tiziano renzi carlo russo

CONSIP FAN TUTTI - NELLA RICHIESTA DI RINVIO A GIUDIZIO PER TIZIANO RENZI NEL CASO CONSIP, I PM SOSTENGONO CHE SULL’APPALTO “FM4” DA 2,7 MILIARDI SI MOSSERO DUE GRUPPI DI PRESSIONE - UNO COLLEGATO A BABBO RENZI E CARLO RUSSO (VICINI AD ALFREDO ROMEO) E L’ALTRO GUIDATO DA VERDINI (CHE MIRAVA A FAVORIRE EZIO BIGOTTI) - LE MINACCE E LE PRESSIONI SU MARRONI

Fabio Amendolara per “la Verità”

 

TIZIANO RENZI

Dopo la batosta presa dal gip Gaspare Sturzo a febbraio, quando si sono visti rigettare per la seconda volta una richiesta di archiviazione, i pm del caso Consip hanno chiesto il giudizio per babbo Tiziano Renzi & Co. per la ormai famosa gara Fm4, un appalto di rilievo comunitario suddiviso in 18 lotti geografici (14 ordinari e quattro accessori) che valeva 2,7 miliardi di euro, bandita dalla Centrale unica degli appalti della pubblica amministrazione, e per quella dei servizi di pulizie di Grandi stazioni. L' accusa per il babbo del fu Rottamatore di Rignano è di traffico di influenze illecite e turbativa d' asta.

 

CARLO RUSSO

In quel contesto, sostengono ora i pm, si mossero due gruppi di pressione: uno collegato a babbo Renzi e a Carlo Russo (accusato di turbativa d' asta ed estorsione), vicini all' imprenditore napoletano Alfredo Romeo (indagato per traffico di influenze illecite, corruzione e turbativa d' asta), e l' altro guidato da Denis Verdini, che mirava a favorire l' imprenditore Ezio Bigotti.

 

Verdini (attualmente detenuto nel carcere romano di Rebibbia dove sta scontando sei anni e mezzo di reclusione per il crac del Credito cooperativo fiorentino), in quel momento dominus di Ala, ovvero la stampella del governo guidato da Matteo Renzi, è accusato di turbativa d' asta e anche di concussione, perché, ritiene l' accusa, «in grado di richiedere, nel contesto delle politiche connesse alle nomine in enti pubblici da parte del governo, la conferma o meno [...]di persone ritenute fedeli alle proprie posizioni».

MATTEO E TIZIANO RENZI

 

Nel procedimento, coordinato dal sostituto procuratore Mario Palazzi, sono coinvolti anche gli ex parlamentari Ignazio Abrignani, verdiniano di Ala, e Italo Bocchino, l' ex braccio destro di Gianfranco Fini nella sua ultima avventura da leader della destra, quella di Futuro e libertà. Per Abrignani l' accusa ricalca in pieno quella a Verdini. Bocchino, invece, risponde di traffico di influenze illecite, turbativa d' asta e di reati tributari per aver emesso fatture per operazioni risultate inesistenti. Proprio come indicato dal gip Sturzo a febbraio, quando chiese al pm un supplemento di accertamenti e sollecitato, contestualmente, l' iscrizione nel registro degli indagati di Verdini e di altre due posizioni.

 

nicola latorre, denis verdini luca lotti

Secondo i capi di imputazione, che ora dovrà valutare il giudice dell' udienza preliminare, Russo, agendo in accordo con babbo Renzi e «sfruttando relazioni esistenti con l' allora amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni» avrebbe istigato quest' ultimo «al compimento di atti contrari al proprio ufficio, consistenti nell' intervenire sulla commissione aggiudicatrice della gara FM4».

 

In particolare, l' attività illecita sarebbe stata compiuta sul presidente della commissione di gara Francesco Licci, «anche per il tramite di Domenico Casalino», per «facilitare la Romeo Gestioni, partecipante alla FM4, mediante l' innalzamento del punteggio tecnico nella fase di valutazione tecnica dei progetti». Inoltre Russo, stando al capo d' accusa, «si faceva dare da Romeo, che agiva in accordo con Bocchino, utilità consistite nella stipula di un contratto di lavoro» per la cognata, «e numerose ospitalità negli hotel di proprietà del gruppo Romeo, nonché si faceva promettere denaro in nero per sé e per Tiziano Renzi» e anche «la stipula di un contratto di consulenza».

CARLO RUSSO

 

L'estorsione contestata a Russo, invece, è legata alle «minacce profferite nei confronti di Marroni, consistite nel rappresentargli che, in caso non fosse intervenuto illecitamente sulla Commissione di gara di FM4, al fine di far attribuire un maggior punteggio tecnico all' offerta presentata dalla Romeo gestioni spa, sarebbero intervenuti Tiziano Renzi e Verdini, persone che per ruolo relazioni e molo potevano farlo licenziare da Consip, poneva in essere atti idonei, diretti in modo non equivoco, a costringerlo a fare suddetto illecito intervento, non riuscendo nell' intento per la resistenza dello stesso Marroni».

 

Rischiano il processo anche l' ex amministratore delegato di Grandi stazioni, Silvio Gizzi (turbativa d' asta), l' ex ad di Consip Casalino (traffico di influenze illecite e turbativa d' asta), il dirigente Consip Licci (traffico influenze illecite) e Stefano Massimo Pandimiglio, merceologo di Consip (corruzione e turbativa d' asta). Gli indagati sono undici, per la bellezza di dieci capi d' imputazione complessivi.

 

luigi marroni foto di bacco

Tra i quali ce n'è uno in cui Romeo, per il tramite di Russo e grazie all' intermediazione di Rocco Borgia (calabrese settantacinquenne originario di Melicuccà, in provincia di Reggio Calabria, perquisito ma non indagato), avrebbe tentato di convincere Daniela Becchini, alto dirigente Inps, a trovare un componimento bonario per le controversie della Romeo gestioni con l' istituto previdenziale. E anche in questo caso Russo si sarebbe fatto promettere da Romeo, come sostiene l' accusa, «utilità consistenti in somme di denaro periodiche».

ALFREDO ROMEOALFREDO ROMEOitalo bocchino

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