scopero tassisti contro il ddl concorrenza taxi

CHE DIO TASSISTA - LA PROTESTA DEI TASSISTI IN TUTTA ITALIA CONTRO IL DDL CONCORRENZA: A ROMA, CIRCA MILLE MANIFESTANTI HANNO SFILATO PER VIA DEL CORSO - UN CENTINAIO HA TENTATO DI ARRIVARE A PALAZZO CHIGI, CERCANDO DI SFONDARE IL CORDONE DELLA POLIZIA A PIAZZA COLONNA - LA TRATTATIVA CON IL GOVERNO SEMBRA ESSERSI ARENATA E LA VICEMINISTRA BELLANOVA RINTUZZA: "L'ESECUTIVO NON È INTENZIONATO A STRALCIARE L'ARTICOLO 10 MA È DISPONIBILE A…" - VIDEO

1 - PROTESTA DEI TAXI IN TUTTA ITALIA LANCIATI FUMOGENI E BOTTIGLIETTE DI FRONTE A PALAZZO CHIGI

Rinaldo Frignani per il “Corriere della Sera”

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Al culmine di una giornata di proteste e disagi in tutta Italia, da Palermo a Milano, con punte critiche negli aeroporti, come a Fiumicino, e nelle stazioni ferroviarie, un centinaio di tassisti - l'ala dura del movimento - ha tentato di arrivare a Palazzo Chigi, cercando di sfondare il cordone della polizia a piazza Colonna: grida, spintoni, slogan contro il premier Mario Draghi e Uber, storico rivale delle auto bianche. Anche lanci di bottigliette e fumogeni.

 

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Uno dei manifestanti è riuscito a oltrepassare gli agenti ma è stato fermato e accompagnato in Questura: è stato denunciato, mentre altri in via di identificazione saranno segnalati all'autorità giudiziaria. Molti sono rimasti in presidio fino a sera dietro lo striscione «Draghi, non te lo chiede l'Europa, te lo chiede Uber», davanti la galleria Alberto Sordi, rimandando forse a oggi il momento più caldo della protesta contro l'articolo 10 del Ddl Concorrenza, che per i tassisti «delegittima il settore a favore delle multinazionali». Questa mattina la contestazione si sposterà a Milano, in corso Monforte.

 

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Comunque ieri a Roma un migliaio di manifestanti, in sciopero fino alle 24 di oggi, come una buona percentuale della categoria, ha sfilato per via del Corso, anche per il blocco di un pullman di colleghi napoletani da parte della polizia. Nel frattempo, a causa dell'agitazione di 48 ore dei tassisti, le tariffe Ncc a Roma avrebbero toccato i 50 euro anche per brevi tragitti.

 

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La trattativa con il governo intanto sembra essersi arenata. La viceministra delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Teresa Bellanova sottolineava che l'esecutivo «non è intenzionato a stralciare l'articolo 10 ma è disponibile a portare avanti il confronto». Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi lamenta il fatto che «il ddl concorrenza è inchiodato in Parlamento dal luglio 2021 perché i partiti danno retta alle loro costituency», ma Nicola Di Giacobbe, leader di Unica Cgil Taxi, dice «no a una legge delega: siamo un servizio pubblico con una tariffa amministrata dai Comuni e non permetteremo un regalo alle multinazionali».

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Il governo potrebbe rilanciare «distinguendo - aggiunge Bellanova - il ricorso alle piattaforme tecnologiche di intermediazione da quelle di interconnessione. Le prime gestite da altri soggetti a pagamento, le seconde usate oggi da molti tassisti, che potrebbero aderire a una o a entrambe», mentre per Francesco Artusa, presidente di Sistema Trasporti (Ncc auto e bus turistici), «la protesta taxi è solo una prova di forza politica».

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2 - LA RIVOLTA DEI TAXI

Grazia Longo per “la Stampa”

 

Tutti uniti contro la liberalizzazione delle licenze e l'avanzata di Uber. Sotto un sole rovente e nella totale assenza di un refolo di vento il corteo dei tassisti in sciopero nazionale ha sfilato per le vie del centro di Roma, da piazza della Repubblica a piazza Venezia, per quasi tre ore. Una manifestazione abbastanza pacifica, nonostante le varie bombe carta e i fumogeni e il tentativo di avvicinarsi a Palazzo Chigi, partita alle 12 con due ore di ritardo perché tanti mancavano all'appello.

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 Soprattutto i colleghi romani, che sono 8 mila e che non erano affatto presenti in massa come ci si sarebbe aspettato: hanno sfilato poco oltre mille persone. Tanti i cori da stadio, «I tassisti dell'Italia siamo noi» e «La licenza non si tocca», e gli slogan anti premier tra cui «Mario Draghi sei una fogna» era il più edulcorato.

 

La protesta è scandita contro l'articolo 10 del ddl concorrenza, ma nel mirino c'è fondamentalmente Uber. Davide Bologna, 70 anni, da 45 alla guida di un taxi, è tra i più agguerriti. Non a caso sarà lui ad aizzare il corteo, a bordo di un camion scoperto, a suon di proclami in difesa della categoria. «Noi lavoriamo con il tassametro - spiega - che è una garanzia per il cliente, perché l'importo sale in base alla lunghezza della corsa, mentre Uber usa un algoritmo che varia in base al picco di presenze di automobili in circolazione: se ce n'è tante puoi pagare nella media, ma se la maggior parte sono occupate e quindi ce n'è poche arrivi a pagare uno sproposito».

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Stefano Santarelli, 58 anni, da 27 su un'auto bianca, rincara la dose: «Dal centro a Fiumicino un Uber ti può chiedere anche oltre 100 euro per effetto dell'algoritmo, mentre noi ne chiediamo 50. Io mi domando com' è possibile che il governo possa accettare una cosa del genere che va chiaramente contro l'interesse degli utenti».

 

Stefano Calza ha 50 anni, una laurea in giurisprudenza e da 10 anni svolge questo lavoro «perché purtroppo non ne ho trovato altri. Mi creda io di legge me ne intendo ma questo ddl concorrenza è come un uovo di Pasqua: quello che c'è dentro è una sorpresa e peraltro neppure gradita. Perché con la liberalizzazione uno si può comprare la licenza in un paese della Calabria dove costa poco e poi può venire a lavorare a Roma dove la licenza costa 135 mila euro».

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Arnaldo Acquaviva, 60 anni, metà dei quali spesi sul taxi, insiste sul ruolo «sociale del nostro lavoro: garantiamo il servizio notturno, non possiamo rifiutare la corsa e diamo assistenza ad anziani e disabili, cosa che peraltro assicuriamo anche nei giorni di sciopero». Da Milano è arrivato un nutrito gruppo tra cui Nicola Pietromartire, 59 anni, in servizio da 31, che osserva: «In Italia ci sono 40 mila tassisti, che significa 40 mila famiglie da tutelare con provvedimenti equi. Noi non siamo contrari ai cambiamenti, siamo contrari agli abusi. E la liberalizzazione rappresenta un abuso».

 

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Da Bologna è giunto Alessandro Fortunato, 56 anni, che auspica «un nuovo incontro con il governo per trovare un accordo». Daniela Santoro, 53 anni, ex barista, ha iniziato due anni fa, «giusto due mesi prima del lockdown periodo in cui abbiamo affrontato un sacco di sacrifici. Ora abbiamo bisogno di certezze».

 

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La viceministra delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Teresa Bellanova, apre un margine alla trattava: «Il governo non è intenzionato a fare lo stralcio dell'articolo 10 del ddl concorrenza, ma è disponibile a portare avanti il confronto per chiarire meglio e puntualizzare. Se c'è un tavolo di confronto il mio metodo è: mi siedo e non mi alzo fino a quando non si raggiunge una intesa. Limitiamo il danno, riportiamo il confronto nella sede propria, sapendo che il Parlamento dovrà normare non per penalizzare ma per aiutare».

 

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 E il responsabile nazionale di Unica Cgil taxi, Nicola Di Giacobbe, puntualizza: «Siamo pronti a venire a un tavolo di concertazione per migliorare il servizio ma diciamo no alla legge delega». Oggi di nuovo sciopero.

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