willy monteiro fratelli bianchi francesco belleggia

COSA E’ CAMBIATO A COLLEFERRO 2 ANNI DOPO IL MASSACRO DI WILLY? NULLA - LE TESTIMONIANZE: “IO QUELLA SERA C'ERO, NON HO VISTO NULLA PERCHÉ SONO ANDATO VIA PRIMA. LA SERA RESTA IL MOMENTO PEGGIORE, SONO TUTTI PIENI DI ALCOL, BASTA UN'OCCHIATA DI TROPPO A UNA RAGAZZA, LA RISSA SCOPPIA IN UN SECONDO” - "LA MORTE DI WILLY NON E' COLPA DI COLLEFERRO. NON È COLPA NOSTRA. QUELLO CHE È CAPITATO SAREBBE POTUTO SUCCEDERE OVUNQUE. E SAREBBE POTUTO CAPITARE A CHIUNQUE. È SUCCESSO QUI PERCHÉ...”

Flavia Amabile per “La Stampa”

WILLY MONTEIRO

 

L'insegna è appena visibile dalla strada. Il vialetto conduce a un parcheggio vuoto e a un albergo-ristorante dove quattro uomini parlano a voce alta e il resto della sala è vuoto. Qui Willy Monteiro lavorava come assistente cuoco.

 

 Trascorse l'ultima sera di lavoro tra i fornelli e i ripiani di acciaio sotto lo sguardo attento dei suoi colleghi. Due anni dopo nella grande cucina campeggia la foto di Willy con il sorriso che l'ha reso indimenticabile. Nazzareno D'Amici, il titolare, lo guarda e scuote la testa. «Ancora volete parlare di Willy? Per me era come un figlio ma voi giornalisti state esagerando. A Colleferro ne hanno ammazzati prima e dopo.

 

i fratelli bianchi a miami

Voi però vi occupate solo di lui». Era una sera di inizio settembre anche due anni fa. Era il primo fine settimana al rientro dalle vacanze che non c'erano state perché il Covid faceva paura e di soldi ne sono girati sempre pochi tra i ragazzi che frequentano il piazzale Oberdan di Colleferro, il recinto dove si svolge la movida, una manciata di locali dove andare a prendere una birra allietati da alcune luci color ghiaccio, una fontana popolata da fenicotteri rosa rigorosamente finti e tanta noia. La notte tra il 5 e il 6 settembre del 2020 la noia fu bruciata in 40 secondi di violenza, quelli che bastarono ai fratelli Gabriele e Marco Bianchi, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli per assalire e uccidere Willy Monteiro, 21 anni.

 

gabriele bianchi

Due anni dopo, durante il primo fine settimana al rientro delle vacanze, il recinto è identico e la noia una nebbia che avvolge le sere di una movida immobile nel tempo.

 

«Vuoi sapere che cosa è cambiato in questi due anni?» chiede Luca Martone, 36 anni, fisico massiccio.

È l'una di notte, lui e la fidanzata Ilaria hanno le risposte lente e il tono della voce fuori controllo di chi ha bevuto qualche bicchiere di troppo.

 

«Nulla. Qui non cambia mai nulla. Io quella sera c'ero, non ho visto nulla perché sono andato via prima e sto andando via prima anche stasera». La regola di chi va a bere nel recinto di Colleferro con una ragazza è di non fermarsi mai fino alla chiusura dei locali. «È il momento peggiore - continua Luca - sono tutti pieni di alcol, basta un'occhiata di troppo a una ragazza, la lite scoppia in un secondo».

gabriele bianchi

 

E ne scoppiano di continuo di liti dalle parti del recinto sorvegliato dai fenicotteri finti. Alcune diventano casi di cronaca, come è accaduto ad aprile quando un giovane è finito in ospedale per una scazzottata o a maggio quando un ragazzo di 19 anni è stato accoltellato mentre passeggiava di sera in centro con gli amici.

 

Altre finiscono archiviate come una normale conseguenza dell'alto tasso alcolico che gira in queste strade. «Non è vero che non è cambiato nulla» sostiene Valerio, 22 anni. Lui c'era la notte in cui Willy fu ucciso. C'era anche nei fine settimana precedenti quando con Willy bevevano una birra e parlavano della Roma. Ha continuato a frequentare il recinto di Colleferro anche dopo, quando ha iniziato a lavorare a Reggio Emilia come magazziniere e la movida immobile di questo piccolo centro terrorizzava tutti tranne i frequentatori abituali.

alessandro e gabriele bianchi

 

«Willy non c'è più, non ci sono più nemmeno i fratelli Bianchi e noi siamo condannati a venire in questo posto dove abbiamo perso un amico». Indica il giardino spelacchiato dall'altra parte della strada dove Willy fu pestato a morte. «Li ho visti con i miei occhi i fratelli Bianchi che si accanivano contro Willy, ho visto il suo corpo martoriato che veniva portato via su una barella.

 

Ogni volta che vengo a bere una birra guardo quel pezzo di marciapiede mi faccio il segno della croce. Se potessi andrei altrove ma per trovare un posto diverso dove bere qualcosa in compagnia di sera bisogna arrivare fino a Roma». Valerio si ferma un istante. Quello che ha visto lo ha raccontato anche in tribunale, è uno dei testimoni del processo che ha portato agli inizi di luglio alla condanna all'ergastolo per i fratelli Bianchi e a 23 anni per Francesco Belleggia e 21 per Mario Pincarelli. La banda di Artena li hanno definiti, il paese legato a Colleferro dalla stessa strada provinciale e dall'identico destino di morte. «Ho spiegato in tribunale quello che ho visto ma noi amici non ne parliamo mai, cerchiamo di dimenticare. A volte avrei voglia di parlarne con mia madre ma non ci riesco. Grazie per avermi fatto sfogare stasera».

willy

 

«È cambiato che sembra che la morte di Willy sia colpa di Colleferro - sostiene Virginia Cirilli, 18 anni. - Non è colpa nostra. Quello che è capitato sarebbe potuto succedere ovunque. E sarebbe potuto capitare a chiunque. È successo qui perché ci sono più locali che altrove». La notte avanza. Il tasso alcolico aumenta.

 

Qualcuno parla di politica. Al tavolo di Michele, Riccardo, Silvia e Bruna si ride di Berlusconi e del suo sbarco su TikTok. «È ridicolo - dice Michele - vuole fare il finto giovane ma sembra mio nonno». In pochi però sanno per chi votano. Non lo sanno i quattro giovani seduti al tavolo. Non lo sa Valerio. Luca Martone sa che non andrà a votare e Ilaria, la fidanzata, che non voterà Giorgia Meloni. Tutti sono convinti che, comunque sia, non cambierà nulla.

 

fratelli bianchi 2

Ormai sono quasi le tre del mattino, quasi l'ora in cui fu ucciso Willy Monteiro. Intorno al cimitero un'auto è ferma. Dentro qualcuno sta facendo qualcosa che preferisce resti segreto. Forse sesso come due anni fa i fratelli Bianchi, che si erano appartati in uno di questi anfratti poco illuminati prima di andare a seminare l'orrore davanti al recinto di Colleferro. Ad Artena è sempre aperto il pub di Alessandro Bianchi, il più grande dei fratelli. Dentro non ci sono clienti. In tanti, invece, si fermano davanti all'ingresso per salutare e scambiare due chiacchiere. Nulla cambia dentro e fuori la movida immobile di Colleferro.

WILLY 1mario pincarellifrancesco belleggiaWILLY

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO