la mamma suicida a treviso

CRONACA TRAGICA - SUICIDA GIÙ DAL PONTE COL FIGLIO DI 18 MESI CHE SE L'È CAVATA CON UN FEMORE ROTTO. PROBABILMENTE HA PREVALSO IL SUO ISTINTO DI MAMMA E NEGLI ATTIMI IN CUI SI È LANCIATA, SOPRAFFATTA DAL PESO DELLA DEPRESSIONE, LA DONNA HA STRETTO IL BAMBINO FORTE, COSÌ FORTE DA RIUSCIRE A FARE SCUDO CON IL SUO CORPO - QUALCHE ORA PRIMA A POCHI CHILOMETRI DI DISTANZA UN 43ENNE HA UCCISO IL FIGLIO DOPO CHE GLI AVEVANO DIAGNOSTICATO PROBLEMI COGNITIVI E POI SI È AMMAZZATO: "NON SONO UN MOSTRO, L'HO FATTO PER EVITARE A MIO FIGLIO UN FUTURO DI SOFFERENZE"

Tiziana Paolucci per “il Giornale

 

la mamma suicida a treviso col piccolo e il marito

Il Trevigiano sconvolto da una nuova tragedia. A distanza di poche ore dalla notizia del padre che ha strangolato il figlio di due anni e poi si è tolto la vita a Castello di Godego, si assiste impotenti a un'altra morte.

 

Una mamma di trentuno anni, di Fanzolo di Vedelago, nella notte tra sabato e domenica si è suicidata gettandosi da un ponte nel fiume Piave, a Vidor. Con lei anche il figlio di un anno e mezzo, che però si è salvato. Ha prevalso probabilmente il suo istinto di mamma e negli attimi in cui si è lanciata, sopraffatta dal peso della depressione, la donna ha stretto il bambino forte, così forte da riuscire a fare scudo con il suo corpo. E il piccolo in quell'ultimo abbraccio è sopravvissuto a una fine che altrimenti sarebbe stata inevitabile, vista anche la temperatura gelida del fiume in quel tratto e la corrente.

 

la mamma suicida a treviso

Tutto si è consumato in una manciata di secondi. Alcuni passanti, che si trovavano in località Pederobba, hanno notato una Lancia Y che arrivava a tutta velocità nel parcheggio, che si trova nei pressi del ponte sul Piave.

 

All'improvviso una donna è scesa correndo con il figlio in braccio. Non si è voltata indietro e si è gettata nel fiume. Un volo di 25 metri compiuto senza un attimo di esitazione da parte di una donna chiaramente spinta e indotta dalla sua disperazione a farla finita.

 

il ponte della tragedia

Più tardi si è scoperto che la trentunenne, residente a Vedelago (Treviso), soffriva di una forma depressiva ed era in cura presso un centro specializzato. Qualcuno ipotizza che negli ultimi tempi avesse qualche contrasto con il papà del bambino, ma la malattia che trascina l'anima e l'esistenza in uno stato di cronica disperazione da sola può bastare a compiere anche i gesti più sconsiderati.

 

il ponte della tragedia a treviso

Sabato era uscita di casa verso le 20 per recarsi a cena dai genitori a Caerano San Marco. Ma, non vedendola arrivare, i familiari hanno cercato di contattarla inutilmente al cellulare, che risultava spento. Così hanno chiamato il genero, per sapere se avesse idea di dove fosse finita la moglie, insospettiti da quell'eccessivo ritardo e hanno avvertito i carabinieri, che pochi minuti dopo, insieme agli uomini del 118, hanno individuato il luogo dove si era appena consumato il suicidio.

 

Per la donna, che cadendo aveva battuto la testa sui sassi ed era stata trascinata dal fiume per diverse centinaia di metri, non c'era nulla da fare. Il piccolo, invece, era ancora vivo.

 

Subito il recupero da parte dei vigili del fuoco, i sanitari lo hanno portato d'urgenza nel reparto di rianimazione dell'Ospedale Ca' Foncello di Treviso. Non è in pericolo di vita, ma ha riportato diverse lesioni e nella notte è stato operato per una frattura al femore. Dal reparto di rianimazione è stato poi trasferito in ortopedia.

 

egidio battaglia

Egidio Battaglia, il 43enne che poche ore prima e a pochi chilometri di distanza ha ucciso il figlioletto Massimiliano e poi si è suicidato, ha lasciato invece una lettera per spiegare i motivi del proposito. «Non sono un mostro, l'ho fatto per evitare a mio figlio un futuro di sofferenze», ha messo nero su bianco.

 

Era disperato per il figlio, perché al bambino era stata fatta una diagnosi di disturbi cognitivi. Per accertarli sarebbero servite in futuro ulteriori analisi. Ma per quell'uomo le parole dei medici erano diventate un'ossessione, un'ombra costante che lo seguiva e lo spaventava, come il termine «autismo», che si era messo in testa.

 

una foto di egidio battaglia

«Non posso pensare a quando io e mia moglie non ci saremo più, e mio figlio sarà da solo e non potrà contare sull'aiuto di nessuno - ha scritto -. L'ho fatto per evitare a mio figlio un futuro di sofferenze. Meglio farla finita subito, prima che sia troppo tardi. Gli altri non si rendono conto di quanto grave sia la situazione».

 

Ma nessuno dei parenti aveva capito quel dramma o aveva percepito fino in fondo la sua preoccupazione e il suo disegno, che ha messo in atto dopo che la moglie è uscita per andare al lavoro. Quando il nonno di Massimiliano ha lanciato l'allarme, il piccolo e suo padre già non c'erano più.

la foto del matrimonio di egidio battaglia

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”