olaf scholz volkswagen

LA CRISI TEDESCA TRAVOLGE ANCHE VOLKSWAGEN – LA CASA AUTOMOBILISTICA, IL PIÙ GRANDE DATORE DI LAVORO IN GERMANIA, PER LA PRIMA VOLTA CHIUDERÀ TRE FABBRICHE NEL PAESE. MIGLIAIA DI PERSONE RISCHIANO DI PERDERE IL LAVORO. PER TUTTI GLI ALTRI CI SARANNO RIDUZIONI DI STIPENDIO FINO AL 18% – IL PIANO DI TAGLI È STATO ANNUNCIATO DAL CONSIGLIO DI FABBRICA: “È UN PROGETTO DI SMANTELLAMENTO DI DIMENSIONI STORICHE. NESSUNO È AL SICURO” – AUDI CHIUDERÀ LA SUA FABBRICA DI E-CAR A BRUXELLES – UNA NUOVA GRANA PER IL TRABALLANTE SCHOLZ...

AUDI CHIUDERÀ LA SUA FABBRICA DI E-CAR A BRUXELLES

Audi Q8 e-tron

(ANSA) - Audi chiuderà la sua fabbrica di auto elettriche a Bruxelles, attiva nella produzione dei suv Q8 e-tron, a febbraio 2025. La decisione sarebbe stata annunciata durante una riunione straordinaria del comitato aziendale. Lo riferiscono i media belgi. Il marchio tedesco, del gruppo Volkswagen, sarebbe in contatto con un potenziale investitore, attivo nei veicoli aziendali, che rileverebbe l'impianto belga travolto dalla crisi delle auto elettriche. Alcuni mesi fa Audi aveva annunciato l'intenzione di tagliare oltre 2500 posti, minacciando di chiudere i battenti in Belgio a causa delle "difficili condizioni economiche". (ANSA).

 

2. CRISI VOLKSWAGEN, L’ORA DEI TAGLI CHIUDE TRE FABBRICHE IN GERMANIA

Estratto dell’articolo di Mara Gergolet per il “Corriere della Sera”

 

volkswagen

La crisi tedesca colpisce il simbolo più noto della sua economia, la Volkswagen. Almeno tre stabilimenti in Germania dovrebbero essere chiusi, migliaia di persone rischiano di perdere il lavoro. Per tutti gli altri ci saranno riduzioni di stipendio, fino al 18 per cento.

 

È il consiglio di fabbrica, guidato dall’italo-tedesca Daniela Cavallo che ha dato ieri l’annuncio, precedendo le comunicazioni del management. Secondo Cavallo, si tratta di un «progetto di smantellamento di dimensioni storiche», di una «svendita».

 

Di storico c’è sicuramente che la Volkswagen, il più grande datore di lavoro in Germania, in 87 anni di vita non ha mai chiuso nessuno dei suoi stabilimenti tedeschi.

 

[…]

 

volkswagen

Per paradosso, l’incontro tra i sindacati e il Cda è fissato per domani, quando i metalmeccanici di IG Metal andranno a chiedere un aumento del 7% (da contratto nazionale), mentre l’azienda risponderà proponendo tagli per tutti almeno del 10%.

 

La cruda realtà della Volkswagen attuale sta invece nei numeri. Rispetto all’era pre-Covid, VW vende i Europa 500mila auto in meno. In breve, non c’è abbastanza lavoro per molti operai in tanti stabilimenti. Report non confermati dall’interno affermano che uno o più siti in Germania sono da tempo in perdita.

 

OLAF SCHOLZ

Finora i profitti elevati del mercato cinese avevano semplicemente mascherato il problema. Ma adesso sono crollati, quando la Volkswagen è stata superata dai produttori di auto locali. Ed è tutto il settore dell’auto tedesca a essere in crisi: ossia, un’industria che vale 564 miliardi, quasi un terzo del Pil italiano.

 

[…]

 

Il governo di Olaf Scholz, socialdemocratico, si schiera con il sindacato: «Non sono i dipendenti che devono pagare le scelte sbagliate», ha detto ieri il suo portavoce. Ma in questo autunno caldo per la Germania, con scioperi alle porte, la VW è solo la più difficile delle crisi che il cancelliere si troverà ad affrontare.

