drughi curva juve ricatto alla società

CURVE MALA-'NDRINA – DOPO GLI ARRESTI, GLI ULTRÀ DELLA JUVE FANNO PURE GLI OFFESI E DISERTANO PER PROTESTA LA TRASFERTA A MADRID –  STRISCIONI E SCRITTE DI APPOGGIO AGLI ARRESTATI TRA CUI IL CAPO ASSOLUTO DINO MOCCIOLA,  GIÀ FINITO IN CARCERE ALL’INIZIO DEI '90 PER AVER UCCISO DURANTE UNA RAPINA UN CARABINIERE, OLTRE CHE CONSIDERATO UNO DEI RESPONSABILI DELLE INFILTRAZIONI DELLA ‘NDRANGHETA IN CURVA…

OTTAVIA GIUSTETTI e CARLOTTA ROCCI per repubblica.it

drughi curva juve

Gli ultrà della Juventus diserteranno gli spalti del Wanda Metropolitano di Madrid, dove domani sera i bianconeri affronteranno l'Atletico Madrid nella prima gara dei gironi della Champions League. Secondo quanto si apprende in ambienti giudiziari, i pochi che, nonostante i costi elevati della trasferta, avevano deciso di seguire la squadra, resteranno a casa in segno di protesta per gli arresti che ieri hanno azzerato i vertici della Curva Sud.

 

Tra giovedì e venerdì, intanto, ci saranno gli interrogatori di garanzia dei dodici capi ultrà della Juve arrestati ieri (otto in carcere, due ai domiciliari e due con l’obbligo di firma) nell’operazione Last Banner della Digos di Torino coordinata dal procuratore aggiunto Patrizia Caputo e dal sostituto Chiara Maina.

 

Le accuse sono di estorsione, violenza privata, autoriciclaggio, per i Drughi anche associazione per delinquere. E tre detenuti tra cui il leader indiscusso, Dino Mocciola, si trovano in carcere in altre città. Questa mattina l’avvocato Ennio Galasso, che difende Umberto Toia e Giuseppe Franzo, ha già depositato istanza di scarcerazione al tribunale del Riesame ma l’udienza non sarà fissata prima della prossima settimana.

dino mocciola

 

 

“Non temete fratelli, non sarete mai soli” è lo striscione firmato dai Drughi comparso nella notte in corso Grosseto, non lontano da dove ieri sera era comparsa un’altra scritta che recitava: “La curva sud è morta”. Sono i punti storici in cui in questi anni sono comparsi gli striscioni della tifoseria organizzata della Juventus in particolare quelli finiti nell’inchiesta coordinata dalla procura e condotta dalla Digos di Torino che ha portato all’esecuzione di 12 misure cautelari che hanno decapitato i vertici delle tifoserie della curva Sud accusati di autoririciclaggio dei biglietti e di aver tenuto sotto scacco la società con minacce ed estorsioni che si consumavano anche con i messaggi lasciati sugli striscioni, non solo all’interno dello stadio. Proprio in corso Grosseto, ad esempio, l’anno scorso erano comparsi striscioni contro la società (Juventus fc peggio di di una Ong) , per protestare ufficialmente contro il caro- biglietti degli abbonamenti, ma in realtà contro le nuove politiche della società che avevano voluto dare una stretta sui biglietti concessi ai gruppi organizzati.

inchiesta di report su juventus e infiltrazione della ndrangheta nelle curve dino mocciola

 

Il messaggio comparso nella notte dimostra la stessa solidarietà resa nei confronti di Dino Mocciola dopo il suo arresto, nel 1990, quando per mesi allo stadio era comparso uno striscione con la scritta “ciao Dino”.

 

 

JUVE, LE TRAME ULTRÀ. E OGGI NIENTE WANDA

Filippo Conticello per la Gazzetta dello Sport

 

Niente Wanda, niente Champions: gli ultrà Juve, in ebollizione dopo che i giudici di Torino hanno decapitato i loro vertici, diserteranno per protesta la partita di Madrid. Neanche i pochi che, nonostante i costi elevati della trasferta, avevano deciso di volare in Spagna: è il primo effetto dell' inchiesta «Last Banner», un uragano passato sulla curva dello Stadium, in attesa che sabato torni a rotolare la palla nell' impianto bianconero. Quel giorno, per la prima volta, per decisione della Digos non entreranno i simboli di storici gruppi ultrà coinvolti nell' inchiesta, dai Drughi a Tradizione: si teme un clima teso e, finalmente, entreranno anche gli stewart per gestire una complessa transizione.

drughi curva juve

 

La Questura lo sa e si sta già preparando, ma già adesso a Torino tira una brutta aria: uno striscione con la scritta «Non temete fratelli, non sarete mai soli» è comparso in corso Grosseto, non lontano dallo stesso Allianz. Per gli investigatori sarebbe firmato dai Drughi Giovinezza, le «nuove leve» agli ordini di Dino Mocciola, uno dei 12 colpiti da misura cautelare. Per i magistrati un' associazione a delinquere che controllava la curva e che a lungo si è fatta ricca, rivendendo i biglietti a lungo ricevuti dal club in numero superiore alla norma.

 

Misterioso e innominabile, difficile da intercettare come fosse un latitante. Del resto, gli unici due-tre ammessi a parlargli al telefono non usavano mai il suo nome: Dino Mocciola, padre padrone della curva della Juventus, capo dei Drughi finito in galera lunedì mattina, è solo «Lui». Oppure il «Presidente». L' uomo che ha in curriculum l' omicidio di un carabiniere nel 1989: estorceva biglietti e privilegi al club, pretendeva le vecchie prebende e minacciava ritorsioni.

drughi curva juve

 

Ma, in cambio, stavolta, ha ricevuto una denuncia: i bianconeri si sono decisi a tagliare vecchie, spiacevoli consuetudini, anche grazie alla spinta arrivata dalla Questura di Torino con tanto di comunicazione datata aprile 2018. Per ascoltare la voce di Mocciola la Digos ha sudato sette camicie finché uno dei suoi luogotenenti iniziò a chiamarlo da una cabina. Molte delle 113 pagine dell' Ordinanza firmata dal Gip Rosanna Croce ruotano sulla sua capacità intimidatoria.

 

Solo qualche mese fa il security manager Alessandro D' Angelo riferiva di essere stato avvicinato da «Lui» in un bar: Mocciola gli chiese di «fare qualcosa per i biglietti delle trasferte europee». Ne voleva 200, pretendeva una risposta in 20 giorni nonostante il club avesse deciso di chiudere i rubinetti.

 

drughi curva juve

Scocciato dai no, aveva poi tirato minacciosamente in ballo il suicidio di Raffaello Bucci, ex tifoso Juve diventato collaboratore del club (ma anche dei Servizi segreti) e morto in circostanze misteriose nel luglio del 2016. Era l' 8 luglio di quest' anno e lo stesso giorno D' Angelo riferiva alla Digos: «Ha detto che qualora avessimo deciso di denunciarli per estorsione, lui avrebbe portato un faldone di telefonate che aveva obbligato il Bucci a registrare». Intanto, la procura di Cuneo che indaga sul suo volo da un cavalcavia di Fossano ha cambiato il capo di imputazione: non più istigazione al suicidio, ma omicidio.

 

Premevano sulla Juve i luogotenenti dei Drughi, quelli con la faccia cattiva, pronti a menar la mani anche contro i tifosi semplici. A togliere palloni calciati dai giocatori pure dalle mani dei bambini. Ma anche uomini dai modi più gentili: uno su tutti, Beppe Franzo, noto nei salotti del tifo, scrittore e presidente dell' associazione «Quelli di via Filadelfia». Anche lui, però, mediava per «Lui» ed è finito ai domiciliari. Allo Slo Alberto Pairetto, il funzionario Juve col compito di trattare con gli ultrà, spiegava con una metafora: «In qualsiasi evento teatrale ci sono dei figuranti e i figuranti vanno pagati...». Tra oggi e sabato, però, non ci saranno più figuranti intorno alla Juve.

DRUGHI DRUGHI

 

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)