IL COVID CI HA SFONDATO I RISPARMI - LA CRISI SANITARIA SI È ABBATTUTA ANCHE SULLE NOSTRE CAPACITÀ DI METTERE DA PARTE I SOLDI: SECONDO UN RAPPORTO CONSOB, IL 28% DEGLI ITALIANI ANDREBBE IN CRISI DI FRONTE A UNA SPESA EXTRA DI MILLE EURO - IL 32% DELLE FAMIGLIE DICE CHE LA PROPRIA RICCHEZZA È DIMINUITA, OLTRE IL 36% DEGLI INTERVISTATI NON SA COME IMPIEGARE IL DENARO...

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Michele Di Branco per “Il Messaggero

 

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La crisi sanitaria che dura da quasi due anni si è riflessa sulla capacità delle famiglie italiane di accantonare risorse. Il VII Rapporto Consob sulle scelte di investimento, relativo al 2021, parla chiaro in questo senso.

 

Secondo l'indagine (elaborata sulla base di un questionario distribuito da GfK Italia su un campione di circa 2.700 individui), circa il 27% dei nuclei segnala una riduzione del reddito familiare; il 39% fatica a far fronte alle spese fisse e ricorrenti mentre, appunto, c'è un 28% di intervistati che dichiara di non essere in grado di gestire una spesa extra di mille euro.

 

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Una situazione inevitabile, considerato che il 32% delle famiglie riferisce di aver sperimentato una diminuzione della propria ricchezza. Alla luce dell'attuale contesto economico, oltre il 36% degli intervistati non sa come impiegare le proprie disponibilità. Tra i restanti, il 19% indica una preferenza verso la liquidità, il 17% verso l'investimento immobiliare e l'11% verso l'investimento finanziario.

 

Nonostante la congiuntura complicata, tuttavia la partecipazione ai mercati finanziari - afferma il rapporto Consob - continua a crescere: nel 2021 la quota di investitori risulta pari al 34% dei decisori finanziari a fronte del 30% nel 2019.

 

LE ATTIVITÀ

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Le attività più diffuse rimangono i certificati di deposito e i buoni fruttiferi postali (posseduti dal 43% delle famiglie), seguiti dai titoli di Stato italiani (25%) e dai fondi comuni di investimento (24%).

 

Gli investitori entrati nel mercato finanziario nel biennio 2020-2021 presentano più di frequente un livello di alfabetizzazione finanziaria e di competenze digitali inferiori rispetto a quelle degli investitori di più lunga data, mentre sono meno propensi alla pianificazione finanziaria e alla gestione del budget e dichiarano più frequentemente condizioni di fragilità finanziaria.

 

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Nel 2021 è aumentata la quota di investitori che si affida a un professionista (28% a fronte del 17% nel 2019), sebbene l'informal advice rimanga lo stile più diffuso (37%). Uno degli elementi più interessanti che emerge dal rapporto è l'attenzione crescente de per le cripto-attivita. Il mercato dei crypto-asset continua a espandersi rispetto al numero di utilizzatori e al volume degli scambi.

 

Gli asset oggetto di negoziazione si connotano per una elevata eterogeneità, frutto di un continuo processo di innovazione finanziaria, e per una forte volatilità dei prezzi. Proprio il fenomeno delle criptovalute è osservato con una certa preoccupazione dalla Consob.

 

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«Gli investitori spiega il presidente Paolo Savona rivolgono richieste di compensare le perdite quando esse si realizzano e riversano sulle autorità di controllo finanziario, come la Consob, l'onere della loro protezione».

 

Savona osserva come ci sia «una larga maggioranza di investitori che considera la garanzia di rimborso la principale variabile che influenza le loro scelte. E nel caso delle criptovalute - si domanda il presidente della Consob - chi le rimborsa? Non si sa, è un altro elemento che viene ignorato».

 

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