statue berlino nazismo

CHI HA PAURA DELL’ARTE? – IL VENTO ICONOCLASTA SOFFIA PURE SU BERLINO CHE SI RICORDA DI AVER UN PASSATO NAZISTA: A FINIRE NEL MIRINO DEI FOLLI CHE VOGLIONO RIMUOVERE OGNI TRACCIA DEL PASSATO, SONO LE SCULTURE DEL COMPLESSO DELLE OLIMPIADI DEL 1936 IN QUANTO TESTIMONIANZA DEL “CULTO NAZISTA PER IL CORPO” – E LA POLEMICA INVESTE ANCHE LA CROCE CHE DOVREBBE ESSERE COLLOCATA SULLA CUPOLA DEL RICOSTRUITO CASTELLO DI BERLINO…

Vito Punzi per "Libero"

 

statue naziste, benito mussolini e adolf hitler

Il vento iconoclasta che si sta abbattendo furioso ad ogni latitudine a Berlino è stato anticipato di qualche settimana da un duro dibattito nel quale s' intrecciano religione, passato nazista e nostalgia comunista. Prima di citare i fatti è bene ricordare che il Land della capitale tedesca è in mano ad una coalizione rosso-rosso-verde (socialdemocratici, sinistra e verdi) nostalgica delle forme adottate dal regime comunista in versione tedesco-orientale tra il 1949 e il 1990: da ultimo, a mo' d'esempio, la festa della liberazione dal nazismo, l'8 maggio, festa di Stato per la DDR, ma mai riconosciuta come tale dalla Germania Federale, perché per milioni di tedeschi significò la sottomissione alla dittatura filo-sovietica.

 

josef thorak

Recupero di una certa memoria utile alla causa da un lato e volontà di rimozione di ciò che è ritenuto memoria scomoda dall'altro. Come tutto ciò che, finora riconosciuto come patrimonio culturale, si trova nel contesto dello stadio olimpico berlinese. Progettato e realizzato l'intero complesso per le olimpiadi del 1936 dal regime nazista, a dare fastidio, perché eredità del Terzo Reich, sono in particolare le grandi sculture (come Il pugile di Josef Thorak e Il decatleta e La vittoriosa di Arno Breker), perché testimonianze del "culto nazista del corpo". Così secondo Peter Strieder, socialdemocratico, che con un appello pubblicato il 16 maggio scorso da Zeit ha chiesto la loro rimozione.

 

peter strieder

Un appello nel quale Strieder, che pure è figlio di Peter senior, storico dell'arte noto anche in Italia per una monografia su Dürer, si scaglia pure contro le pitture murali, della stessa epoca e recentemente restaurate, che si trovano nella Casa dello Sport Tedesco, lamentando in sostanza che «l'intero complesso sportivo sia tuttora così come fu costruito dai nazionalsocialisti perché definito edificio protetto».

 

Le statue e le pitture sono ancora lì. Un appello per ora inascoltato, dunque. Anche perché immediata è stata la replica dell'architetto Hans Kollhof, che ha ricordato a Strieder che, tenendo conto delle vicende degli artisti coinvolti e dello stile delle opere lì realizzate, se quelle venissero soppresse «semplicemente verrebbe distrutta anche l'arte creata prima dell'avvento della dittatura nazista».

 

arno breker 4

l'edificio danneggiato L'altro fronte iconoclasta apertosi di recente nella capitale tedesca è quello religioso-colonialista. È stata una lunga battaglia (dal 2017) ma alla fine sul ricostruendo castello degli Hohenzollern il 29 maggio scorso è stata collocata la croce che si trovava sull'edificio originale voluto dall'ultimo imperatore tedesco. Gravemente danneggiato dalle bombe, ma non raso al suolo, alla fine della guerra, il castello lo si sarebbe potuto restaurare.

