COME MAI, NONOSTANTE LA SCONFITTA NEL PROCESSO ENI-NIGERIA, SEI MAGISTRATI MILANESI ANDRANNO A LAVORARE PER LA PROCURA EUROPEA ANTIFRODI COMUNITARIE? È UNA RICHIESTA DELL’OCSE PER CREARE UNITÀ SPECIALIZZATE PER LA LOTTA ALLA CORRUZIONE - IL PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'ORGANIZZAZIONE SARÀ FABIO DE PASQUALE, CHE DA 30 ANNI (SENZA PARTICOLARI SUCCESSI) SI OCCUPA DI ENI. A SCEGLIERLO È STATO L'EX MINISTRO ALFONSO BONAFEDE...

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francesco greco francesco greco

ESODO DALLA PROCURA DI MILANO! - SEI MAGISTRATI ANDRANNO A LAVORARE PER LA PROCURA EUROPEA ANTIFRODI COMUNITARIE, PENSATA PER CONTRASTARE PERDITE DI GETTITO IVA E L'USO IMPROPRIO DI FONDI STRUTTURALI UE - ANDRANNO VIA I PM SERGIO SPADARO (TITOLARE CON DE PASQUALE DEL PROCESSO ENI-NIGERIA), GAETANO RUTA (SCALATE BANCARIE ANTONVENETA-UNIPOL), DONATA COSTA (INCHIESTA SUL RUSSIAGATE-SAVOINI), GIORDANO BAGGIO (MONTEPASCHI SIENA), ADRIANO SCUDIERI (RECUPERI FISCALI SU GOOGLE E APPLE), ED ELISA MORETTI (RIENTRATA A MILANO DOPO ANNI IN ISTITUZIONI EUROPEE)

 

i pm di Milano Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro -U43070110205349sDC-593x443@Corriere-Web-Sezioni i pm di Milano Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro -U43070110205349sDC-593x443@Corriere-Web-Sezioni

https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/esodo-procura-milano-sei-magistrati-andranno-lavorare-267644.htm

 

 

DE PASQUALE, TOGA PROMOSSA ALL'OCSE MALGRADO GLI INSUCCESSI NEI PROCESSI

Alessandro Da Rold per "la Verità"

 

Nonostante le polemiche per le assoluzioni in primo grado nel processo sul giacimento nigeriano Opl 245, e le tensioni interne in vista della scadenza del procuratore capo Francesco Greco, la Procura di Milano rimane un punto di riferimento per la lotta contro la corruzione in Europa.

 

Donata Costa Donata Costa

Non si spiegano altrimenti le nomine di questi giorni di ben 6 magistrati, tra cui 3 del dipartimento affari internazionali - Reati economici transnazionali, diretto da Fabio De Pasquale, che è la pubblica accusa contro Eni e Shell insieme con Sergio Spadaro.

 

Tra questi sono stati scelti Gaetano Ruta, lo stesso Spadaro e Donata Costa. Altri invece arrivano dal pool anticorruzione, come Giordano Baggio, dalla Dda (Direzione distrettuale antimafia) come Adriano Scudieri e infine da Bruxelles, come Elisa Moretti, consigliere giuridico a Bruxelles.

Gaetano Ruta Gaetano Ruta

 

Tutti faranno parte della Procura europea antifrodi comunitarie, che si concentrerà su tutti i tipi di reati che ledono gli interessi finanziari dell' Ue. Ruta, Baggio e Spadaro saranno distaccati a Milano, Costa a Venezia, Scudieri a Torino e Moretti a Bologna.

 

Nei corridoi del palazzaccio le definiscono «nomine politiche» e (c' è anche chi fuori dai microfoni si rivela sollevato per l' esodo), ma si fa anche notare come manchi il nome di un' esperta in materia come Tiziana Siciliano, che nel 2008 era stata tra le prime a portare avanti un' indagine sulla distrazione dei fondi comunitari per oltre 50 milioni di euro. Il sospetto è che possa essere stata accantonata per le tensioni interne di questi mesi e soprattutto perché indipendente.

ADRIANO SCUDIERI ADRIANO SCUDIERI

 

Eppure, proprio su questo tipo di lavoro si svilupperanno le indagini della Procura. Saranno condotte sul territorio degli Stati membri e i casi saranno portati dinanzi ai Tribunali nazionali. Al momento le frodi a danno dell' Europa erano di competenze della sola magistratura nazionale, ora invece i pm incaricati avranno poteri transnazionali.

 

Ci sarà un livello centrale in Lussemburgo che farà da supervisione poi al lavoro dei Procuratori delegati.

 

fabio de Pasquale fabio de Pasquale

Quest' anno lo stesso De Pasquale sarà il punto di riferimento dell' Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) che invierà in luglio i commissari in Italia per verificare la lotta alla corruzione nel nostro Paese. A scegliere il pm che da 30 anni si occupa di Eni, senza particolari successi, è stato l' ex ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che lo ha individuato come il magistrato simbolo contro la corruzione.

 

Parte delle accuse nel processo della presunta tangente da 1 miliardo di dollari ruota intorno alla convenzione Ocse del dicembre 1997 che impone agli Stati aderenti di perseguire le tangenti a politici stranieri. Il punto è che le tangenti bisognerebbe trovarle. Nel 2021 l' obiettivo dell' Ocse è quello di intensificare il lavoro dei governi su un tema che penalizza l' economia e aumenta le diseguaglianze.

fabio de Pasquale fabio de Pasquale

 

Per di più questo è l' anno del G20 italiano, quindi il nostro Paese avrà un ruolo cruciale nel lancio della nuova Procura. È dal 2017 che i magistrati milanesi hanno iniziato un lavoro di avvicinamento alle richieste di Bruxelles. Il dipartimento diretto da De Pasquale nacque in occasione della riorganizzazione della Procura da parte di Francesco Greco. Lo scopo era quello di trattare in maniera specializzata le indagini riguardanti gli affari internazionali e i reati economici di natura transnazionale.

 

La necessità di creare questo tipo di unità specializzate per combattere la corruzione internazionale era stata chiesta proprio dell' Ocse al nostro Paese. Tra i casi trattatati appunto quelli di corruzione e riciclaggio.

 

Il problema è che su entrambi i fronti non sono stati anni di successo per la Procura milanese. Il processo contro Saipem in Algeria, finito con l' assoluzione di tutti gli imputati, fu criticato dai giudici della corte d' Appello nelle motivazioni, perché la pubblica accusa aveva mancato «approfondimenti» e si sarebbe limitata «a chiederne la condanna alle sanzioni amministrative pecuniarie ed interdittive».

 

FRANCESCO GRECO FRANCESCO GRECO

Per di più la seconda sezione penale presieduta da Giuseppe Ondei aveva criticato il lavoro del pool di De Pasquale, sottolineando l'«assoluta carenza di prova circa le asserite irregolarità procedurali» come documenti fondati «su note aperte non verificate». Ora si attendono le motivazioni dell' assoluzione in primo grado dell' amministratore delegato Claudio Descalzi e dell' ex numero uno Paolo Scaroni.

 

Ma intanto un antipasto è arrivato dal Procuratore generale, Celestina Gravina, che nella requisitoria del processo di appello per i due presunti intermediari della tangente nigeriana, ha duramente attaccato le tesi dell' accusa, parlando «di fatti privi di prova fondati sul chiacchericcio, sulla maldicenza, su elementi che mai sono stati valorizzati in alcun processo penale».

 

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