CHE CI FA IL BROKER MOLISANO GIANLUIGI TORZI, COINVOLTO NELLO SCANDALO DEL PALAZZO DEL VATICANO A LONDRA, CON IL PASSAPORTO DI VANUATU? IL SUO NOME APPARE NELLA MEGA INCHIESTA DEL GUARDIAN SULLA COMPRAVENDITA DELLA CITTADINANZA DELL’ARCIPELAGO DEL PACIFICO: BASTANO 130MILA DOLLARI PER DIVENTARE CITTADINI, SENZA BISOGNO DI VIVERE NEL PAESE (NÉ DI VISITARLO) - PER LO STATO OCEANICO IL BUSINESS È UNA MINIERA D’ORO: MA SPESSO A RICHIEDERE LA CITTADINANZA SONO CRIMINALI O RICERCATI…

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vanuatu vanuatu

Nicolò Delvecchio per www.tag43.it

 

Bastano 130 mila dollari per diventare cittadini di Vanuatu, una delle più belle isole del Pacifico. Si fa la richiesta, si paga il dovuto e si aspetta, normalmente poco più di un mese, senza bisogno di vivere nel Paese oceanico.

GIANLUIGI TORZI GIANLUIGI TORZI

 

Anzi, non serve nemmeno visitarlo: il passaporto si può ottenere senza aver mai messo piede nell’isola, e fornisce una serie di vantaggi non da poco. Per esempio, i cittadini di Vanuatu possono entrare in 130 Stati al mondo senza bisogno di visto, compresi tutti i Paesi dell’Unione europea e il Regno Unito. E vale anche per sfruttare i vantaggi economici dell’isola, un paradiso fiscale senza imposte su reddito, società o patrimonio.

 

Il passaporto di Vanuatu e i suoi vantaggi

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Una vera miniera d’oro, per tutti: per lo Stato, che nel 2020 ha riscosso 116 milioni di dollari grazie alla cessione di passaporti, il 42 per cento delle entrate annuali. E per chi li richiede, spesso – ma non sempre – imprenditori caduti in disgrazia o ricercati dalla polizia internazionale, che grazie al passaporto verde possono aggirare sanzioni e restrizioni a loro carico.

 

L INCHIESTA DEL GUARDIAN SUI PASSAPORTI DI VANUATU L INCHIESTA DEL GUARDIAN SUI PASSAPORTI DI VANUATU

Il Guardian, che ha condotto l’inchiesta e ottenuto l’accesso a documenti riservati, ha rivelato che più di duemila persone, nel 2020, hanno richiesto e ottenuto la cittadinanza di Vanuatu. Tra questi anche Gianluigi Torzi, imprenditore italiano accusato di false fatture, evasione fiscale e riciclaggio di denaro nell’ambito dell’acquisto di una proprietà di lusso per conto del Vaticano, arrestato a Londra a maggio dopo un periodo di latitanza. Ma anche un manager siriano sottoposto a sanzioni da parte degli Usa, dei fratelli sudafricani accusati di un furto di criptovaluta da 3,6 miliardi di dollari e tanti altri.

 

La “cittadinanza di investimento” e i suoi rischi

GIANLUIGI TORZI GIANLUIGI TORZI

La cittadinanza da investimento (così si chiama il sistema) non è illegale, e sono molti gli Stati che offrono programmi del genere: si può richiedere per ottenere una maggiore libertà di movimento, o anche per godere di alcuni privilegi bancari.

 

Alcuni analisti, però, ritengono che lo schema adottato da Vanuatu sia troppo facile da sfruttare, e che crei non solo una sorta di “porta sul retro” per l’accesso in molti Paesi, ma anche una base d’appoggio per i criminali internazionali che, grazie alle leggi fiscali dell’isola, possono procedere più facilmente al riciclaggio di denaro.

 

Degli oltre duemila passaporti rilasciati da Vanuatu nel 2020, circa 1.200 erano per cittadini cinesi, poi molti nigeriani, russi, libanesi, iraniani, libici (tra cui l’ex Presidente riconosciuto dall’Onu, Fayez al-Serraj), siriani e afgani. Tra coloro che hanno presentato domanda c’erano anche venti persone dagli Stati Uniti, sei australiani e qualche europeo.

 

Vanuatu, centro di traffici criminali?

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«Il Pacifico, in questo modo, rischia di diventare sempre più uno snodo centrale per il traffico di droga», ha affermato Jose Sousa-Santos, un ricercatore di politica del Pacifico presso l’Australian Pacific Security College. «Perché le leggi sui semi-paradisi fiscali di Vanuatu lo rendono molto attraente per il riciclaggio di denaro».

 

Ma non solo, perché dopo aver ottenuto la cittadinanza si possono anche avviare le pratiche per cambiare legalmente il proprio nome, ottenendo di fatto una nuova identità: «È uno dei rischi», ha continuato Santos. «Una volta ottenuta la cittadinanza di Vanuatu si può cambiare il nome e, naturalmente, ottenere l’accesso in Paesi in cui la fedina penale non lo permetterebbe».

 

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In risposta a queste preoccupazioni, Ronald Warsal, presidente dell’Ufficio e della Commissione per la cittadinanza di Vanuatu, ha dichiarato: «Vanuatu è firmatario della maggior parte dei trattati penali a livello internazionale, e negli ultimi anni ha ratificato accordi che vietano alle organizzazioni criminali internazionali di operare all’interno della nostra giurisdizione.

 

Per questo, è difficile per queste organizzazioni stabilire una base a Vanuatu». Ha anche affermato che il paese richiede dei controlli prima di consentire un cambio legale di nome. Vanuatu è una delle nazioni più povere del mondo, con la Banca Mondiale che ha fissato il Pil pro capite a 2.780 dollari. Il Paese è fortemente indebitato, in gran parte a causa dei disastri naturali che lo hanno colpito, come il tornado del 2014 che ne ha fatto crollare l’economia. Nel giugno 2021, nonostante la pandemia, il governo ha registrato un avanzo di bilancio in gran parte grazie alle numerose richieste di cittadinanza, e ha utilizzato questi profitti per pagare i debiti.

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