CODA ALLA VACCINATA – BURIONI DICE CHE IL VACCINO MONOVALENTE CONTRO IL MORBILLO NON ESISTE E SCATENA “LA VERITÀ” CHE NON VEDEVA L’ORA DI INFILZARLO: “IL VACCINO FANTASMA IN REALTÀ ESISTE, NON È PIÙ COMMERCIALIZZATO IN ITALIA, MA ERA DISPONIBILE FINO ALLA FINE DEGLI ANNI NOVANTA” – IL POST DEL MEDICO SUL SUO SITO: “SAREBBE PRODOTTO IN PICCOLISSIMA SCALA (SERVIREBBE SOLO AI CRETINI)”

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1 – BURIONI SMENTITO DA 150 MILIONI DI VACCINI

Antonio Grizzuti per “la Verità”

 

ROBERTO BURIONI ROBERTO BURIONI

Stavolta il professor Roberto Burioni si è arrabbiato davvero. Non che per contrariarlo ci voglia granché, considerato il temperamento notoriamente suscettibile ma la clamorosa «cantonata» rivelata sull' edizione della Verità di sabato è riuscito a mandarlo su tutte le furie. Ripercorriamo brevemente gli eventi. Tutto ha inizio martedì 2 aprile quando, commentando un possibile emendamento al Ddl vaccini per rendere obbligatoria la certificazione scolastica per il solo vaccino contro il morbillo, Burioni si sfoga sui social network: «Da oggi in poi non commenterò più le giravolte politiche sui vaccini, perché cambiare idea due volte al mese va bene, tre volte al giorno no. Ps: informo che il vaccino contro il solo morbillo non esiste, non esisterà mai e se un dì esistesse se lo inietterebbero solo i pazzi».

 

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Superfluo precisare, come prontamente fatto dal presidente della commissione Sanità del Senato, Pierpaolo Sileri, che «l' emendamento non toglie l' obbligo di vaccinazione ma lascia solamente la sanzione amministrativa e rimuove l' esclusione da scuola» e «il vaccino è comunque il trivalente». Burioni ha emesso il suo verdetto e la shitstorm (cioè la valanga di insulti via social) può avere inizio. Chiunque osi dissentire viene bollato come «ignorante», «somaro», «babbeo», e via dicendo.

 

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Ma il vaccino fantasma in realtà esiste, e ne abbiamo dato prova su queste stesse pagine. Non è più commercializzato in Italia, dove è presente nella formulazione trivalente o tetravalente, ma era disponibile nel nostro Paese almeno fino alla fine degli anni Novanta. Come documenta un video pubblicato su Facebook dal pediatra Eugenio Serravalle, il monocomponente del morbillo è disponibile in Svizzera e a Roma, presso la farmacia internazionale del Vaticano.

 

Per di più, è in vendita su internet sul sito del Serum institute of India, casa farmaceutica fondata dall' imprenditore Cyrus Poonawalla, che con un patrimonio di 8,1 miliardi di dollari è il settimo uomo più ricco dell' India e il 170° del mondo. Lo stesso Burioni è costretto a cedere: «Il vaccino monovalente contro il morbillo che qualche babbeo vi mostra trionfante esiste, ma in India.

 

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Prodotto dal Cyrus Poonawalla group. Buon viaggio ai volenterosi». Dunque, il vaccino non solo è esistito, ma esiste tuttora e continuerà a esistere. Nessuna volontà di mettere in dubbio l' efficacia o l' opportunità della formulazione utilizzata in Italia: la nostra era una semplice verifica dei fatti. Ma sabato pomeriggio Francesco Venier, docente alla Mib Trieste school of management, scrive su Twitter che dovremmo essere noi a vergognarci per aver scritto «falsità da poveri ignoranti» sul conto di «uno dei più grandi immunologi del mondo».

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Nella discussione interviene anche il prof, che in un passaggio ribadisce «nessuna multinazionale lo produrrà mai più così come nessuna casa automobilistica produrrà mai una automobile a vapore». Non solo, aggiunge Burioni, «per i motivi che spiegherò usare i monovalenti sarebbe più pericoloso, più costoso e meno efficace. Ma a qualcuno piace fare i giochini».

 

Nel post pubblicato lunedì sul suo sito Medicalfacts.it, il medico ribadisce che «a fronte di nessun vantaggio (se non il soddisfare la superstizione di qualcuno particolarmente ignorante), i vaccini monovalenti avrebbero diversi svantaggi». Oltre al numero maggiore di iniezioni alle quali verrebbe sottoposto il bambino e la sfasatura delle coperture, secondo Burioni sussiste altro grave problema.

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Poiché «la sicurezza mostruosa dei vaccini è legata al fatto che sono prodotti e somministrati a milioni di persone», spiega nell' articolo, «un vaccino monovalente sarebbe invece prodotto in piccolissima scala (servirebbe solo ai cretini, che sembrano molti, perché sono rumorosi e ragliano forte, ma invece sono pochi, per fortuna), e quindi intrinsecamente meno sicuro».

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Siamo proprio sicuri che sia così? Secondo l' ultimo report sulla situazione del mercato pubblicato dall' Unicef lo scorso ottobre, le dosi di antimorbillo monovalente utilizzate nel 2018 sono state pari a circa 150 milioni. Tutti cretini? No, probabilmente troppo poveri per permettersi il bivalente (180 milioni di dosi, costo medio per dose 0,64 dollari) o addirittura il trivalente (circa 16 milioni di dosi per un costo che può arrivare anche a 4,7 dollari/dose), dal momento che il prezzo unitario medio del monocomponente è appena di 31 centesimi di dollaro.

