la francia spegne la luce per 2 anni all'italia

CLIC! LA FRANCIA CI SPEGNE LA LUCE: "NEI PROSSIMI DUE ANNI NIENTE ELETTRICITÀ ALL'ITALIA" - LA COMUNICAZIONE DI EDF AL MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA È LEGATA AL FERMO DI OLTRE METÀ DEI REATTORI NUCLEARI TRANSALPINI. PARIGI PESA PER IL 5% DEL FABBISOGNO ITALIANO, MA SONO A RISCHIO ANCHE LE FORNITURE DA SVIZZERA, AUSTRIA E SLOVENIA - NONOSTANTE IL TRATTATO DEL QUIRINALE, APPARE PIÙ EFFICACE L’ASSE FRANCO-TEDESCO: L’ELISEO SI È IMPEGNATO A FORNIRE PIÙ GAS A BERLINO, CHE A SUA VOLTA POTREBBE RICAMBIARE CON ELETTRICITÀ QUEST’INVERNO…

Andrea Greco per repubblica.it

 

LA FRANCIA SPEGNE LA LUCE PER 2 ANNI ALL'ITALIA

L’heure de la sobriété elettrica sta per scoccare. Non solo in Francia, anche in Italia dove per due anni l’elettricità francese potrebbe diventare un ricordo. Di sobrietà, e dei conseguenti razionamenti dei consumi elettrici, si parla e scrive molto in Francia in questi giorni.

 

A Parigi, infatti, la crisi energetica è conclamata e ha una declinazione autoctona, per il fermo di 32 dei 56 reattori nucleari nazionali, sottoposti a una serie di manutenzioni e controlli di sicurezza che si prevede dimezzino la produzione. Ma la sobrietà francese sta per contagiare l’Italia, il Paese cugino da anni forte importatore di energia nucleare francese, che usa per più del 5% del fabbisogno nazionale annuo, e che solo nel primo semestre 2022 ha importato dalla Francia 6,7 Twh.

 

La lettera di Edf al governo

Lo scenario sarebbe contenuto in una comunicazione diramata da Edf, colosso dell’energia francese che gestisce il mercato elettrico locale, ai gestori della rete italiana, fino al ministero della Transazione ecologica. Fonti del Mite fanno sapere che «la comunicazione è stata ricevuta».

 

LA FRANCIA SPEGNE LA LUCE PER 2 ANNI ALL'ITALIA

E che «il problema era già noto da mesi, e benché sia un’eventualità che non è detto si realizzi, i tecnici del ministero sono al lavoro su tutti gli scenari». I fornitori francesi avrebbero prospettato uno stop biennale al dispacciamento di energia, con tutte le conseguenze (purtroppo negative) sulla stabilità della rete e sul mix degli approvvigionamenti. Che ora andrà rivisto. Il gruppo di controllo attivo tra esponenti del Mite e di Terna, gestore della rete di alta tensione italiana, potrebbe cercare tra le pieghe delle recenti iniziative di risparmio e aumento delle importazioni di gas le risorse per fare fronte all’eventualità.

 

 

A rischio anche le forniture da Svizzera, Austria e Slovenia

MACRON - DRAGHI - SCHOLZ A KIEV

Potrebbero esserci ricadute anche sul gas naturale, la materia prima con cui si produce oltre metà dell’energia elettrica italiana: nel senso che ne servirà di più, o peggio servirà più carbone, per pompare sulle centrali termoelettriche chiamate a colmare il deficit francese. Dietro le quinte si teme, tra l’altro, che anche Svizzera, Austria e Slovenia, i Paesi da cui arriva la parte “non francese” dei 43 Twh di energia importati l’anno scorso, possano privilegiare nella crisi le forniture nazionali. Tra l’altro la Svizzera (da cui passa anche elettricità prodotta in Francia) e l’Austria hanno seri problemi finanziari con i loro venditori pubblici di energia, sussidiati con liquidità per una decina di miliardi di euro. In base ai dati mensili diffusi da Terna, la diminuzione delle vendite estere all’Italia potrebbe essere, peraltro, già in atto: i consumi di agosto hanno visto l’import subire un taglio del 21%.

 

 

 

Ognuno per sè

Anche il mercato degli scambi elettrici riflette, da giorni, questo scenario di “ognuno per sé”. Sulla piattaforma Eex, la più accreditata tra gli operatori per gli scambi di pacchetti elettrici, il differenziale di costo tra contratti ai due lati delle Alpi, solitamente contenuto, si sta allargando a dismisura. Ieri il derivato per vendere un Mwh da consegnare nel dicembre 2022 in Francia è schizzato a 1.362 euro, oltre il doppio dei 535 euro del corrispondente volume scambiato in Italia. «Il mercato ti sta dicendo che Edf continuerà le manutenzioni di molte delle sue centrali e non sarà in grado di dare energia all’Italia – dice un esperto operatore, che non vuole comparire -. Se non si sblocca la situazione delle centrali, magari posponendo la manutenzione di alcuni impianti, ci saranno guai aggiuntivi per noi».

 

sergio mattarella emmanuel macron mario draghi 2

A complicare le cose sono le caratteristiche del mercato elettrico che, al contrario di quello del gas, è fatto di contratti di breve termine, in genere annuali, e tra singoli operatori privati; non tra Stati, anche se Edf è stata appena nazionalizzata del tutto. L’elettricità in sostanza va dove la portano i prezzi, o le convenienze politiche dato che ogni Paese produce in casa la gran parte del proprio fabbisogno. È, inoltre, un mercato fortemente interconnesso, dove facilmente gli operatori possono invertire i flussi nei cavi e rendersi “autoctoni”.

 

 

L'accordo tra Parigi e Berlino

Le novità inviate da Parigi a Roma mercoledì rischiano di ammaccare il Trattato del Quirinale di 10 mesi fa sul rafforzamento della cooperazione bilaterale tra i due Paesi. Come altre volte, appare più efficace l’asse franco-tedesco, anche nell’ultima versione annunciata il 5 settembre per cui l’Eliseo si è impegnato a fornire più gas a Berlino, che a sua volta potrebbe ricambiare con elettricità quest’inverno. «Stiamo per finalizzare gli allacciamenti per poter consegnare gas alla Germania se c’è bisogno di solidarietà - ha commentato un raggiante Emmanuel Macron -. E la Germania si metterà in condizione di produrre più elettricità e fornirla ai francesi in caso di situazioni di picco della domanda». A chi solidarietà, a chi sobrietà.

 

 

 

 

sergio mattarella emmanuel macron mario draghi

 

sergio mattarella emmanuel macron mario draghi

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATO DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO