vincenzo armanna fabio de pasquale sergio spadaro

CAMBIATE LA GIUSTIZIA, SUBITO - NELLE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA DI ASSOLUZIONE AL PROCESSO ENI, I GIUDICI DI MILANO ACCUSANO LA PROCURA: AVREBBE OMESSO DI DEPOSITARE FRA GLI ATTI DEL PROCEDIMENTO UN DOCUMENTO CHE DIMOSTRAVA COME IL GRANDE ACCUSATORE, VINCENZO ARMANNA, AVESSE PIANIFICATO LA SPUTTANATION DEI VERTICI ENI - ERA UN UN VIDEO REGISTRATO DA AMARA IN CUI ARMANNA MANIFESTA L'INTENZIONE DI "RICATTARE" I VERTICI ENI PREANNUNCIANDO L'INTENZIONE DI RIVOLGERSI AI PM MILANESI PER FAR ARRIVARE "UNA VALANGA DI MERDA"

fabio de Pasquale

Maurizio Belpietro per "la Verità"

 

L' altra sera in tv, Piercamillo Davigo ha spiegato, con la perentorietà da tutti conosciuta, che in un processo non esiste alcuno svantaggio tra accusa e difesa, perché il pm è punito se non dice o occulta la verità, mentre l' avvocato dell' imputato può essere condannato proprio se davanti alla Corte racconta fatti veri che possono danneggiare il suo cliente. Tradotto, secondo l' ex esponente del pool di Mani pulite, il vantaggio ce l' hanno i legali, perché

 

vincenzo armanna

il pubblico ministero è al servizio della legge, mentre i difensori sono al servizio di interessi privati e dunque, in udienza, possono anche raccontare balle. La sentenza tv dell' ex capo di Autonomia e indipendenza, una delle correnti della magistratura, non ammette dubbi: «Sapendo che l' imputato è innocente, se un pm ne chiede la condanna commette il delitto di calunnia. E se sostiene questa sua richiesta con atti falsi, redatti da lui o da altri, commette il delitto di falso ideologico o di falso in atto pubblico». Chiaro, no? La pubblica accusa non può fabbricare prove, non può omettere qualche cosa, non può accusare un innocente sapendo che è innocente.

 

piero amara

Ad ascoltare Davigo, sembra tutto perfetto, tutto al di sopra delle parti, tutto a tutela dell' imputato. Un modello da prendere a esempio, così come avrebbe fatto il Consiglio d' Europa, raccomandando agli Stati membri di imparare dall' Italia, Paese che, pur disponendo della giustizia più lenta del mondo, pur avendo un arretrato processuale di anni, pur mandando in prescrizione una montagna di reati, sarebbe un sistema che funziona proprio per le garanzie nei confronti dell' imputato e per la competenza dei suoi magistrati.

 

fabio de Pasquale

Peccato che appena finito di ascoltare le parole di Davigo, uno poi legga la sentenza con cui il tribunale di Milano ha mandato assolti i vertici dell' Eni accusati di aver pagato una tangente miliardaria ad alcuni uomini politici e faccendieri nigeriani. Tra le motivazioni del proscioglimento, c' è un passaggio da brivido: nel documento di 482 pagine, i giudici della VII sezione penale scrivono che la Procura avrebbe omesso di depositare fra gli atti del procedimento «un documento che, portando alla luce l' uso strumentale che Armanna intendeva fare delle proprie dichiarazioni e dell' auspicata conseguente attivazione dell' autorità inquirente, reca straordinari elementi in favore degli imputati».

 

In pratica, i giudici spiegano che senza il deposito di quel documento sarebbe stato sottratto «alla conoscenza delle difese e del tribunale un dato processuale di estrema rilevanza». Cioè il giudizio sarebbe stato viziato dall' occultamento di una prova a favore degli imputati.

piero amara 7

 

Alcuni lettori probabilmente ricorderanno di che cosa io stia parlando, perché La Verità è stato l' unico giornale che quel documento lo ha raccontato quando ancora nessuno o quasi ne conosceva l' esistenza. Si tratta di un video registrato dall' avvocato Pietro Amara, ossia di colui che l' altro ieri la Procura di Potenza ha fatto arrestare, in cui è possibile ascoltare una conversazione con Vincenzo Armanna, ex dirigente dell' Eni che insieme al succitato legale è stato uno dei testimoni chiave dei pm di Milano contro i vertici della società petrolifera.

 

claudio descalzi

Nella registrazione, Armanna, che due giorni dopo si recherà in Procura accusando i manager del gruppo, manifesta l' intenzione di «ricattare» i vertici del cane a sei zampe, preannunciando l' intenzione di rivolgersi ai pm milanesi per far arrivare «una valanga di merda» e «un avviso di garanzia» all' amministratore delegato e ai suoi colleghi. In sostanza, si capisce che Armanna aveva «interesse a cambiare i capi dell' Eni per sostituirli con uomini di suo gradimento, così da poter essere agevolato in alcuni affari petroliferi che stavano a cuore a lui e a Pietro Amara».

 

fabio de Pasquale

Vi state perdendo nel guazzabuglio di nomi? Niente paura, per un po' ho faticato anche io a raccapezzarmi. In poche parole, due tizi si dicono pronti a vuotare il sacco con i pm, per poter togliere di mezzo chi li intralcia, un intento che non pare certo quello di fare giustizia, ma semmai di fare affari. Scrivono i giudici: «L' intenzione era quella di gettare un alone di illiceità sulla gestione da parte di Eni».

 

Peccato che questa prova chiave, che avrebbe dovuto chiarire tutto fin da subito, evitando un processo dispendioso e un impegno di risorse pubbliche, i pm non l' hanno prodotta, dimenticandosene inspiegabilmente, e dunque il testimone dell' accusa animato da così poco disinteressate intenzioni, ha potuto trascinare per anni un procedimento che probabilmente non sarebbe mai dovuto neppure iniziare.

 

MARTA CARTABIA

Dunque torniamo all' inizio, alla parole di Davigo pronunciate in tv senza contraddittorio, così sicure, ma così lontane dalla realtà se messe a confronto con ciò che accade in certe aule di giustizia. Una cosa tuttavia appare certa: il Guardasigilli, Marta Cartabia, ha un' occasione formidabile. Mai come in questa stagione, dopo lo scandalo Palamara, dopo le vicende che hanno inguaiato il Csm, dopo gli arresti di magistrati corrotti, si è sentito il bisogno di una riforma che faccia in modo che la legge sia davvero uguale per tutti. Anche per i magistrati.

Ultimi Dagoreport

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…