coronavirus lombardia

LA CRISI DEL MODELLO PIRELLONE: LA CATENA DI ERRORI CHE HA FATTO DILAGARE I CONTAGI IN LOMBARDIA – NEL MIRINO LA PRIVATIZZAZIONE DELLA SANITA’ E IL SISTEMA FORMIGONI (L’EX GOVERNATORE CONDANNATO) – DAGLI ANNI ’80 POSTI LETTO DIMEZZATI – LA STRAGE NEGLI OSPIZI E I POCHISSIMI TAMPONI FATTI - IL PRESIDENTE DELL’ORDINE DEI MEDICI DI BERGAMO: “L'EPIDEMIA DI COVID-19 IN LOMBARDIA? COME UN DISASTRO AEREO”

Claudia Guasco per “il Messaggero”

 

coronavirus lombardia

Guido Marinoni, presidente dell'Ordine dei medici di Bergamo, paragona l'epidemia di Covid-19 in Lombardia «a un disastro aereo: non si può tornare indietro, ma recuperare la scatola nera è indispensabile per implementare la sicurezza. Mi rendo conto che in questa fase di acceso scontro politico sia difficile, non è però un motivo sufficiente per non analizzare gli errori ed evitare di ripeterli». E in Lombardia, dicono i medici che dal 20 febbraio hanno affrontato l'epidemia basandosi su protocolli contrastanti, interventi inadeguati e senza mascherine, di sbagli ne sono stati commessi tanti.

fontana formigoni

 

PRIVATIZZAZIONE

La causa di tutto, secondo il medico del lavoro già consulente dell'Iss Vittorio Agnoletto, va ricercata «nell'abbandono dell'assistenza territoriale e nella privatizzazione della sanità lombarda», il cosiddetto modello Formigoni, l'ex governatore condannato. Nel 1981 in Lombardia c'erano 530 mila posti letto, oggi sono meno di 215 mila, le Usl erano 642 e nel 2017 solo 97.

 

Questo depauperamento spiega la catena di errori che ha portato al disastro Covid-19. Il primo avviene all'ospedale di Codogno, dove domenica 16 febbraio il paziente 1, il trentottenne Mattia, arriva «senza presentare alcun criterio che avrebbe potuto identificarlo come caso sospetto d'infezione da coronavirus secondo le indicazioni della circolare ministeriale del 27 gennaio 2020», dichiara Massimo Lombardo, direttore dell'Azienda sanitaria di Lodi. Mattia torna il 19 febbraio, già grave, il tampone gli viene fatto alle 21.20 di giovedì 20 febbraio: dal momento dell'ingresso in ospedale a quello del test trascorrono 36 ore, periodo in cui è entrato in contatto con medici, infermieri e un intero padiglione di pazienti. A questo punto esplode il caos: in attesa di direttive regionali il personale presente va a casa per autoisolarsi, salvo poi rientrare in servizio per carenza di operatori. «Diciamo che nel caso di Codogno la Regione Lombardia può essere stata travolta dall'effetto sorpresa - commenta un operatore sanitario - Tutto quello che è successo dopo però non ha giustificazioni».

 

IL COLLASSO DEL SISTEMA

coronavirus lombardia

Lo schema infatti si ripete al ponto soccorso di Alzano Lombardo, il 23 febbraio: ci sono i primi due tamponi positivi, l'unità di crisi della Regione chiude l'ospedale alle tre del pomeriggio salvo riaprilo in serata senza fornire direttive. Soprattutto, lasciando andare a casa il personale e i parenti in visita senza alcuna operazione di tracciamento, isolamento né tampone. «Chiudere Alzano avrebbe significato dover chiudere nei giorni precedenti gli ospedali di Lodi, Crema, Cremona e Pavia e in quelli successivi tutti gli ospedali della Lombardia, negando l'assistenza a tanti pazienti che invece abbiamo curato», la replica del direttore generale al Welfare Luigi Cajazzo. Così è collassato il sistema sanitario lombardo, che non è riuscito ad arginare la pandemia.

 

lombardia ospedali

«Perché la rete territoriale che avrebbe dovuto farsi carico dei pazienti è stata smantellata, i pronto soccorso sono diventati luoghi di contagio anziché di prevenzione e gli ospedali travolti dall'arrivo di malati già gravi», riassume il capodelegazione del Pd in commissione sanità della Regione Gian Antonio Girelli. Questo in una regione con un budget per la salute di 19.867,3 milioni nel 2020, in aumento di 34 milioni. Ma la riorganizzazione delle Asl in Agenzie di tutela della salute non ha funzionato: laddove avrebbe dovuto esserci assistenza sul territorio sono rimasi solo i medici di medicina generale, «un prima fila e disarmati, senza mascherine, in una sorta di abbandono», dice Marinoni.

