caporalato

CHI L'HA DETTO CHE IL CAPORALATO ESISTE SOLO AL SUD? - SU 405 LOCALITÀ DOVE LO SFRUTTAMENTO DEL LAVORO NEI CAMPI È PIÙ FORTE, "SOLO" 191 SONO IN MERIDIONE E NELLE ISOLE, MENTRE 129 SI TROVANO NELL'ITALIA SETTENTRIONALE: È LA MAPPA REALIZZATA DALL'OSSERVATORIO PLACIDO RIZZOTTO DELLA FLAI-CGIL - NEL MIRINO DIVERSE AREE AGRICOLE TRA MANTOVA E PAVIA IN LOMBARDIA, E POI VENETO, EMILIA-ROMAGNA E IL MONFERRATO IN PIEMONTE 

Paolo Baroni per “La Stampa

 

caporalato

C'è tanto Nord, dalle aree agricole del Mantovano e del Pavese in Lombardia, al Veneto (con una concentrazione altissima soprattutto nel Vicentino e nel Padovano) e poi tutta la Romagna e molte zone dell'Emilia e ancora il Monferrato e l'alto Cuneese in Piemonte: su 405 località dove lo sfruttamento del lavoro nei campi è più forte, «solo» 191 sono al Sud e nelle Isole, mentre ben 129 si trovano nell'Italia settentrionale.

 

Questa è la «Geografia del caporalato», come recita il titolo del primo «quaderno» realizzato dall'Osservatorio Placido Rizzotto della Flai-Cgil, presentato venerdì scorso alla Sapienza di Roma.

 

caporalato 1

La costruzione della mappa regione per regione, che in qualche modo sfata il mito del Mezzogiorno come epicentro dello sfruttamento sistematico della manodopera nei campi, è stata effettuata incrociando in maniera rigorosa e scientifica interviste on line raccolte dai sindacalisti della Flai che operano in tutto il territorio nazionale con le singole operazioni di Polizia giudiziaria e le denunce degli stessi lavoratori e del Terzo settore.

 

caporalato in veneto

In un Paese dove, stando alle ultime statistiche, quasi 4 dipendenti su 10 risultano irregolari, la regione dove il fenomeno del caporalato è più evidente è la Sicilia, con 53 aree segnalate, a seguire Veneto con 44, quindi Puglia (41), Lazio e Calabria con 39, e poi Emilia (38), Campania (28), Toscana (27), Piemonte (22) e Lombardia 21. In totale: nel Nord Ovest risultano 45 zone, 84 nel Nord Est, 82 al Centro, 123 al Sud e 71 nelle Isole.

 

«Sfruttamento, caporalato, lavoro irregolare e mancata applicazione dei contratti sono andati assumendo confini geografici sempre più ampi nel nostro Paese, annidandosi anche in comparti caratterizzati da produzioni d'eccellenza con alto margine di profitto e coinvolgendo un numero crescente di lavoratori italiani e stranieri - spiega il segretario generale della Flai Giovanni Mininni -.

 

Si è radicata così in noi la convinzione sempre più forte che l'azione di denuncia dovesse proseguire e che fosse necessario avviare un percorso volto ad accendere un riflettore su questo fenomeno, per conoscerlo più a fondo e per contribuire a creare gli strumenti adatti a contrastarlo, per tutelare i tanti lavoratori coinvolti ma anche per spezzare l'odioso dumping basato sullo sfruttamento del lavoro, che fa delle aziende regolari altrettante vittime di questo sistema».

 

caporalato in veneto 4

Secondo il prefetto di Reggio Emilia Iolanda Rolli, in passato commissario straordinario a Manfredonia con l'incarico della lotta al sommerso, «dietro al caporalato c'è criminalità e mafia, il caporalato è una lavatrice di soldi.

 

caporalato

Negli ultimi anni sono state portate alla luce situazioni problematiche che confermano come nel settore agricolo italiano lo sfruttamento lavorativo sia radicato e strutturale» e colpisca soprattutto i lavoratori stranieri (il cui numero è in fortissimo aumento) «che versano in condizioni di grave vulnerabilità sociale, costretti a spostarsi tra i diversi ghetti italiani», vivendo così «in luoghi di marginalità, privi di diritti e isolati dalla società».

 

caporalato 2

Per contrastare questo fenomeno, a parere del prefetto, «è necessario mettere a sistema tutte le azioni, ma bisogna partire dalla conoscenza: occorre conoscere il fenomeno campo per campo, ghetto per ghetto».

 

caporalato in veneto 1

Anche per queste ragioni la Flai ha deciso di mettere a disposizione delle istituzioni e della collettività i risultati delle proprie ricerche. «Il lavoro di condivisione delle informazioni è basilare per contrastare il fenomeno e però - denuncia Mininni - dobbiamo constatare, non senza rammarico, che a distanza di oltre cinque anni dall'entrata in vigore della legge 199 lo Stato non è ancora riuscito a far rete tra le banche dati dell'Ispettorato nazionale del lavoro, dell'Inps, di Agea, così come prescritto dalla legge.

 

braccianti 5

Una lacuna grave da parte delle istituzioni, a volte prigioniere di burocrazie troppo farraginose, che non permettono di trovare la giusta modalità per mettere in campo un'azione veloce ed efficace, mentre la criminalità si muove e prospera con enorme rapidità».

 

Secondo Mininni è infatti «fondamentale non abbassare la guardia, in particolare in questa difficile congiuntura economica determinata dalla pandemia, perché quest'ultima non diventi ulteriore elemento di giustificazione per perpetrare illeciti e sfruttare i lavoratori».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”