manifestazione pro palestina a torino

CHE TESTE DI GAZA! - A TORINO 20 POLIZIOTTI SONO FINITI IN OSPEDALE A CAUSA DEGLI SCONTRI CON I MANIFESTANTI PRO-PAL SCESI IN PIAZZA PER IL "NO MELONI DAY" - A PIAZZA CASTELLO È STATA LANCIATA UNA BOMBA CARTA CONTRO GLI AGENTI: L'ORDIGNO HA RILASCIATO DEL CLORO CHE HA INTOSSICATO I POLIZIOTTI - LA BANDIERA ITALIANA È STATA IMBRATTATA E SOSTITUITA CON QUELLA PALESTINESE - DURANTE IL CORTEO E' STATO BRUCIATO UN MANICHINO CHE RAPPRESENTAVA IL MINISTRO VALDITARA...

 

Estratto dell'articolo di Fabio Amendolara per “La Verità”

 

manifestazione pro palestina a torino 4

«Le scuole sanno da che parte stare», recita uno degli striscioni mostrati alla testa del corteo dei 400 partito ieri per il «No Meloni day» da Porta Susa per spargere violenza in ogni strada del centro torinese e fin dentro la Mole.

 

La guerriglia messa in scena dalla colonna violenta degli studentelli pro Pal, tra simboli, gesti e parole che richiamano gli anni del terrore, conta 20 poliziotti feriti, negozi occupati e danneggiati, vetrine imbrattate. Passando per il falò di un rudimentale fantoccio (proprio davanti all’Ufficio scolastico regionale) che doveva rappresentare il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, e per la sostituzione dal pennone della Mole antonelliana della bandiera italiana (imbrattata con vernice spray) con quella palestinese dopo aver occupato l’ingresso della struttura impedendo ai visitatori di entrare.

manifestazione pro palestina a torino 7

 

Alcuni turisti che erano nel museo del cinema, spaventati, se la sono data a gambe, mentre altri sono rimasti bloccati all’interno per oltre un quarto d’ora. Un addetto, nel tentativo di ristabilire l’ordine, si è beccato qualche calcio. A via Sant’Ottavio, McDonald’s e Burger King sono stati presi di mira: vetrine imbrattate, locali devastati [...] «Non comprate qui, sono sionisti».

 

I due esercizi commerciali sono costretti a chiudere temporaneamente. I ragazzi marciano compatti mostrando con consapevolezza il gesto delle tre dita che rimanda alla P38 e rievoca le ombre dei cortei dell’Autonomia operaia degli anni Settanta. È solo l’inizio. Le prime tensioni si registrano in piazza Castello, davanti alla prefettura. Lì, l’aria si fa pesante, letteralmente.

manifestazione pro palestina a torino 5

 

Gli antagonisti hanno tentato di dirigersi verso l’ufficio territoriale del governo ma l’intenzione è stata raffreddata dagli agenti in tenuta antisommossa. Un ordigno artigianale viene lanciato tra le forze dell’ordine, liberando fumi urticanti che colpiscono una quindicina di poliziotti dei reparti mobili di Torino.

 

Gli agenti, con gli occhi arrossati e le mani sul volto, reggono la posizione, ma molti di loro sono costretti a ricorrere alle cure del pronto soccorso, riportando, fa sapere il segretario generale del Coisp, Domenico Pianese, «un’intossicazione da cloro». [...]

 

Davanti alla sede della Rai di via Verdi un blindato della polizia viene vandalizzato (ma non è l’unico mezzo del Reparto mobile ad aver riportato danni), lasciando a chi era affacciato ai balconi un’immagine che sembra uscita da un manuale di guerriglia urbana.

manifestazione pro palestina a torino 2

 

Non è solo una protesta, ma una sequenza di atti simbolici e violenti. Il monumento a Vittorio Emanuele II, all’angolo tra corso Vittorio e corso Galileo Ferraris, viene deturpato con scritte inneggianti alla Palestina libera. In via Roma, cuore pulsante del centro torinese, le vetrine dei negozi finiscono sotto una raffica di lancio di uova. Davanti alle Gallerie d’Italia, alcune uova vengono lanciate anche contro il cordone di poliziotti.

 

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Qui un gruppo di manifestanti scarica diversi libri sul pavimento urlando: «Leggeteli!». A Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche, riecheggiano gli slogan old style. Da quel punto nel 1977 gli autonomi si davano appuntamento per i loro cortei. I manifestanti mostrano cartelli con le fotografie di Giorgia Meloni, Elly Schlein e Matteo Salvini: il volto è coperto da uno stencil con una mano rossa di sangue e la scritta: «Complice del genocidio». [...]

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