 

Dunque i bambini dei Paesi in via di sviluppo si meritano un vaccino che qualcuno considera scadente solo perché sono poveri? Secondo quanto riportato sul sito dell' Organizzazione mondiale della sanità, i vaccini del morbillo attualmente disponibili sia nella formulazione monovalente sia in quella combinata con l' antirosolia (Mr) e l' antiparotite (Mmr), risultano «sicuri ed efficaci e possono essere tranquillamente interscambiati nei piani di immunizzazione».

 

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Contattato dalla Verità, Michael Vernekar, segretario dell' amministratore delegato della Serum institute of India (la quale detiene oltre l' 80% delle quote di mercato sul monovalente), rifiuta di intervenire direttamente nella polemica ma tiene a precisare che «prima di essere somministrato agli esseri umani, ogni vaccino attraversa la stessa procedura di sperimentazione, a prescindere dalla scala di diffusione, la quale non ha nulla a che vedere con la sicurezza di un vaccino».

 

Roberto Burioni, che sul suo blog accusa senza mezzi termini il nostro quotidiano di fare disinformazione, viene dunque smentito non solo dall' azienda che produce il monocomponente, ma anche dai maggiori organismi internazionali che operano in campo sanitario. Se mai esistesse un vaccino contro l' arroganza, certamente farebbe al caso suo.

 

2 – L’IPOTETICO VACCINO MONOVALENTE CONTRO IL MORBILLO

Da www.medicalfacts.it

 

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Il vaccino contro il morbillo, composto da un virus attenuato, è disponibile come vaccino trivalente: insieme al virus attenuato del morbillo ci sono nella fiala anche quelli – attenuati pure loro -, della parotite e della rosolia.

 

Questo vaccino trivalente si è dimostrato efficace e sicuro; non esistono in concreto situazioni nelle quali è necessario il vaccino monovalente (ovvero che contiene un solo virus). Per questo motivo da molti anni non viene più prodotto dalle maggiori case farmaceutiche e, in Italia, non esiste più (controllate il sito AIFA se non vi fidate).

 

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Siccome nel nostro Paese è vietato importare farmaci dall’estero, il vaccino in Italia non esiste, così come non esistono preparazioni iniettabili di eroina e di cianuro. Il che ovviamente non significa che non si possano importare e vendere illegalmente, ma questa è cosa che riguarda le forze dell’ordine e non un immunologo.

 

Perché il vaccino monovalente non esisterà mai?

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Perché a fronte di nessun vantaggio (se non il soddisfare la superstizione di qualcuno particolarmente ignorante), i vaccini monovalenti avrebbero diversi svantaggi. Prima di tutto bisognerebbe fare a un bambino sei iniezioni invece di due; oltre a essere una crudeltà gratuita (le iniezioni non sono piacevoli), questo esporrebbe il piccolo a maggiori rischi. Un’iniezione (di qualunque farmaco), per quanto banale, può sempre provocare ascessi, infezioni e mille altri problemi. È quindi doveroso ridurne il numero.

 

Inoltre, cosa più importante, la somministrazione monovalente costringerebbe a distanziare tra loro di diverse settimane le singole vaccinazioni. Come risultato finale il bambino sarebbe protetto molto più tardi, con rischi che non è necessario indicare.

 

Perché, se per assurdo il vaccino monovalente venisse registrato in Italia, solo un pazzo se lo farebbe iniettare?

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Perché la sicurezza mostruosa dei vaccini è legata al fatto che sono prodotti e somministrati a milioni di persone. Qualunque minimo problema si evidenzia istantaneamente e può essere controllato e risolto. Un vaccino monovalente sarebbe invece prodotto in piccolissima scala (servirebbe solo ai cretini, che sembrano molti, perché sono rumorosi e ragliano forte, ma invece sono pochi, per fortuna), e quindi intrinsecamente sarebbe molto meno sicuro.

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Quindi, come avevo correttamente semplificato in un mio tweet, il vaccino monovalente non esiste (provate a comprarlo in farmacia senza contrabbandarlo illegalmente), non esisterà mai (nessuno spenderà mai un euro per registrarlo e accontentare i pochi idioti che lo desiderano), e se mai per assurdo esistesse, solo un pazzo se lo farebbe iniettare o lo inietterebbe a suo figlio (vedi ultimo ragionamento).

 

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Che i soliti scemi antivaccinisti, che hanno fatto della disinformazione la loro ragione di vita, mi attacchino lo metto in conto e non mi stupisce. Lo fanno da anni e li capisco, sono nell’angolo e la loro rabbia è quella di Calibano, che si arrabbiava con lo specchio, che restituiva la sua bruttezza. Che a giocare pericolosamente con le parole confondendo i genitori (già abbastanza confusi dalle giravolte giornaliere), sia un giornale la cosa mi addolora, perché chi di mestiere informa le persone dovrebbe farlo con maggiore responsabilità, pensando che – al di là della legittima polemica e avversione nei miei confronti -, poi le parole hanno anche qualche conseguenza pratica.

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PS: se volete prendervela con le case farmaceutiche scrivetegli chiedendogli  perché io sto perdendo il mio tempo per fare una corretta informazione che spetterebbe a loro, visto che con il trivalente sono loro a guadagnarci e non io.

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