conte speranza

CAZZO, IL GOVERNO SAPEVA! – IL 5 GENNAIO IL MINISTERO DELLA SALUTE INVIA A VARI ENTI UNA NOTA DI TRE PAGINE, CON OGGETTO ‘POLMONITE DA EZIOLOGIA SCONOSCIUTA’, DOVE SI PARLA DEI PRIMI CASI DI CORONAVIRUS IN CINA E SI SEGNALANO I SINTOMI CLINICI – QUATTRO GIORNI DOPO IN LOMBARDIA SI RIUNISCE PER LA PRIMA VOLTA L’UNITÀ DI CRISI. ALLORA PERCHÉ NULLA SI È MOSSO FINO AL 21 FEBBRAIO, QUANDO C’È IL CASO DEL PAZIENTE UNO DI CODOGNO?

 

Davide Milosa per "il Fatto quotidiano”

 

ROBERTO SPERANZA CORONAVIRUS

Due mesi e 21 giorni fa, il governo già sapeva, ma nulla è stato fatto.

Ai primi di febbraio addirittura si ha la certezza che SarsCov2 manderà al collasso le terapie intensive. Mancano tre settimane al caos, ma la macchina istituzionale non parte. Torniamo al 5 gennaio. L' Italia attende come al solito la vigilia della Befana. Il rischio di un' epidemia resta confinato a oltre 10mila chilometri di distanza.

 

MATTIA – IL PAZIENTE UNO DI CODOGNO

Tanto più che nemmeno dalla città di Wuhan arrivano notizie drammatiche. Eppure laggiù SarsCov2 gira dal 23 ottobre. Decine di casi di polmonite grave si trasformano in poche settimane in Covid-19 conclamati. L' Oms sta alla finestra, recupera i dati e li rigira ai governi di tutto il mondo. Anche all' Italia. Il 5 gennaio il ministero della Salute invia a vari enti tra cui l' Istituto superiore di sanità, l' ospedale Spallanzani di Roma e il Sacco di Milano una nota di tre pagine. Oggetto: "Polmonite da eziologia sconosciuta".

 

coronavirus terapia intensiva bergamo

Il ministero spiega che al 31 dicembre la Cina ha segnalato alcuni casi di questo genere. Il 3 gennaio i casi sono diventati già 44. Il mercato di Wuhan viene chiuso e da lì a poche ore inizieranno a emergere i primi Covid. La nota del ministero aggiunge dell' altro.

Spiega fin da subito quali sono i sintomi precisi per riconoscere il contagio scatenato dal virus SarsCov2. Si legge: "I segni e i sintomi clinici consistono principalmente in febbre, difficoltà respiratorie, mentre le radiografie al torace mostrano lesioni invasive in entrambi i polmoni". Si tratta delle ormai note polmoniti interstiziali bilaterali.

 

attilio fontana si mette la mascherina 1

Tutto, dunque, era già scritto oltre due mesi fa. Anche perché da lì a pochi giorni quella eziologia sconosciuta si rivelerà un patogeno molto aggressivo per il quale non c' è vaccino né cura.Eppure si prosegue come nulla fosse. Gli italiani nulla immaginano. I vertici sanitari invece sì, ma queste sintomatologie non vengono trasmesse a quei medici di base che stanno sul territorio.Solo dopo il 21 febbraio, quando l' Italia ha il suo "paziente 1", si tornerà a parlare di strane polmoniti avvenute tra dicembre e gennaio. Ma ormai è troppo tardi, i buoi sono già scappati. Sempre a gennaio, il 9, in Lombardia si riunisce per la prima volta l' Unità di crisi che oggi affronta l' emergenza.

 

massimo galli

Dopo quella riunione non accade nulla. Il virus è roba ancora da pagine degli esteri. Eppure il documento del ministero è chiaro: "Il verificarsi di 44 casi di polmonite che necessitano di ospedalizzazione e formano un cluster deve essere considerato con prudenza". Si arriva alla fine del mese di gennaio e la Germania, non la Cina, segnala quattro casi di Covid-19 già circoscritti. In quel momento si guarda solo alla regione dello Hubei. Si chiudono i voli e il governo afferma di essere "pronto". Peccato non si sia accorto che il virus arrivato dalla Baviera già veleggiava per le pianure del Basso Lodigiano dal 26 gennaio.

 

MASSIMO GALLI

Questo, grazie al lavoro del professor Massimo Galli del Sacco, lo sapremo una settimana dopo l' emergenza. Il governo si dichiara pronto, pensa ai voli ma non agli ospedali, né a inviare linee chiare ai medici di base. Il rischio prosegue a essere sottovalutato durante almeno tre riunioni che si svolgono all' Istituto superiore di sanità dai primi febbraio. A quegli incontri partecipa anche il professor Antonio Pesenti, direttore di rianimazione al Policlinico di Milano. Il suo racconto conferma la sottovalutazione del rischio. Pesenti, come anticipato già ieri dal Fatto, spiega di "simulazioni sullo sviluppo del contagio" e rivela come "fin da subito era stato chiarito che le terapie intensive sarebbero andate in sofferenza". Siamo a tre settimane dal primo caso italiano.

 

GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZAreparto di terapia intensiva brescia 22

Eppure i dati di quelle riunioni non spingono il governo ad anticipare il rischio. E con la previsione poi rivelatasi corretta di un collasso delle rianimazioni, solo il 17 febbraio in un' ulteriore riunione si inizia a discutere su quali strumenti acquistare. Le parole, però, restano tali e tre giorni dopo, alle 21 del 20 febbraio, il tampone conferma il primo paziente Covid in Italia. La sottovalutazione prosegue. Il 2 marzo, spiega il sito Tpi, una nota dell' Iss consigliava la creazione di una zona rossa in Val Seriana (Bergamo). Cosa che non avverrà.

alzano lombardo nembroAlzano Lombardo reparto di terapia intensiva brescia 23

Ultimi Dagoreport

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - OGGI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE…

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?