giuseppe conte coronavirus regioni rosse arancioni gialle covid lockdown

CONTE COMANDA COLORE – ANCORA NON SIAMO USCITI DALLA ZONA ROSSA DI NATALE CHE GIÀ CI RICHIUDONO: IL GOVERNO SI RIUNISCE PER DECIDERE LE NUOVE RESTRIZIONI – IL 7 GENNAIO SI TORNA AL SISTEMA DEI COLORI DELLE REGIONI. MA COME SI RIPARTE? L’ITALIA SAREBBE DOVUTA ESSERE TUTTA IN GIALLO E INVECE SEMBRA SCONTATO CHE CI SARANNO ALMENO TRE REGIONI ARANCIONI: CALABRIA, LIGURIA E VENETO. RISCHIANO ANCHE…

GIUSEPPE CONTE COLORA LE REGIONI

1 – COVID: IN MATTINATA RIUNIONE CONTE-CAPIDELEGAZIONE

(ANSA) - ROMA, 03 GEN - Una riunione tra il premiere Giuseppe Conte e i capidelegazione della maggioranza, a quanto si apprende da fonti di governo, è stata convocata per questa mattina per fare un punto sull'emergenza Covid in vista della scadenza delle misure restrittive messe in campo per le festività. Alla riunione partecipa anche il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia.

 

conte boccia speranza

Dal 7 gennaio si torna alle restrizioni di tipo regionale basate su 21 indicatori Probabile ritocco al livello minimo di Rt per il passaggio a fascia arancione e rossa

 

2 – CORONAVIRUS, RIUNIONE DEL GOVERNO SULLE NUOVE MISURE: VOGLIONO TAGLIERE I TEMPI SULLE NUOVE SERRATE

Da www.liberoquotidiano.it

 

Le indiscrezioni circolavano dalla tarda serata di ieri, sabato 2 gennaio. E, puntuale, questa mattina è stata convocata una riunione "a sorpresa" per decidere le nuove restrizioni contro il coronavirus in vista del 7 gennaio (il 6 gennaio scade infatti l'ultimo dpcm).

CONTE COMANDA COLORE

 

L'accelerazione, probabilmente, dovuta alla risalita dell'indice Rt ma soprattutto dei ricoveri, fattori che emergevano dal bollettino della vigilia. Al vertice convocato da Giuseppe Conte tutti i capi delegazione dei partiti di maggioranza, oltre ai ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza.

 

Insomma, si tagliano i tempi per rinchiuderci. Ancora. Scontato infatti il ritorno alle zone rosse, con tre di queste che dovrebbero diventare arancioni: Calabria, Liguria e Veneto. Ma rischiano anche Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche. Il resto dell'Italia dovrebbe invece essere di colore giallo (almeno nei primi giorni), compreso l'Abruzzo che prima delle festività era arancione.

 

roberto speranza meme

Ma come vi avevamo già anticipato in questo articolo, il governo starebbe valutando nuove serrate, ulteriori restrizioni. In primis il fatto di rendere tutta Italia zona rossa in ogni weekend, dunque con chiusura dei negozi non essenziali e limitazioni agli spostamenti anche all'interno del proprio comune.

 

E ancora, chiusi ristoranti e bar. Tra le altre ipotesi anche quella di una "zona gialla rafforzata" sulla falsa riga di quella adottata nel corso di queste feste con l'ultimo dpcm, ossia stop allo spostamento tra le regioni e bar e ristoranti condannati a una chiusura che sembra eterna. E insostenibile. E ci si chiede se il governo, oltre che delle chiusure, parlerà di come accelerare sui vaccini, con l'Italia che arranca nella campagna e con il numero totale di iniezioni effettuate.

giuseppe conte roberto speranza by osho

 

3 – CAMBIA IL SISTEMA DEI COLORI: IN ARRIVO PARAMETRI PIÙ DURI

Mauro Evangelisti per “il Messaggero”

 

Il 7 gennaio si torna al sistema dei colori delle Regioni decisi sulla base dei 21 indicatori che valutano l'andamento dell'epidemia di Sars-CoV-2. Finisce il «periodo speciale», con i giorni rossi e arancioni uguali per tutti durante le feste di Natale. Ma come si riparte? Con il livello più basso di giallo ovunque, salvo che non si anticipi la riunione della cabina di regia, prevista per ora per venerdì 8 gennaio, quando si stileranno le nuove pagelle e decideranno i nuovi colori.

 

LUCA ZAIA

Infine, il 15 gennaio scade il provvedimento del governo che regola il sistema e i 21 indicatori potrebbero essere rivisti. Non solo nella direzione chiesta dalle Regioni, che spingono per inserire anche i tamponi rapidi quando si valuta la capacità di fare tracciamento.

