roma - folla pre lockdown

CHI SCAPPA DAL PARRUCCHIERE, CHI VA A FARE SHOPPING, CHI PASSEGGIA IN CENTRO: L’ULTIMO WEEKEND PRE-LOCKDOWN E’ UNA OVERDOSE DI ASSEMBRAMENTI - LA CONFCOMMERCIO DI MILANO HA FATTO I CONTI E SCOPERTO CHE OGNI SETTIMANA IN ZONA ROSSA SIGNIFICA, PER LA LOMBARDIA, 290,2 MILIONI DI EURO IN MENO PER I COMMERCIANTI, MENO 75,3% DEL FATTURATO ABITUALE, E SI TRATTA DI PIÙ DI 38 MILA PARTITE IVA…

Alberto Mattioli per “la Stampa”

 

ROMA - FOLLA PRE LOCKDOWN

Chissà perché ogni volta che il Governo chiude tutto c'è sempre un tempo splendido. Così ieri la combinazione di temperatura primaverile, week-end e zona rossa prossima ventura (da domani) è risultata irresistibile per i milanesi. Gente, e tanta, a spasso dovunque e comunque. Per l'ultimo shopping prima della serrata di tutti gli esercizi non strettamente necessari alla sopravvivenza nelle zone deputate, con punte da vigilia di Natale in corso Buenos Aires; al sole nei parchi cittadini; e naturalmente nelle zone della fu movida, dunque Brera e Navigli. La novità è che stavolta i controllori c'erano.

 

BARI - FOLLA PRE LOCKDOWN

La Darsena era transennata e in porta Ticinese stazionava perfino un blindato dei carabinieri, che magari significa passare da un eccesso all'altro: però così anche nei punti più caldi la folla non è diventata ressa come nei week-end precedenti, con i relativi scandalosi assembramenti da metropolitana di Tokyo. Stretta sulle multe Del resto, già venerdì i controlli erano stati più di mille, con multe per i soliti dementi smascherati, è il caso di dirlo, perché beccati fuori dal Comune di residenza senza una valida ragione (diciassette ragazzi in piazza Duomo) o festanti in un appartamento (ventuno persone in via Appiani) o addirittura tranquillamente attovagliati dietro le serrande teoricamente chiuse di un ristorante (in quattordici in via Romagnosi).

 

Ma, come strillano da un gruppo di ragazzi stravaccati sulla gradinata della Darsena con i loro regolamentari spritz da asporto (all'ora del thé, però) «chissà quando potremo tornare a farlo, l'aperitivo insieme?». La rassegnazione Tuttavia l'atmosfera generale appare più rassegnata che ribelle. E tutto sommato consapevole. Almeno per chi si informa, i numeri non sono incoraggianti: ieri in provincia di Milano c'erano 1.426 contagiati in più, 5.809 in tutta la Regione dove i ricoverati in terapia intensiva sono 694, 25 più di venerdì. «Zona rossa? Draghi ha aspettato anche troppo.

MILANO - FOLLA PRE LOCKDOWN

 

Le scene che abbiamo visto negli ultimi week-end erano indecenti», chiosa una professoressa democratica e molto decisa alla Feltrinelli di Buneos Aires (piena: incentivare la lettura potrebbe essere un beneficio collaterale della zona rossa). È la sedicesima volta che la Lombardia cambia colore, «ormai siamo abituati, anzi rassegnati», sospira una commerciante due vetrine più in là.

 

Rispetto alle blindature precedenti stavolta c'è l'aggravante che chiudono anche barbieri, parrucchieri e centri estetici, per ora fino al 6 aprile. Sarà una Pasqua pilifera: intanto ieri sono stati presi d'assalto. Alla bottega di barbiere di piazza Gramsci non solo hanno fatto il pieno di clienti, ma dicono che apriranno anche oggi: «Così almeno serviremo i clienti già prenotati per martedì».

 

Soffrono meno, paradossalmente, i ristoranti, che già con l'arancione rinforzato erano ridotti al solo asporto. Però, spiegano da "Galli pizza and more" a due passi dal Cenacolo vinciano, «ci rimetteremo lo stesso, perché con la zona rossa la gente lavorerà da casa, e quindi a mezzogiorno non ci sarà più nemmeno la risorsa del pranzo da consegnare agli uffici». L'ultima cena, davvero. Le perdite La questione dei "dané" perduti, in effetti, si pone. Certo, la salute prima di tutto.

ROMA - FOLLA PRE LOCKDOWN

 

Ma la Confcommercio di Milano ha fatto i conti e scoperto che ogni settimana in zona rosa significa 290,2 milioni di euro in meno per i commercianti, meno 75,3% del fatturato abituale, e si tratta (anche con Monza e Lodi) di più di 38 mila partite Iva. Va peggio per la ristorazione (meno 80%), ma malissimo anche per il commercio al dettaglio: meno 71. Il conto della Pasqua in lockdown sarà di 120 milini.

 

Lancia l'allarme Marco Barbieri, segretario generale: «Senza una svolta radicale il sistema delle imprese non può reggere a lungo. Servono subito nuovi sostegni, anche per le imprese con fatturati superiori ai cinque milioni. Per assegnare le risorse al maggior numero di attività si valutino con molta attenzione i parametri minimi di perdita di fatturato al di sotto dei quali non si ottengono gli indennizzi». Di rosso non c'è solo la zona, ma anche i bilanci di migliaia di imprese. -

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