 

Secondo i sovietici però, gli occupanti di quella zona berlinese, si trattava di una testimonianza della Germania nazista, dunque nel 1951 fecero saltare in aria quel che ne restava. La decisione di ricostruire lo Schloß nel cuore di Berlino ha suscitato polemiche. Al suo posto venne edificato il Palast der Republik, considerato un simbolo della DDR comunista, a sua volta demolito nel 2008, nonostante le proteste dei cittadini. Valeva la pena ricostruire il castello, che sarebbe sempre stato un falso storico, una sorta di Disneyland prussiana? Il concorso internazionale venne vinto dall'architetto vicentino Franco Stella, 76 anni, autore di un progetto vincente perché conciliante il passato (la facciata è stata rifatta fedelmente) con le moderne esigenze.

arno breker 3

 

Secondo le previsioni il castello verrà inaugurato nel suo insieme entro il 2021, ma nel frattempo la polemica si è riaccesa in ragione della collocazione o meno della croce originaria sulla sua cupola. Se ne discuteva dal 2017: essere fedeli alla storia o al politically correct? La citata coalizione rosso-rosso-verde sosteneva che sarebbe stato meglio dimenticarsi della croce: «Perché mai volere imporre quel simbolo nel XXI secolo come cento anni fa?», chiedeva il senatore alla cultura Klaus Lederer, della Linke, la sinistra estrema.

 

il castello di berlino 1

E si cercava anche una motivazione logica: nella cupola del vecchio castello si trovava la cappella e quindi la croce aveva una giustificazione, ma nel rifacimento di Stella la cappella non c'è. C'era poi chi, come lo storico dell'arte Horst Bredekamp, uno dei curatori della ricostruzione, sosteneva essere da una parte vero che «si è deciso di ricostruire il castello il più fedelmente possibile, ma d'altra parte si deve tener conto del dibattito in corso e la croce può essere interpretata come un simbolo del vecchio colonialismo».

 

il castello di berlino 2

Sulla stessa lunghezza d'onda la storica dell'arte Mahret Kukpa, attivista di Initiative Black People in Germania: «Il cristianesimo è stato un canale attraverso il quale anche il colonialismo ha funzionato ed è stato rafforzato. Fu nel nome del cristianesimo che le cose furono rubate o distrutte».

 

arno breker 2

il finanziamento Va detto che cupola e croce nel progetto originario di ricostruzione non erano previste. È stato nel 2017 che l'ipotesi è stata avanzata a fronte di un finanziamento privato che le avrebbe rese possibili senza interventi statali. Così i quasi 15 milioni di euro necessari per entrambe provengono da donatori, alcuni dei quali anonimi. Memoria coloniale e simbolo di intolleranza religiosa, perché riproposta in una città che conta oltre 250.000 musulmani, senza contare i tanti non religiosi e i cattolici ed evangelici, considerati per lo più molto tiepidi?

 

A difesa dell'operazione la cristiano-democratica Monika Grütters, cattolica: «La croce come simbolo del cristianesimo è sinonimo di carità, libertà, apertura mentale e tolleranza». Ciò che più sorprende è che questa posizione sia stata supportata da Aiman Mazyek, il presidente del Consiglio centrale dei musulmani in Germania: «La croce sulla cupola», dichiarò già nel 2017, «è in Germania un'eredità culturale e storica, appartiene al nostro paese, religiosamente e culturalmente, dunque non provo alcun disturbo». Mazyek dixit. E così fu. A proposito di simboli ed "eroi" che ritornano a Gelsenkirchen è stata eretta una statua a Lenin, l'inventore dei gulag. riproduzione riservata.

il castello di berlino 3

Ultimi Dagoreport

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UNA DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIASI SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)

FARE SESSO A 40 GRADI (ALL’OMBRA): COSA SUCCEDE AL NOSTRO CUORE? - IL SALVA-VITA DEL PROF. COSIMO COMITO: “IN CONDIZIONI NORMALI E CON LA GIUSTA TEMPERATURA, UN RAPPORTO SESSUALE EQUIVALE A FARE 2-3 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. LO STESSO RAPPORTO IN UN AMBIENTE CALDO-AFOSO, LO SFORZO EQUIVALE A FARE 4-5 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. IN TAL CASO, GLI UOMINI CHE HANNO PIÙ DI 50 ANNI COME FANNO SCIENTIFICAMENTE AD ESCLUDERE LA POSSIBILITÀ DI AVERE UN INFARTO O UN ICTUS AL POSTO DELL’ORGASMO? (ATTENZIONE ALL’”AIUTINO”)…”