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COME LE EVITIAMO LE MORTI SUL LAVORO SE MANCA IL PERSONALE PER CONTROLLARE? IN ITALIA CI SONO TREMILA ISPETTORI PER OLTRE TRE MILIONI DI AZIENDE - LO SCORSO ANNO INAIL INPS E INL HANNO EFFETTUATO SOLO 80MILA VERIFICHE SU 3,2 MILIONI DI ATTIVITA’ - IL RECOVERY PLAN PREVEDE L'ASSUNZIONE DI DUEMILA NUOVI ISPETTORI MA...

Luca Monticelli per “la Stampa”

 

ispettori lavoro

La storia di Luana D'Orazio, la giovane operaia stritolata da un macchinario in un'azienda tessile della provincia di Prato, ha riportato alla luce una delle piaghe italiane: la sicurezza nei luoghi di lavoro. Una scia di sangue di nuovo in crescita dopo il calo di vittime nel quinquennio 2015-19. 

 

Come sempre, dopo ogni tragedia, la politica si interroga sulle debolezze normative legate a controlli e prevenzione. Oggi in Italia esistono tremila ispettori per oltre tre milioni di aziende, una carenza evidente perché ogni ispettore dovrebbe controllare più di mille imprese. 

 

Morti bianche

Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha ricordato come il Recovery plan preveda l'assunzione di duemila nuovi ispettori e nei prossimi giorni ha in programma di incontrare le regioni, insieme al collega della Salute Roberto Speranza, per fare il punto sui livelli organici delle Asl. Anche la sanità regionale, infatti, si occupa dei sopralluoghi nelle fabbriche e nei cantieri. 

 

Sull'insufficienza del personale il faro è acceso da tempo, ma interventi capaci di dare una svolta non se ne sono visti. L'ispettorato nazionale del lavoro, nato con il Jobs act per semplificare le attività di contrasto all'illegalità e promuovere la sicurezza, non ha mai funzionato a pieno regime. 

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Non a caso i presidenti di Inps e Inail, Pasquale Tridico e Franco Bettoni, intervistati da questo giornale negli ultimi giorni, chiedono maggiori poteri e personale. L'Inps ha 1.021 ispettori e l'Inail 246; cinque anni fa ne avevano rispettivamente 200 e 100 di più. 

 

Ma la scelta fatta dal governo Renzi nel 2014 ha privilegiato l'Ispettorato nazionale che oggi può contare su 1.433 ispettori (altri duemila in arrivo grazie al Recovery) e 300 carabinieri del reparto per la tutela del lavoro. Complessivamente i tre istituti dispongono di tremila persone incaricate di indagare sulle irregolarità contributive e il rispetto della sicurezza. A queste vanno aggiunti i dipendenti delle Asl, che svolgono la loro attività in coordinamento con l'Ispettorato. 

 

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La Corte dei Conti, nella delibera sulla gestione finanziaria dell'Inail del 2019, scrive che le aziende ispezionate sono state 15.503 «su un totale in portafoglio di 3,2 milioni», ossia lo 0,48%. Un risultato che l'Inail, prosegue la Corte nel documento, «imputa ai processi di riorganizzazione e coordinamento conseguenti alla creazione dell'Ispettorato nazionale del lavoro». La magistratura contabile illustra l'impatto dei controlli: «Il rapporto tra aziende irregolari (13.832) e ispezionate (15.503) è rimasto stabile, attestandosi sulla misura, ancora estremamente rilevante, di quasi il 90% di quelle ispezionate. 

 

L'azione ispettiva è stata diretta con particolare riguardo (il 77%) alle micro imprese, fino a un massimo di 9 dipendenti». Lo scorso anno Inail, Inps e Inl hanno svolto 80 mila ispezioni (7.500 l'Inail), un dato basso influenzato dall'emergenza Covid. Quel che salta all'occhio però, scorrendo il rapporto annuale dell'agenzia unica voluta da Renzi, è la cifra delle risorse recuperate da ciascun ente. 

 

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L'Inl ha realizzato 62 mila ispezioni e recuperato circa 105 milioni di euro. Che con i suoi 1.700 ispettori vuol dire una media di 61 mila euro per indagine. Con la stessa proporzione l'Inps ha portato a casa contributi e premi evasi pari a 670 mila euro per ogni ispettore, l'Inail 370 mila. Tradotto significa che l'Inl ha più controllori ma riscatta meno degli altri istituti. 

 

Claudio Cominardi, ex sottosegretario al ministero del Lavoro e deputato M5s, ha depositato una proposta di legge alla Camera per intervenire sulla norma del decreto attuativo del Jobs Act che stabilisce l'esaurimento degli ispettori in servizio per gli istituti di Tridico e Bettoni. 

 

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«L'Ispettorato nazionale dovrebbe coordinare e occuparsi di tutto, ma non funziona e lo si vede dai numeri, anche perché per formare una persona ci vogliono dieci anni. Occorre consentire a Inps e Inail di assumere nuovi profili - spiega - e di poter garantire loro un'autonomia sulla base delle proprie competenze. Su salute e sicurezza sul lavoro non dobbiamo perdere tempo, è doveroso un potenziamento della vigilanza».

 

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