l assassino di daniele de santis e eleonora manta ripreso dalle telecamere di videosorveglianza

CHI HA UCCISO DANIELE DE SANTIS E ELEONORA MANTA? IL RIS ANALIZZA ALCUNI FRAMMENTI DI GUANTI IN LATTICE TROVATI SULLA SCENA DEL CRIMINE. AL SETACCIO PC E CELLE TELEFONICHE - LA DONNA DA QUALCHE MESE LAVORAVA ALL'INPS DI BRINDISI. LUI, ARBITRO DI CALCIO, SINO A POCO PRIMA GESTIVA UN B&B. NON SI ESCLUDE NEPPURE UN MOVENTE ECONOMICO O IN AMBITO PROFESSIONALE - LA FEROCIA CON CUI L'ASSASSINO SI È ACCANITO FA IMMAGINARE UNA VENDETTA - IL COLTELLO DA SUB, IL FOGLIO INSANGUINATO, IL NOME “ANDREA” GRIDATO DA ELEONORA E…

Valeria D'Autilia per “la Stampa”

 

L ASSASSINO DI DANIELE DE SANTIS E ELEONORA MANTA RIPRESO DALLE TELECAMERE DI VIDEOSORVEGLIANZA

Alto, zaino in spalla, incappucciato. Abiti scuri e un coltello da sub con cui ha sferrato sessanta fendenti mortali. Ha usato una sola arma. Con tutta probabilità conosceva le sue vittime e ha agito con premeditazione, come dimostrerebbe quel bigliettino insanguinato con il disegno della mappa per sfuggire alle telecamere di sorveglianza. Una, però, lo avrebbe registrato. E poi c'è quel nome: Andrea. Forse l'ultima parola pronunciata da una delle vittime. Fin qui, quello che gli inquirenti hanno in mano o, almeno, che è trapelato, visto il totale riserbo che la procura ha imposto sulle indagini per il duplice omicidio di Lecce.

 

Per trovare quella mano assassina che lunedì scorso ha spezzato la vita di Eleonora Manta e del suo compagno Daniele De Santis - di cui ieri si sono tenuti i funerali - ora scendono in campo anche i carabinieri del Ris di Roma, che dovrebbero analizzare alcuni frammenti di guanti in lattice trovati sulla scena del crimine. Un giallo che lascia aperti troppi interrogativi.

DE SANTIS COMPAGNA IDENTIKIT ASSASSINO 1

 

Chi voleva così male a quei giovani che- per amici e familiari- vivevano una vita senza ombre? E quel massacro nel giorno dell'inizio della loro convivenza ha un movente passionale? Non sembra una coincidenza. La ragazza aveva iniziato il trasloco dall'abitazione materna - nel comune di Seclì - a quella di Lecce, dove l'aspettava Daniele. L'appartamento appena imbiancato, il frigorifero consegnato quella mattina. Le piccole cose che fanno la felicità. Una manciata di minuti prima di essere uccisa, su Instagram aveva condiviso una foto della nuova casa.

 

de santis

È possibile che la coppia conoscesse il killer, per questo che si stanno interrogando tutti i contatti di nome «Andrea», scorrendo le rubriche nei loro cellulari, ma anche i follower sui loro profili. Sarebbe stato ascoltato anche un 37enne di Aradeo (Lecce), ma la procura ha smentito. Si analizzano pc e celle telefoniche. Eleonora da qualche mese lavorava all'Inps di Brindisi. Daniele, arbitro di calcio, sino a poco prima gestiva un b&b. Non si esclude neppure un movente economico o in ambito professionale.

 

«Vivevano del loro lavoro» dice l'avvocato della famiglia De Santis, Mario Fazzini, ricordandoli come «ragazzi perbene». Ma quella «inaudita ferocia» con cui l'assassino si è accanito fa immaginare una vendetta. Sui corpi i segni dei disperati tentativi di difendersi: lesioni sulle braccia e sulle mani per bloccare la raffica di coltellate. Gli inquilini del palazzo hanno sentito dei rumori. Una lite e l'estremo appello: «Andrea, no».

 

DE SANTIS E LA COMPAGNA

Il nome urlato dalla ragazza. Se fosse quello dell'assassino sarebbe la conferma di un legame. Oppure potrebbe essere la richiesta di aiuto al vicino, che si chiama così. Proprio lui ha raccontato di una persona incappucciata e con uno zaino. L'identikit coincide con la figura inquadrata dalla videosorveglianza. Pochi i minuti per uccidere, molti di più per pianificare la strage. Potrebbe aver usato un'auto e poi, a piedi, raggiunto via Montello 2 entrando nella palazzina alle 20.53.

 

de santis

Poi si sarebbe dileguato, imboccando via Martiri d'Otranto e il sottopasso di via Diaz, dove è stato filmato. Un frame prezioso. Potrebbe aver fatto quel percorso altre volte, per valutare tempi e vie di fuga. Almeno stando al biglietto perso in quei momenti concitati. Forse su quel pezzo di carta il suo dna. Si analizzeranno anche le tracce biologiche repertate durante l'autopsia. Qualcosa potrebbe essergli sfuggito. Potrebbe essere stato ripreso a volto scoperto prima di entrare nel condominio. Ad aprire la porta, forse, le vittime. Si conoscevano? Quasi sicuramente. Si erano dati appuntamento?

 

DE SANTIS E LA COMPAGNA

Non si sa ancora. Tra le poche certezze, l'azione rapida e i guanti per non lasciare tracce. A conferma che non può essersi trattato di un raptus. Ecco perché si scava nella vita della coppia. Trent' anni lei, tre in più lui. Insieme da quattro. Intanto ieri l'ultimo saluto. Funerali separati, un appello comune: «Con la vita non si gioca come con il pallone» dice il vescovo Michele Seccia, mentre il triplice fischio degli arbitri fuori dalla chiesa segna la fine del viaggio terreno di Daniele. A distanza di qualche ora, amici e familiari raggiungono Eleonora. Nella bara, vestita di bianco. Don Antonio si rivolge all'assassino: «Consegnati. Non ci sarà un posto per nasconderti, i fantasmi di Daniele ed Eleonora ti perseguiteranno per sempre».  

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”