CHIESTA L’ARCHIVIAZIONE DELL’INCHIESTA SULLA MORTE DI TEODOSIO LOSITO: PER IL PM NON C’E’ STATA ALCUNA ISTIGAZIONE AL SUICIDIO DA PARTE DI ALBERTO TARALLO - NEL DECRETO DI ARCHIVIAZIONE, PERÒ, SONO PRESENTI ALCUNE TESTIMONIANZE SINGOLARI CHE RIGUARDANO LA CREMAZIONE DI LOSITO. A RACCONTARE DEGLI ATTEGGIAMENTI VALUTATI "SINGOLARI" È PROPRIO L'IMPRESARI FUNEBRE: “TARALLO MI DISSE CHE TEODOSIO DOVEVA ESSERE CREMATO SUBITO. MI È SEMBRATO STRANO PERCHÉ…”

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Giuseppe Scarpa per “la Repubblica – Edizione Roma”

 

Si chiude un capitolo. La vicenda Alberto Tarallo - Teodosio Losito va verso l'archiviazione. Per il pubblico ministero Carlo Villani non c'è stata nessuna istigazione al suicidio. «Pur avendo accertato che il Tarallo è dotato di una forte personalità prevalente e prevaricatrice rispetto a quella del Losito non sono emersi elementi utili per configurare il delitto ipotizzato» .

 

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Insomma ogni sospetto sulla possibilità che Tarallo abbia spinto il suo compagno a togliersi la vita l'8 gennaio 2019 viene cestinata da parte del magistrato. Il caso è quello dell'Ares gate, dei due famosi produttori cinematografici compagni anche nella vita. Uno dei due muore suicida. Losito appunto, nella villa dove vivono. Nascono i primi sospetti che poi sfociano in un'indagine. Un'inchiesta in cui si mette nel mirino proprio Tarallo, accusato anche di aver falsificato il testamento del suo compagno. Accusa non definita e su cui la Cassazione si è espressa a favore di Tarallo.

 

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Nel decreto di archiviazione, però, sono presenti alcune testimonianze singolari che riguardano la cremazione di Losito. A raccontare degli atteggiamenti valutati "singolari" è proprio l'impresari funebre chiamato ad organizzare il funerale di Losito, Antonio Febbo: «Ricordo che subito mi venne detto da (...) Alberto Tarallo che Teodosio doveva essere cremato. Mi è sembrato strano all'inizio perché in tanti anni di lavoro non capita spesso questa situazione. Di solito bisogna riflettere.

 

Molti mi chiedono consiglio qui sembrava già tutto programmato. A quel punto spiegai che non potevano decidere loro, ma bensì il familiare vivente più stretto a lui. Siccome i genitori erano defunti, l'unico era il fratello il quale mi fu detto era in arrivo da Milano». Il racconto prosegue: «Ricordo che parlai con il fratello di Teodosio solamente la sera del decesso. Gli chiesi se avesse intenzione di cremarlo. Lui all'inizio era titubante e mi disse di aspettare. Poi dopo si allontanò a parlare con Tarallo. Poco dopo mi diede l'autorizzazione a cremarlo».

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