 

3. VOLKSWAGEN IN CRISI

Estratto dell’articolo di Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica”

 

Volkswagen crisi

[…]  Tutto il gruppo che riunisce Porsche, Audi e altri marchi storici è in difficoltà, ma la crisi riguarderebbe soprattutto Volkswagen. E secondo indiscrezioni, gli stabilimenti in bilico sarebbero Emden e Zwickau, ma anche fabbriche più piccole come Osnabrueck e Dresda.

 

Cavallo ha già annunciato battaglia: attenzione al rischio «escalation», ha ruggito davanti agli operai. Nei mesi scorsi, l’italiana aveva già puntato il dito contro «la mancanza di un piano complessivo », per il rilancio del gruppo, stretto tra la concorrenza cinese e l’aumento vertiginoso del costo del lavoro.

 

Ma Arno Antlitz, direttore finanziario Vw, aveva parlato di 500 mila vetture in eccesso prodotte in Europa, e 300 mila del marchio ‘core’. E aveva già minacciato la chiusura di due dei dieci stabilimenti tedeschi.

 

tagli alla volkswagen

A settembre, in una sorta di prodromo della catastrofe, Wolfsburg aveva decretato a fine della trentennale Jobgarantie, la tregua occupazionale: dal 2025 i licenziamenti saranno di nuovo possibili. In Germania, Vw impiega 120 mila lavoratori. Da anni anche i governi tedeschi di ogni colore avvertono vertici Vw che stanno accumulando mostruosi e colpevoli ritardi sulle nuove tecnologie.

 

Leggendario fu lo sfogo dell’ex ministro dell’Economia dell’ultimo governo Merkel, Peter Altmaier, che in una riunione con i big dell’auto sbottò, «ma non riuscite a fare una macchina elettrica sexy? ». Il suo successore, l’attuale vicecancelliere Robert Habeck, ha criticato il management Vw per aver cominciato a produrre macchine elettriche nel comparto più lussuoso, quello delle auto da 100mila euro.

 

Thomas Schaefer - ceo Volkswagen

Fino a poco tempo fa, l’azienda esportava 4,3 milioni di automobili in Cina; con il rallentamento dell’economia del Dragone e la propensione sempre più diffusa dei cinesi di comprarsi macchine elettriche prodotte in patria, il colosso tedesco ha sofferto perdite enormi. Perdite che si aggiungono a quelle registrate dopo il Covid.

 

Anche ieri il governo Scholz ha reagito male alle rivelazioni di Cavallo – né confermate né smentite dall’azienda, che vuole rivelare dettagli solo dopo averli negoziati con i sindacati. Un portavoce del cancelliere, Wolfgang Buechner, ha accusato apertamente i vertici «per decisioni manageriali sbagliate», e ha aggiunto che «i lavoratori non dovrebbero pagare» per quelle scelte errate.

 

 Il governo è in contatto con l’azienda, ha aggiunto. E oggi Scholz si vedrà con alcune aziende e i sindacati per parlare della recessione. Ed è probabile che spinga Vw verso soluzioni meno drastiche: l’esecutivo è sull’orlo di una crisi, le voci di un possibile voto anticipato a marzo si fanno sempre più insistenti.

 

olaf scholz

E la crisi del marchio-simbolo dell’industria tedesca rischia di diventare il principale argomento della campagna elettorale. Il governo della Bassa Sassonia, peraltro, è un’azionista importante del gruppo. Dopo che Cavallo ha fatto capire che i sindacati sono già sulle barricate, il primo confronto tra azienda e sindacati è previsto per domani. L’argomento ufficiale è l’inizio del negoziato per il rinnovo del contratto. Ma è chiaro che si parlerà di urgenze più drammatiche.

tagli alla volkswagen Volkswagen

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa sergio mattarella

FLASH! – PER SOSTENERE I FRATELLINI D’ITALIA CIRIELLI E SANGIULIANO ALLE REGIONALI CAMPANE, SI È SCOMODATO PERSINO IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA – CHE LA SECONDA CARICA DELLO STATO FACCIA CAMPAGNA ELETTORALE, FOTTENDOSENE DEL SUO RUOLO ISTITUZIONALE,  NON AVRÀ FATTO PIACERE PER NULLA A SERGIO MATTARELLA – D’ALTRONDE, IL PRESIDENTE LEGHISTA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, LORENZO FONTANA, NON CI PENSA ASSOLUTAMENTE DI SCAPICOLLARSI IN VENETO A SUPPORTO DEL CANDIDATO DEL CARROCCIO, ALBERTO STEFANI…

emanuele filberto di savoia - consulta dei senatori del regno

MONARCHIA UNICA VIA! – SABATO PROSSIMO A PALAZZO BORGHESE DI FIRENZE SI RIUNISCE QUEL CHE RESTA DEI MONARCHICI DE’ NOANTRI, PER LA SERATA DI GALA DELL’ORGANIZZAZIONE “CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO”. OSPITE D’ONORE “SUA ALTEZZA REALE” EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA – NELL’INVITO SONO BEN EVIDENZIALE LE “NOTE DI ETICHETTA”: “È CONSUETUDINE FARE L'INCHINO (C.D. CURTSY) AD UN'ALTEZZA REALE, DINANZI ALLA SUA PERSONA”, “NON È CONSUETUDINE (POICHÉ NON ELEGANTE) UTILIZZARE COSTANTEMENTE I TELEFONI CELLULARI” – AGLI UOMINI È “RICHIESTO IL COSIDDETTO ‘WHITE TIE-CRAVATTA BIANCA’ VALE A DIRE IL ‘FRAC’”. E PER LE DONNE? "È D’UOPO L’ABITO LUNGO. NON SONO AMMESSI..."

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - IERI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE… - VIDEO

2025croserossa croce rossa

CAFONALISSIMO DELLE “CROCEROSSINE” – CHIAMATE LA CROCE VERDE: AL “CHARITY GALA DINNER” CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE (QUALE?), ORGANIZZATO DALLA CROCE ROSSA, SFILA LA "VIA TRUCIS" DI ROMA GODONA: LA FATALE MARIA ELENA BOSCHI CON ROSSETTO-SANGUE, IN COMPAGNIA DI UN UOMO MISTERIOSO (“È SOLO UN AMICO”), LAURA RAVETTO SMALTATA COME UNA VASCA DA BAGNO, CLAUDIA GERINI IN VERSIONE PIERROT (TRUCCO PALLIDO E OCCHIO SPERDUTO), SIMONA BRANCHETTI IRRICONOSCIBILE. E POI OVVIAMENTE LA PREZZEMOLONA DELLE FESTE ROMANE, CIOCIARE E ISTITUZIONALI: CLAUDIA CONTE, CON SCOLLO PERICOLOSO, CHE SI LANCIA SUL MINISTRO NORDIO PER L’IMMANCABILE SELFIE DA AGGIUNGERE ALLA SUA COLLEZIONE - IL ''SUB-DANDY'' MOLLICONE, LA SEMPRE BOMBASTICA-MILF ELEONORA DANIELE, NICOLETTA ROMANOFF, "E-VIRA" CARBONE, MONICA SETTA, BALZARETTI-ABBAGNATO, I DUE JIMMY (GHIONE E CANGIANO)...

gianmarco mazzi teatro alla scala orchestra orchestrali

DAGOREPORT - STROMBAZZI…E MAZZI! OHIBÒ: PER IL SOTTOSEGRETARIO SANREMESE ALLA CULTURA CON DELEGA ALLA MUSICA, GIANMARCO MAZZI, “NESSUNA ORCHESTRA SINFONICA ITALIANA RISULTA AI PRIMI POSTI NEL MONDO” E L’UNICA RICONOSCIUTA “NELLA CLASSIFICA INTERNAZIONALE È LA SCALA CHE È AL 47ESIMO POSTO”. BUM, RULLO DI TAMBURI. L’EX MANAGER DI CELENTANO NON CITA A QUALE CLASSIFICA SI RIFERISCA, MA DOVREMMO AVERLA SCOPERTA NOI: PENSIAMO SI TRATTI DEL LIBRO GIAPPONESE "SEKAI NO OKESUTORA 123", PUBBLICATO NEL DICEMBRE DEL… 1994 - L’ORCHESTRA IN QUESTIONE, PERÒ, NON È L’ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA (QUELLA PAGATA DALLO STATO) BENSÌ LA FILARMONICA DELLA SCALA, OVVERO L’ASSOCIAZIONE PRIVATA FONDATA DAGLI ORCHESTRALI...

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...