 

Ciò che ha funzionato in Veneto, in Lombardia è rimasto sulla carta: la creazione di distretti sanitari e di poliambulatori in stretto contatto con i medici di base, che avrebbero evitato il disastro negli ospedali. «Sullo sfondo - rileva Girelli, resta il rapporto pubblico-privato. Nessuno vuole demonizzare la sanità privata, ma tocca al pubblico dettare le regole, che non devono essere a discrezionalità dei privati».

formigoni

 

STRAGE NELLE RSA

La mancanza di controllo sul territorio sembra anche all'origine delle stragi nelle Rsa, con centinaia di anziani morti. «In queste strutture non c'è stata alcuna valutazione dei rischi - sottolineano gli esperti - Nessuna direttiva precisa sui comportamenti da tenere né monitoraggio del personale sanitario, pochissimi i tamponi eseguiti». Una superficialità che ha portato alla famigerata direttiva dell'8 marzo, nella quale i pazienti positivi sono stati trasferiti agli ospedali al Trivulzio e in altre case per anziani. E se il virus dovesse tornare? «Ora abbiamo solo otto Unità speciali di continuità assistenziale contro le 65 previste per Milano e Lodi», denunciano i sindaci. E anche nelle zone più colpite come la bergamasca, avverte Marinoni, «siamo ben lontani dall'immunità di gregge». Arriverà novembre e la gente avrà la febbre. «E allora che si fa? Il tampone, se riusciremo a rendere il sistema efficiente. Oppure mettiamo di nuovo tutti in quarantena».

MEDICI SI PROTEGGONO CON I SACCHI DELLA SPAZZATURA IN LOMBARDIAcoronavirus lombardia

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE... 

giorgia meloni vacanza vacanze

DAGOREPORT - ALLEGRIA! DOPO TRE ANNI DI MELONI, GLI ITALIANI SONO SENZA SOLDI PER ANDARE IN VACANZA! - L'OMBRELLONE DELL’ESTATE 2025 SI È CAPOVOLTO E DEI VOLTEGGI INTERNAZIONALI DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, LA “GGENTE” SI INTERESSA QUANTO UN GATTO ALLA MATEMATICA: NIENTE. SI INCAZZA ED INIZIA A PENSARE AL PROSSIMO PARTITO DA VOTARE SOLO QUANDO APRE IL PORTAFOGLIO E LO TROVA VUOTO: DOVE E' FINITO IL “DIRITTO” AL RISTORANTE “ON THE BEACH” E ALL’ALBERGO “ON THE ROCKS”? - A DARE NOTIZIA CHE LE TASCHE DEGLI ITALIANI VERDEGGIANO È “IL TEMPO”, UNO DEI PORTABANDIERA DI CARTA DEL GOVERNO MELONI: ‘’CAUSA CRISI, PREZZI ALLE STELLE, NEANCHE UN ITALIANO SU DUE ANDRÀ IN VACANZA E DI QUESTI, OLTRE IL 50%, OPTERÀ PER UN SOGGIORNO RIDOTTO DI 3-5 GIORNI, CERCANDO MAGARI OSPITALITÀ PRESSO AMICI E PARENTI...” - MA PER L'ARMATA BRANCA-MELONI, IL PEGGIO DEVE ARRIVARE. UN PRIMO SEGNALE È STATO IL PING-PONG SULL’AUMENTO, RIENTRATO, DEI PEDAGGI, MENTRE INTANTO STANNO BUSSANDO ALLA PORTA I DAZI TRUMPIANI. NEL 2026 INFINE FINIRA' LA PACCHIA MILIARDARIA DEL PNRR - UN PRIMO E IMPORTANTISSIMO TEST PER RENDERSI CONTO DELL’UMORE NERO DEGLI ITALIANI SARÀ LA CHIAMATA ALLE URNE PER LE REGIONALI D’AUTUNNO. SE LA MELONI SI BECCA UNA SBERLA SU 4 REGIONI SU 5, TUTTI I CAZZI VERRANNO AL PETTINE...

giorgia meloni merz zelensky starmer ursula von der leyen macron

FLASH – ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA, PREVISTA A ROMA L’11 LUGLIO, IL PRIMO MINISTRO BRITANNICO, KEIR STARMER, E IL PRESIDENTE FRANCESE, EMMANUEL MACRON, NON CI SARANNO. I DUE HANNO FATTO IN MODO DI FAR COINCIDERE UNA RIUNIONE DEI "VOLENTEROSI" PRO-KIEV LO STESSO GIORNO – ALL’EVENTO PARTECIPERANNO INVECE IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ, E URSULA VON DER LEYEN. A CONFERMA DEL RIPOSIZIONAMENTO CENTRISTA DI GIORGIA MELONI CON GRADUALE AVVICINAMENTO DI GIORGIA MELONI AL PPE...

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?