fabio de pasquale francesco greco claudio descalzi paolo scaroni

CASO ENI, A MILANO VOLANO GLI STRACCI TRA PROCURA E TRIBUNALE - IL PROCURATORE FRANCESCO GRECO, CHE ANDRÀ IN PENSIONE A NOVEMBRE, IN UNA NOTA SI SCHIERA PUBBLICAMENTE AL FIANCO DEL PROCURATORE AGGIUNTO FABIO DE PASQUALE E DEL PM SERGIO SPADARO, RAPPRESENTANTI DELL'ACCUSA AL PROCESSO - NEL PIENO DEL CASO PALAMARA, LA SPACCATURA, CON LA FRONDA INTERNA DI ALCUNI PM, È MOLTO PIÙ DI UNA SCHERMAGLIA TRA MAGISTRATURA INQUIRENTE E GIUDICANTE. MA LA QUESTIONE RISCHIA DI DIVENTARE UN CASO POLITICO PER GOVERNO E QUIRINALE

1 - CASO ENI, GUERRA TRA I MAGISTRATI MILANESI

Monica Serra per "la Stampa"

 

FRANCESCO GRECO

Dopo il caso Eni è scontro aperto all' interno del palazzo di giustizia di Milano. L' ultimo colpo lo ha sferrato il procuratore Francesco Greco che in una nota si è schierato pubblicamente «al fianco» del procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e del pm Sergio Spadaro, rappresentanti dell' accusa al processo. «I quali, nonostante le intimidazioni subite, hanno svolto il loro lavoro con serenità, professionalità e trasparenza».

 

i pm di Milano Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro -U43070110205349sDC-593x443@Corriere-Web-Sezioni

Il riferimento è al processo sulla presunta maxi tangente da oltre un miliardo di euro che per i pm sarebbe stata pagata da Eni e Shell finito in primo grado con l' assoluzione «perché il fatto non sussiste» di tutti gli imputati. Una sentenza cui ha fatto seguito una moltitudine di polemiche che hanno dato spunto anche a un velenoso botta e risposta in una chat di whatsapp interna della procura.

 

Dove sono «volati gli stracci», finiti poi qualche giorno fa sulle pagine de Il Giornale.

ROBERTO BICHI

Qualcuno ha chiesto un' assemblea nella procura che però è stata rifiutata, ma la discussione non si è fermata ai pm. Perché nelle scorse ore è intervenuto il presidente del Tribunale, Roberto Bichi, che ha inviato una lettera «di solidarietà» al collegio giudicante del processo Eni Nigeria, al presidente Marco Tremolada e ai colleghi Mauro Gallina e Alberto Carboni, con un ringraziamento «istituzionale» per la conduzione del processo Eni. -Nigeria, nonostante «polemiche di carattere mediatico».

 

La presa di posizione è contro chi ha sollevato dubbi sull' imparzialità del collegio, paventando una vicinanza tra i giudici del caso e le difese degli imputati. Dubbi emersi nel corso di un' altra inchiesta, quella sulle presunte attività di depistaggio per condizionare le indagini sul caso Eni-Nigeria, aperta dal procuratore aggiunto Laura Pedio e dal pm Paolo Storari, e segnalati alla procura di Brescia, competente a indagare sui magistrati milanesi.

Descalzi Scaroni

 

Che, però, ha già archiviato il fascicolo aperto, contro ignoti, per traffico di influenze illecite e abuso d' ufficio. «Stante la gravità delle insinuazioni fatte circolare e riprese e diffuse dai media - scrive Bichi - immagino il riflesso emozionale che ciò può avervi indotto».

 

Passano poche ore dalla lettera di Bichi e arriva la nota del procuratore Greco. Che innanzitutto fa presente che per i fatti su cui si concentra l' inchiesta sul presunto depistaggio delle indagini su Eni, «gli imputati» coinvolti nelle indagini correlate condotte dalle procure di Roma e Messina «tra i quali un magistrato (l' ex pm di Siracusa, Giancarlo Longo, ndr.) , hanno ammesso gli addebiti e sono già stati condannati».

