CI HANNO TOLTO ANCHE “JAKE LO SCIAMANO”! ARRESTATO "L’ATTILA" DI CAPITOL HILL CHE HA GUIDATO LA RIVOLTA AL CONGRESSO. IL SUO VERO NOME E’ JACOB ANTONY CHANSLEY, NON HA ORIGINI ITALIANE. ANGELI E’ UNO PSEUDONIMO. ARRIVERA’ UNA SMENTITA ANCHE SUL FATTO CHE “JAKE THE SNAKE” SIA SUPERDOTATO? INTANTO L’FBI CERCA DI CAPIRE SE QUALCUNO NEL COMANDO DELLA POLIZIA ABBIA SOTTOVALUTATO L’IMPATTO DEL CORTEOCHE SI E' DIRETTO VERSO IL PARLAMENTO – IL VIDEO STRACULT IN CUI JAKE E’ DOPPIATO DA LOTITO

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Da liberoquotidiano.it

 

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Anche Jake Angeli, lo sciamano della setta complottista QAnon che, in capo un copricapo con corna bovine e il volto dipinto, è diventato il simbolo dell'assalto al Congresso, è stato arrestato. Secondo quanto ha reso noto il dipartimento di Giustizia, Angeli, il cui vero nome è Jacob Anthony Chansley e le cui origini non sarebbero italoamericane come inizialmente indicato, è stato incriminato per diversi capi di imputazione.

 

L'uomo, originario dell'Arizona, è stato incriminato per essere entrato volontariamente e essere rimasto in un edificio governativo senza l'autorizzazione e per ingresso e condotta violenta all'interno del Congresso. Chansley «aveva in mano una lancia, lunga circa 2 metri, con una bandiera americana arrotolata sotto la lama». Agli inquirenti lo "sciamano" ha detto di "aver obbedito" all'appello del presidente uscente.

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ARRESTATO JAKE

Giuseppe Sarcina per il Corriere della Sera

 

Jake Angeli, lo «sciamano» seminudo, con la pelliccia e le corna da bisonte, è stato arrestato ieri e interrogato dall' Fbi. È il suo momento di celebrità. A torto o a ragione è diventato il simbolo dell' attacco a Capitol Hill del 6 gennaio.

 

jake angeli e rudy giuliani jake angeli e rudy giuliani

La Procura Generale del District of Columbia, Washington, lo accusa di «essere entrato con violenza, seminando disordine, negli ambienti del Congresso».

 

Nel comunicato ufficiale non si fa riferimento ad armi o a specifiche azioni contro parlamentari o componenti dello staff. Lo «sciamano», secondo notizie di agenzia, avrebbe contattato gli agenti federali per costituirsi e agli inquirenti avrebbe dichiarato: «Sono entrato da una porta già aperta e ho fatto quello che aveva chiesto il presidente Trump».

 

Dal documento ufficiale della Procura risulta che Jake si chiami, in realtà, Jacob Anthony Chansley, nato a Phoenix, in Arizona, 33 anni fa. In un primo momento si era pensato che avesse origini italiane, ma non ci sono conferme ufficiali: Jake Angeli, notano gli inquirenti, è il suo pseudonimo.

 

È una figura conosciuta nel suo Stato, sempre presente a tutte le manifestazioni pro-trumpiane, ma anche nelle marce ambientaliste contro il «climate change». I media americani scrivono che si è diplomato nella Moon Valley High School della sua città.

 

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Sua madre, Marta Chansley, ha dichiarato che il figlio «è stato un veterano della Marina». Sulla sua pagina Facebook, ora ripulita, Jake si definiva «un cantante e un attore», ma soprattutto «un patriota» e un seguace di QAnon, la rete che diffonde le più assurde teorie cospirative e che appoggia senza riserve Donald Trump. Jake, così come i suoi compari, dice di odiare l' establishment sovvenzionato dal finanziere George Soros. Nella lista dei «nemici» ci sono anche i media. Però gli piace farsi fotografare, riprendere mentre celebra i suoi rituali da «sciamano». È accaduto anche a Washington, poche ore prima dell' assalto al Congresso.

 

jake angeli al congresso jake angeli al congresso

Gli inquirenti stanno pesando il suo ruolo effettivo in questa vicenda. È solo una comparsa, un tocco di colore? Oppure è uno dei leader di un pericoloso movimento sovversivo? Sono domande che riguardano gran parte dei vandali ripresi dalle telecamere di sicurezza e da decine di video, alcuni postati dagli stessi assalitori sui loro account social. Sempre ieri è stato arrestato, con le stesse accuse di «Jake Angeli», un altro di questi soggetti, Adam Johnson, 36 anni, della Florida, immortalato mentre ride, allontanandosi con il leggio della Speaker Nancy Pelosi.

 

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Venerdì 8, invece, manette per Derrick Evans, 35 anni, deputato statale della West Virginia.

 

L' Fbi si starebbe muovendo su due livelli. Identificare e arrestare tutti coloro che sono entrati nell' edificio di Capitol Hill. Nello stesso tempo individuare e smantellare i gruppi più organizzati. Per esempio chi ha parcheggiato un camion pieno di armi, munizioni e bombe a mano davanti alla stazione di Metro Center, cioè nel pieno del distretto ministeriale di Washington? Difficile pensare sia stato lo «sciamano» di Phoenix. L' altra pista, delicata e potenzialmente dirompente, è capire se qualcuno nel Comando della polizia abbia volutamente sottovalutato l' impatto del corteo che, dopo il comizio di Trump, si è diretto verso il Parlamento.

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