fratelli Zoia e via Novara, un segnale convenuto (l' esplosione di un petardo) li aveva scatenati.

 

Daniele Belardinelli Daniele Belardinelli

Anche se «purtroppo nessuno sembra aver assistito al momento in cui Belardinelli era stato travolto da una vettura che sorpassava a sinistra i furgoncini napoletani», la ricerca del conducente sta facendo passi avanti. E anche per questo il padre della vittima, Vincenzo Belardinelli, gli rivolge un appello: «Chi era alla guida si costituisca, lo faccia per noi e per la persona che ha ucciso, per mio figlio. Non aspetti che la polizia lo trovi.

Perché, tanto, lo troveranno».

 

2 – ASSALTO DEGLI ULTRÀ: INDAGATO CICCARELLI RISCHIO RAPPRESAGLIA PER IL TIFOSO PENTITO

Cesare Giuzzi per il “Corriere della Sera - Edizione Milano”

 

NINO CICCARELLI 1 NINO CICCARELLI 1

La svolta arriva che è quasi notte. Nino Ciccarelli, nome storico del tifo organizzato interista, fondatore dei Viking, condannato a 12 anni di carcere per vari reati e attualmente sottoposto a cinque anni di Daspo, è indagato per l' assalto di Santo Stefano contro i tifosi napoletani.

 

Il 49enne è stato portato in Questura in serata dagli investigatori della Digos. Il suo nome era uno di quelli indicati dall' ultrà «pentito» Luca Da Ros. Perché Ciccarelli - coinvolto e assolto nelle indagini per l' omicidio del tifoso ascolano Nazzareno Filippini nel 1988 - è uno dei capi storici della Curva Nord.

 

DANIELE BELARDINELLI DANIELE BELARDINELLI

Esattamente come «il Rosso» Marco Piovella, anche lui indicato dal 21enne Da Ros, e allo stesso modo indagato per gli scontri. La sua posizione, peraltro, rischia di aggravarsi con l' emissione di una misura cautelare.

 

Il «Teppista» Ciccarelli dopo un lungo interrogatorio ha ammesso di aver preso parte agli incidenti ma, assistito dall' avvocato Mirko Perlino, non ha aggiunto molto altro. L' inchiesta sugli scontri di Inter-Napoli, durante i quali è morto il 39enne ultras del Varese Dede Belardinelli, punta quindi in una direzione precisa grazie alla collaborazione (per certi versi inaspettata) del 21enne Da Ros.

 

L' obiettivo della procura e dalla Digos è quello di dare un ruolo ad ogni ultrà indicato dal 21enne. Si cerca di «rintracciare» nei filmati delle telecamere e in quelli acquisiti dai testimoni i volti (o meglio le sagome) degli ultrà indicati perché il solo racconto del giovane membro dei Boys San non è - ovviamente - sufficiente a motivare provvedimenti giudiziari nei loro confronti.

 

L' elenco di nomi è «ampio», anche se ben distante dai cento-centoventi ultras che hanno partecipato al blitz. Ma la Digos, ora che grazie alla collaborazione di Da Ros conosce tutti i movimenti del gruppo e degli organizzatori, ha a disposizione non solo le telecamere della zona di via Novara, ma anche quelle di Fiera e Sempione, dove gli interisti si sono radunati per raggiungere poi in auto i giardini di via fratelli Zoia.

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Nelle sei pagine di convalida dell' arresto, il gip Guido Salvini parla anche di rischi di «rappresaglia» nei confronti degli ultrà finiti in manette e in particolare di Da Ros, studente di Sociologia alla Cattolica e fratello del giocatore di Serie A di basket Matteo, attualmente a Trieste. «In gruppi di tal genere e in occasione di episodi simili, ogni sforzo è diretto a tutelare i suoi componenti dall' identificazione e a far mantenere alle persone già individuate il silenzio in merito agli altri e soprattutto ai più importanti partecipanti che hanno avuto ruoli organizzativi», scrive Salvini.

 

scontro san siro scontro san siro

Il riferimento è all' omertà che caratterizza il mondo ultras dove, per tacita regola, i panni sporchi si lavano lontano dalla giustizia e soprattutto dalla polizia. Anche per questo il giudice ha disposto il carcere perché le indagini non sono concluse e c' è il pericolo che una volta fuori il 21enne possa essere costretto a ritrattare o peggio subire ritorsioni. Lo testimonia il clima sui social network dove il profilo di Luca Da Ros è stato «bombardato» da altri ultras che - nei migliori dei casi - lo hanno definito «infame», «spione» o «Buscetta», con riferimento al pentito più importante di Cosa Nostra. Ma le indagini sono vicine a una svolta anche sul fronte dell' auto che ha investito Dede Belardinelli.

 

daniele belardinelli daniele belardinelli

I testimoni, compreso il Rosso Piovella, hanno detto di aver visto il corpo di Dede già a terra quando l' auto (forse una A3) gli passava sopra. Non esistono riprese che mostrano il momento dell' impatto, ma tra le ipotesi c' è anche quella di una doppia auto. Ossia che Dede nel caos degli scontri sia stato prima colpito da una vettura e poi travolto da una seconda macchina. Ma è solo una ipotesi.

 

Intanto prosegue l' analisi sul fronte dell' ordine pubblico. Il questore Marcello Cardona - dopo le critiche di parte del Siap - ha incassato il sostegno dei Coisp. Nelle prossime settimane si parlerà in Prefettura di un nuovo piano sicurezza per il Meazza perché un evento simile non si possa più ripetere.

 

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