CHE FINE HA FATTO LARA ARGENTO? I CARABINIERI E DECINE DI SQUADRE DI VIGILI DEL FUOCO HANNO SETACCIATO LA ZONA DEL LIDO DI PAVIA ALLA RICERCA DI QUALCHE INDIZIO CHE POTESSE PORTARE ALLA TRANS BRASILIANA DI 38 ANNI, SPARITA LO SCORSO 21 DICEMBRE: “CERCHIAMO OGGETTI PERSONALI, NON UN CORPO” – A DENUNCIARNE LA SCOMPARSA NOVE GIORNI DOPO ERA STATO IL FIDANZATO, UN PIZZAIOLO CHE…

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Eleonora Lanzetti per "www.corriere.it"

 

LARA BERCELOS LARA BERCELOS

Si cercano tracce di Lara in riva al Ticino. Carabinieri e decine di squadre di vigili del fuoco, da ieri mattina alle 7 sino al tramonto, hanno setacciato la zona del Lido di Pavia alla ricerca di qualche indizio che potesse portare sviluppi sul caso di Lara Argento (all’anagrafe Leandro Barcelos), la trans brasiliana di 38 anni scomparsa da Pavia lo scorso 21 dicembre.

 

Le ricerche si sono concentrate nella zona del Canarazzo, alle porte di Pavia, sulle rive del Ticino, luogo in cui Lara è stata individuata per l’ultima volta grazie alla triangolazione delle celle telefoniche che hanno agganciato il suo cellulare, mai più ritrovato.

 

Un uomo, estraneo alla vicenda, ha raccontato agli investigatori di aver visto Lara proprio quella sera in questa area posta sotto la tangenziale, luogo frequentato da coppie, ma anche clienti e prostitute che si appartano nei pressi dei boschetti a ridosso del fiume.

 

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La zona battuta è vasta ed impervia: 190 ettari, mappati e divisi in micro aree perlustrate da 24 squadre di vigili del fuoco, droni, unità cinofile e un elicottero dei carabinieri. «Non si sta cercando un corpo, ma oggetti personali, elementi che possano indirizzare le indagini», precisano gli investigatori. Tra quelle sterpaglie o sull’argine potrebbero essere finiti il giubbino nero che Lara indossava quella sera, la sua borsa, o il telefonino.

 

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A denunciarne la scomparsa era stato il compagno, Roberto Caruso, pizzaiolo 38enne di Pavia, con il quale da tre anni aveva una relazione, e condivideva un appartamento in via Piave, alla periferia della città. La denuncia era stata presentata il 30 dicembre, nove giorni dopo, per via della febbre che aveva costretto il 38enne a letto, e che di fatto ha ritardato le ricerche.

 

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La Procura ha iscritto il pizzaiolo nel registro degli indagati con l’ipotesi di sequestro di persona. «Un atto dovuto per consentire gli accertamenti», avevano spiegato gli inquirenti. I carabinieri del Ris di Parma avevano effettuato un sopralluogo nella casa dove vivevano i due, ora sotto sequestro. Erano state trovate alcune tracce di sangue su una parte e una valigia.

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Roberto Caruso aveva spiegato che si trattava del suo sangue: «Quelle sulla parete ci sono finite perché mi sono tagliato una mano. La valigia invece si è sporcata perché Lara mi aveva tirato una testata». Un rapporto turbolento il loro, come testimoniato anche da alcuni vicini che hanno parlato di urla ed insulti provenire da quell’appartamento. Il compagno però assicura: «Non abbiamo litigato quella sera, né i giorni precedenti».

 

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In attesa degli esiti degli accertamenti tecnici, le indagini sono proseguite per capire cosa potesse essere successo alla transessuale, che lavora come escort e che quella sera doveva uscire solo per prendere le sigarette a dieci minuti a piedi da casa. Così aveva detto al compagno.

 

In realtà, aveva incontrato un cliente, l’ultimo ad aver risposto ad una delle tante chiamate partite dal cellulare di Roberto Caruso. Poi di Lara si è persa ogni traccia. Anche il primo giorno di ricerche non ha dato alcun esito.

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