DEGRADO CAPITALE – “QUESTA E’ CASA NOSTRA” SI DIFENDONO I SENZATETTO MA ORMAI ROMA, DAL CENTRO A STAZIONE TERMINI, DA VILLA BORGHESE A COLLE OPPIO, STA DIVENTANDO UN ACCAMPAMENTO A CIELO APERTO - “NON ABBIAMO STRUMENTI E RISORSE. LE BONIFICHE DEI GIACIGLI SONO DIVENTATE UN'IMPRESA” DICONO DAL I MUNICIPIO 

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Lorenzo D’Albergo per la Repubblica - Roma

 

MURO TORTO MURO TORTO

Claudiu fa strada in uno dei sottopassi che congiunge il caos a quattro ruote del Muro Torto alla pace di Villa Borghese. È arredato, ci sono quattro materassi. Tanti quanto gli inquilini che qui abitano ormai da anni. E poi coperte, scatoloni con vestiti e un secchio di acqua piovana per pulire i piatti. Il padrone di casa ne immerge uno nell' acqua torbida, strofina con una pezzetta e poi sorride. La porcellana con dei ghirigori rosa ora splende. E a Claudiu in fondo sembra andare bene così: «Qui non ci manca niente, non ci possiamo lamentare». Il manovale rumeno, ora senza lavoro, lo dice con una convinzione disarmante. Ammettendo, però, che in effetti di inverno senza un tetto «fa freddo» e che i pericoli a Villa Borghese non mancano: «Mi hanno detto di questa donna che hanno violentato - spiega in un ottimo italiano - ma non la conoscevo».

 

TENDOPOLI SAN LORENZO 10 TENDOPOLI SAN LORENZO 10

Il senzatetto non si sofferma troppo sulla storia della 57enne. Fa una smorfia. Per lui «è una storia strana. Come fa una tedesca ad avere problemi con i documenti? Quelli sono ricchi». Poi si siede su una cassetta di plastica rossa, non prima di averla rovesciata, prende una delle maglie distribuite dai volontari della Croce Rossa e ricorda il suo amico William. «Ecco, lui lo conoscevo. Viveva qui, era africano. Di notte si chiudeva vicino al parcheggio. Poi lo scorso dicembre è caduto. Faceva freddo, era ubriaco. Per quattro giorni lo abbiamo cercato. Lo ha trovato un suo amico. Sono andato al suo funerale».

 

tendopoli tevere tendopoli tevere

Microcosmo con i suoi riti e le sue consuetudini, dalla cena servita dalla Comunità di Sant' Egidio alla passeggiata verso il solito baretto delle 18.30, il mondo dei clochard di Villa Borghese è solo parte di un universo più ampio. Un' area che comprende la stazione Termini, Prati, Ponte Garibaldi e Colle Oppio. Angoli critici, dove gli invisibili diventano visibili. Tra umori alterni: se i senza fissa dimora non sono i ben accetti nella galleria commerciale dello scalo più grande d' Europa durante l' orario di apertura delle saracinesche, in via Settembrini sono stati adottati dai commercianti. Un cappuccino, un pasto caldo, le panchine fronte Poste Italiane come salotto e le banchine dell' autobus come letto. Hanno un tetto, proteggono dalla pioggia e dal sole. Nel quadrilatero degli studi legali, sono diventate la casa di chi quattro mura ha smesso di sognarle da un pezzo. Da Prati a Trastevere, la distanza è colmata passeggiando lungo il fiume.

roma baraccopoli foto di alessia mastropietro e ALESSANDRO LISCI roma baraccopoli foto di alessia mastropietro e ALESSANDRO LISCI

 

Da Ponte Milvio a Ponte Sublicio, i suoi argini incolti ospitano decine di famiglie. Le bonifiche dei vigili urbani, simili a quelle di ieri in Corso Italia e a Colle Oppio, si ripetono di anno in anno. Ma raramente riescono a scalfire un panorama fatto di cartone, legno e pietre. Di cubicoli di fortuna, verde selvaggio e cronache sventurate. Sì, perché la passeggiata - se così può essere definita - sotto Ponte Garibaldi è sempre a rischio. Nel fiume, preso di mira e poi spinto in acqua dai punkabbestia, nel luglio di un anno fa perse la vita Beau Solomon. Dalla morte dello studente americano dell' università John Cabot a oggi lungo questa porzione di centro storico dimenticata dalla politica e dall' amministrazione si sono registrate pro- messe di ogni tipo. Ai primi passi con la fascia tricolore, qui la sindaca Virginia Raggi si presentò con una pulizia straordinaria e l' idea di un lungotevere diverso. Da vivere. Oggi, in sempiterna attesa del «cambiamento», quelle parole cozzano con una doppia baracca ricostruita in tempi record dopo lo sgombero e mai più rimossa.

 

accampamenti in vaticano accampamenti in vaticano

Il passaggio per Colle Oppio, come detto appena passata al setaccio dalla polizia municipale, conduce al cospetto del simbolo della romanità. Quel Colosseo che oggi, giorno dopo giorno, deve difendersi dall' insostenibile spinta del degrado. Le segnalazioni dei comitati cittadini, osservatori puntigliosi e spesso spietati, continuano a sommarsi. Il primo municipio e il secondo le hanno raccolte in un unico grande dossier. Una mappa horribilis da leggere tutta d' un fiato: gli insediamenti abusivi di Monte Mario fanno il paio con la rete di parcheggiatori abusivi di Testaccio. La realtà dei senzatetto che dimorano a Porta Cavalleggeri si specchia in quella degli omologhi di piazza Vittorio. Vite ai margini, sostenute soltanto dai volontari delle Onlus che dedicano il loro tempo ai meno fortunati. A chi, come accade a San Saba, a due passi dalla Piramide Cestia, sono costretti a vivere di espedienti. Qui, nel vecchio quartiere popolare tra Circo Massimo e le Terme di Caracalla, la prostituzione è un problema serio. Una piaga che tiene svegli i residenti la notte tra colpi di clacson e sgommate e di giorno viene a galla sui marciapiedi sotto forma di sporcizia di ogni genere.

accampamenti in vaticano 17 accampamenti in vaticano 17

 

La minisindaca piddina del centro storico, Sabrina Alfonsi, scuote la testa. L' elenco è stato consegnato ai due viceprefetti, ai poliziotti, ai carabinieri e ai finanzieri che partecipano al comitato municipale per la sicurezza. «Rimangono criticà enormi - spiega la presidente dem - dalle risorse agli strumenti a nostra disposizione. Le bonifiche dei giacigli sono diventate un' impresa». Il contratto di servizio di Ama, così come formulato, prevede una serie di arzigogolati passaggi burocratici tra autorizzazioni, preventivi e «via libera» del gabinetto della sindaca. «Così ogni intervento diventa una via crucis», spiega Alfonsi. Mentre Claudiu, nel ventre dimenticato di Villa Borghese, si prepara ai primi freddi.

SABRINA ALFONSI SABRINA ALFONSI

 

 

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