 

IL PM DI MILANO FRANCESCO GRECO AL CELLULARE

E aggiunge che «nell' azione di inquinamento, chi l' ha ideata e portata avanti ha anche cercato di delegittimare il pubblico ministero di Milano». In più, a chi anche sui giornali ha parlato del processo Eni come un «grande spreco di denaro», Greco ha ribadito che «in materia di corruzione internazionale l' obbligatorietà dell' esercizio dell' azione penale è rafforzata dagli impegni assunti dallo Stato italiano con la convenzione Ocse di Parigi del 1997».

 

Nel pieno del caso Palamara, con il delicato ruolo del Csm e la prossima nomina del sostituto del procuratore Greco, che andrà in pensione a novembre, la spaccatura nel Palazzo di Giustizia di Milano, con la fronda interna di alcuni pm, è molto più di una schermaglia tra magistratura inquirente e giudicante. Ma la questione rischia di diventare un caso politico per governo e Quirinale.

 

2 - PROCESSO ENI FLOP, GRECO DIFENDE IL PM DE PASQUALE

CBas. per "il Giornale"

 

fabio de Pasquale

«Il procuratore della Repubblica, nel ribadire che in materia di corruzione internazionale l' obbligatorietà dell' esercizio dell' azione penale è rafforzata dagli impegni assunti dallo Stato italiano con la Convenzione Ocse di Parigi del 1997, è al fianco dei colleghi Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro, i quali, nonostante le intimidazioni subite, hanno svolto il loro lavoro con serenità, professionalità e trasparenza». Firmato: il procuratore della Repubblica Francesco Greco.

 

Una pagina su carta intestata per dichiarare esplicitamente, all' esterno e all' interno del Palazzo di giustizia milanese, il proprio appoggio incondizionato a chi ha sostenuto l' accusa nel processo Eni-Nigeria. Quello approdato pochi giorni fa all' assoluzione in primo grado di tutti gli imputati.

 

ROBERTO BICHI

Continua Greco: «In relazione ai recenti articoli di stampa sul processo denominato Eni-Nigeria, si precisa che: nel corso delle indagini sono stati imbastiti da un avvocato dell' Eni, presso la Procura di Trani e presso la Procura di Siracusa, due procedimenti, finalizzati a inquinare l' inchiesta condotta dalla Procura di Milano e a danneggiare l' immagine di alcuni consiglieri indipendenti dell' Eni». Cioè Luigi Zingales e Karina Litvack.

 

francesco greco1

«Per taluni fatti specifici - continua la nota - gli imputati, tra i quali un magistrato, hanno ammesso gli addebiti e sono già stati condannati». Secondo punto: «Nell' azione di inquinamento, chi l' ha ideata e portata avanti ha anche cercato di delegittimare il pubblico ministero di Milano».

 

Non si fermano quindi gli strascichi delle assoluzioni per la presunta maxi tangente per lo sfruttamento del blocco petrolifero Opl 245. La presa di posizione del capo della Procura milanese, a sostegno del proprio aggiunto e del proprio sostituto, non sembra tanto una risposta agli attacchi dei giornali (che non sarebbero una novità) dopo la sconfitta.

marta cartabia sergio mattarella

 

Quanto uno scudo dopo le critiche, anche aspre, che si sono sollevate proprio al quarto piano del Palazzo attraverso la chat interna. Con alcuni colleghi che hanno attaccato frontalmente il «sistema» messo in piedi contro Eni e poi crollato.

 

E non è l' ultimo colpo alla Procura, per importanza, quello sferrato lunedì dalla Procura generale che ha chiesto l' assoluzione in Appello dei presunti intermediari della corruzione. Definendo l' intera inchiesta «un enorme spreco di risorse».

fabio de Pasquale

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO