paolo corelli 5

CHI HA UCCISO PAOLO CORELLI CON TRE COLPI DI PISTOLA AD ACILIA? – L'IPOTESI È CHE ABBIA PAGATO CON LA VITA UNO SGARRO, UNA PAROLA DI TROPPO DETTA A UN BOSS DELLA ZONA. LA VITTIMA AVEVA UN CARATTERE “LITIGIOSO E FUMANTINO” – UN’ALTRA PISTA E’ LEGATA ALLA DROGA. IL PADRE E IL FRATELLO HANNO UN PASSATO NELLO SPACCIO DI STUPEFACENTI. NON È ESCLUSO INFATTI CHE DIETRO I COLPI DI REVOLVER CI SIA UN AVVERTIMENTO INDIRIZZATO AL…

Flaminia Savelli per il Messaggero - Roma

 

PAOLO CORELLI 5

Una lite con un pregiudicato di zona: le indagini sul delitto di Paolo Corelli, ucciso con tre colpi di revolver lunedì mattina, sono arrivate qui. L'ipotesi è che abbia pagato con la vita uno sgarro, una parola di troppo. Alcuni testimoni ascoltati dagli investigatori hanno riferito che la vittima aveva un carattere «litigioso e fumantino.

 

Nel quartiere lo sapevano tutti». In questo caso, la discussione sarebbe avvenuta due settimane fa davanti agli occhi di diversi testimoni. Una pista calda, ma non l'unica. Tra le palazzine popolari di San Giorgio di Acilia, estrema periferia sud della Capitale, l'aria è tesa. Il giorno dopo l'uccisione di Corelli, ammazzato da un killer poi scappato a piedi, ancora ieri c'era una macchina dei carabinieri piazzata all'ingresso di via Alberto Galli dove si è consumato il delitto e dove viveva la vittima.

 

OMICIDIO PAOLO CORELLi 7

I militari del Nucleo investigativo di Ostia, stanno ora cercando di chiudere il cerchio delle indagini. Per tutta la giornata hanno ascoltato parenti, amici e familiari a caccia di indizi e prove per ricostruire il recente passato. Per trovare un'ombra dentro quella quotidianità all'apparenza specchiata.

 

LA PISTA Impiegato da 20 anni come fruttivendolo in un market di Fiumicino, un'altra pista porta i carabinieri alla famiglia di Corelli: al padre e al fratello, tutti e due con un passato nello spaccio di stupefacenti. La droga dunque, come movente. Non è escluso infatti che dietro i colpi di revolver ci sia un avvertimento indirizzato al fratello che sta scontando la pena ai domiciliari. E allo stesso tempo c'è il sospetto che, a curare gli affari della famiglia, ci fosse lui. Alcuni residenti delle case popolari hanno azzardato: «Da mesi c'era uno strano via vai da casa sua. Gente che entrava e usciva a ogni ora del giorno e della notte perché aveva iniziato a spacciare».

 

PAOLO CORELLI 2

Solo illazioni, almeno per il momento su cui sono in corso gli accertamenti. Ecco perché al vaglio ci sono già il conto corrente della vittima e sono state avviate le indagini anche sul cellulare e sul pc. Con l'obiettivo di trovare un indizio, una traccia, che possa spiegare il movente dell'agguato e dare un volto all'assassino. Un caso complicato da risolvere, un giallo.

 

Nel mirino delle indagini c'è anche il luogo del delitto, San Giorgio di Acilia, una delle principali piazze della malavita romana. Dove si incontrano ancora oggi vecchi e nuovi boss. Un passato difficile per il quartiere: nel 2009 (4 giugno) era stato freddato in via Cesare Maccari, uno degli ultimi capi della Banda della Magliana, Emidio Salomone. Due anni dopo in manette come mandante del delitto, era finito Massimo Longo. Dietro la sua uccisione usura, spaccio di droga e uno sgarro tra boss di quartiere. Lo stesso quadro che stanno disegnando gli investigatori intorno all'uccisione di Corelli.

 

OMICIDIO PAOLO CORELLI 1

IL KILLER Un delitto senza un movente. Ma con una testimone chiave: Daniela, la ex compagna. La donna, con cui da un anno non viveva più, lo stava aspettando in auto per accompagnarlo al supermercato di Fiumicino. Agli investigatori ha riferito di non aver sentito nessun rumore, se non quello sordo degli spari. E di aver fatto in tempo a vedere un uomo, con un cappuccio nero in testa, scappare via a piedi. Una fuga silenziosa.

 

Chi indaga è certo che il delitto sia stato ben studiato, l'assassino sapeva che la sua vittima non aveva la macchina e che sarebbe uscita alle sei del mattino alla palazzina gialla di via Galli per essere accompagnato. Quindi, sapeva anche che ad aspettarlo ci sarebbe stata la ex compagna. Una testimone oculare. Perché? Dietro la risposta a quest' ultimo interrogativo potrebbero trovarsi i nomi del mandante e del killer di Corelli. Ma la storia è ancora piena di punti bui e di ombre.

OMICIDIO PAOLO CORELLI

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA…