carcere sednaya siria

CRONACHE DALL’INFERNO SIRIANO – DAL CARCERE DI SEDNAYA, DOVE PER DECENNI SONO STATI RINCHIUSI E TORTURATI GLI OPPOSITORI DEL REGIME DI ASSAD, ARRIVA LA STORIA DI UN 25ENNE, SEVIZIATO PER 12 ANNI, CHE OGGI NON RICORDA PIÙ IL SUO NOME: “MI HANNO PICCHIATO TANTO, PERCHÉ RESISTEVO AL DOLORE. MI COLPIVANO CON IL TUBO SULLA TESTA E SULLA SCHIENA. CI APPENDEVANO A TESTA IN GIÙ NEL SOTTERRANEO” – NELLA STRUTTURA È STATA TROVATA ANCHE UNA PRESSA, UTILIZZATA PER STRITOLARE I CADAVERI...

Estratto dell’articolo di Fabio Tonacci per “la Repubblica”

 

un 25enne siriano - rimasto 12 anni nel carcere di sednaya

Quanti anni hai? «2004, gennaio». Perché ti hanno portato a Sednaya? «Non lo so». Quanto tempo ci sei stato? «Il tempo di sette celle». Ti hanno torturato? «Tanto, perché io resistevo al dolore. Mi colpivano con il tubo sulla testa e sulla schiena». Sai come ti chiami? «Bashar Samir Yusef, sono di Idlib».

 

Quella che così comincia non è un’intervista, non è un racconto e non è un colloquio. È piuttosto la ricerca di un contatto con l’essere umano che forse sopravvive dentro il corpo tumefatto, violato e segregato di un giovane uomo di neanche 25 anni, che a 13 venne rinchiuso nel mattatoio di Assad e lì fu dimenticato fino a perdere la testa, la coscienza di sé e persino il nome. Perché, per quanto ne sia convinto, non si chiama Bashar Samir Yusef. E non è di Idlib.

 

Tre giorni fa, appena il dittatore è fuggito a Mosca, i ribelli e la gente comune hanno circondato la prigione a tre bracci e centomila orrori di Sednaya, il più famigerato dei centri di detenzione e tortura costruito dal regime baathista per rendere gli oppositori degli zombie. Oppure, spesso, dei cadaveri da stritolare nelle presse idrauliche.

 

carcere di sednaya - siria

Hanno sfondato le porte di ferro dei sotterranei in cerca di fratelli, genitori e figli di cui per anni non si era saputo niente, se non che erano stati inghiottiti dal ventre oscuro di Sednaya. Nell’angolo di una cella c’era un ragazzo che sgranava gli occhi in modo innaturale e si esprimeva a monosillabi, coi pugni chiusi e i piedi gonfi. Non aveva documenti e, se anche li avesse avuti, non si sarebbe riconosciuto. Non aveva dove andare. Non sapeva dire come si chiamavano suo padre e sua madre. […]

 

Siamo ad Harasta, quartiere caotico e frantumato, periferia di Damasco. Si sentono spari per aria. Il ragazzo è in piedi accanto alla stufa, rigido, assente, gli occhi si spalancano come innescati dalla memoria di un’atrocità. Gli viene detto di sedersi per stare più comodo ma lui non muove un muscolo. «È abituato così, forse pensa che anche questa chiacchierata sia un interrogatorio», spiega l’uomo che lo ha accolto nella propria casa. «A Sednaya gli interrogatori li facevano in piedi ».

 

carcere di sednaya - siria

Ti hanno sottoposto a molti interrogatori? «Sì». Avevi le mani legate? «Sì, mi appendevano per i piedi nel sotterraneo». Hai mai visto un dottore quando eri lì? «No». Avevi qualche amico? «Non mi servono gli amici». Qualcuno che ti aiutava? «Non mi serve chi mi aiuta». Vi davano da mangiare? «Sì». Cosa? «Cibo». Riso, zuppa o cosa? «Cibo».

 

[…]

 

È stato per 12 anni nel braccio rosso di Sednaya, il peggiore perché dedicato ai dissidenti o presunti tali, in sostanza a chiunque osasse non glorificare gli Assad. «Il braccio rosso ha tre piani, ogni piano 17 stanze, ogni stanza 65 persone», ha detto a Repubblica Mohammed Badli, un ex prigioniero di 31 anni. «Le stanze sono di sedici metri per quattro, senza letti. Dormivamo a terra in file parallele, i piedi dell’uno rivolti alla testa dell’altro. Non uscivi mai, non esisteva ora d’aria. Non avevi nome. Ogni giorno una guardia entrava e puntava il dito, a caso, su qualcuno. E quel qualcuno veniva torturato per almeno due ore nel sotterraneo, preso a frustate, colpito coi tubi, appeso nudo al soffitto per i piedi».

 

carcere di sednaya - siria

La madre di Munaf vive in Turchia ma si sta organizzando per tornare a Damasco a vedere chi ritiene essere il figlio perduto. Se anche è lui, troverà un’altra persona ad attenderlo, un giovane uomo attonito, impietrito, interrotto. Non vuole essere toccato, se lo sfiori anche per stringergli la mano reagisce con violenza. «E scappa. Appena apro la porta di casa scappa via, una volta l’ho dovuto rincorrere per un’ora».

 

Cosa farai adesso? «Non mi interessa ».Ti ricordi il momento in cui ti hanno liberato? «No. C’era il sole e ho sentito l’aria. È fredda l’aria». Sei contento di essere finalmente libero? «Non lo so. Credo di no».

carcere di sednaya - siria carcere di sednaya - siria carcere di sednaya - siria carcere di sednaya - siria carcere di sednaya - siria carcere di sednaya - siriacarcere di sednaya - siria carcere di sednaya - siria carcere di sednaya - siria carcere di sednaya - siria carcere di sednaya - siria

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…