 

Al Ministero della Salute si sono accorti che avere fissato a 1,25 il livello minimo dell'Rt (l'indice di trasmissione del virus) per entrare nello scenario 3 con possibile passaggio a fascia arancione e a 1,50 per lo scenario 4 e la fascia rossa, può essere poco efficace. Si rischia di intervenire tardi, quando una regione è ormai in difficoltà. Il caso del Veneto, in fondo, dimostra i limiti del meccanismo.

 

RESILIENZA

capodanno zona rossa

La regione di Zaia ha visto una diffusione del virus molto intensa, eppure, proprio per il sistema dell'Rt, ma anche per una buona risposta del sistema sanitario locale, è sempre rimasta gialla e questo potrebbe non averla aiutata. Nell'ultimo report del 31 dicembre l'Rt puntuale era a 1,07, certo allarmante perché sopra il livello critico di 1, ma non tale da fare scattare la fascia arancione.

 

ITALIA DIVISA IN ZONE - MEME

L'8 gennaio si valuterà l'evolversi della situazione, ma la procedura nelle settimane successive sarà rivista. I tecnici ipotizzano di abbassare a 1,1 il valore dell'Rt che prevede le contromisure, andando però a equilibrare questo dato con quello dell'incidenza, vale a dire il numero di nuovi casi positivi ogni 100mila abitanti negli ultimi 14 giorni. Il valore virtuoso prevede di restare sotto a 50, oggi l'Italia è a 305, il Veneto a 968, il Lazio a 285, l'Abruzzo a 168, l'Umbria a 196, le Marche a 293, la Campania a 179 e l'Emilia-Romagna a 412, per fare alcuni esempi.

 

CIRCOLARE

roberto speranza domenico arcuri

Sintetizzando: il sistema dei colori, per affrontare i mesi delicati fino a primavera, sarà reso più rigido, rendendo più tempestivo il ricorso alle fasce arancioni e rosse per le regioni in difficoltà. In parallelo, tra domani e dopodomani, il Ministero della Salute emanerà una circolare che farà ordine nel sistema dei tamponi rapidi antigenici.

 

Ormai la valutazione del tasso di positività, sul totale dei casi testati, è totalmente disomogenea da Regione a Regione, perché non tiene conto, nei calcoli, proprio dei rapidi. Alcuni esempi: Lazio e Veneto sono tra le Regioni che ne eseguono di più al giorno, rispettivamente 40.000 e 60.000.

 

giuseppe conte regioni

Il Ministero della Salute fisserà alcuni paletti: gli antigenici saranno inseriti, a fianco dei molecolari, tra i dati quotidiani; saranno regolamentati perché non tutti gli antigenici hanno lo stesso livello di attendibilità. E sarà anche data una linea su un tema dibattuto: quando una persona risulta positiva all'antigenico, segue la verifica del molecolare; è stato dimostrato che, se si tratta di un tampone rapido di tipo quantitativo e il valore emerso è molto alto, la conferma di positività del molecolare non è necessaria.

 

ROBERTO SPERANZA

Andrà, però, anche pensata una campagna di informazione massiccia alla luce dei casi, registrati anche a Roma, di persone che hanno fatto un tampone antigenico risultato negativo, in seguito a questo sono state meno prudenti e poi si sono scoperte positive. Il tampone rapido, che ormai in varie regioni comprese il Lazio si può fare anche in farmacia, è un filtro utile, ma non è risolutivo.

 

C'è sempre un margine di errore, ma soprattutto è la fotografia di quel momento, una persona può contagiarsi cinque minuti dopo (o magari il virus era ancora in incubazione). Morale: anche dopo un tampone antigenico negativo (ma anche dopo un molecolare) bisogna continuare a essere molto, molto prudenti. SCENARIO Ma cosa succederà l'8 gennaio? Quali regioni rischiano? Il Lazio per ora ha un Rt basso, malgrado il recente incremento dei casi, tanto che il 31 dicembre era a 0,84.

 

roberto speranza giuseppe conte giuseppe ippolito

Non dovrebbe diventare arancione, anche se ci sono segnali aumento dei ricoveri; il Veneto è sorvegliato speciale insieme a Calabria, Puglia e Liguria. L'Abruzzo, invece, sembra uscito dalla fase più difficile e il 7 sarà subito giallo. Lombardia ed Emilia-Romagna hanno un'alta incidenza di nuovi casi, mentre la Campania, almeno stando all'ultimo report, sembra per ora non a rischio, visto che l'Rt è a 0,78.

 

Ultimi Dagoreport

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…