cena covid coronavirus

IL DELATORE ZERO - LA PRIMA SEGNALAZIONE AI CARABINIERI DI UNA FESTA ALLE PORTE DI TORINO SI È RIVELATA UNA BUFALA: SI TRATTAVA DI 6 PERSONE, E ADDIRITTURA STAVANO... - GIANLUCA NICOLETTI: ''QUANTO SIAMO SICURI CHE DIETRO AL PARAVENTO DELLA COMPRENSIBILE PAURA DEL CONTAGIO NON VERREBBE ANCHE A NOI LA TENTAZIONE DI USARE IL PERFIDO ESPEDIENTE DELLA DELAZIONE PER PAREGGIARE I CONTI CON I NOSTRI NEMICI?''

1. IL VIMINALE: A CASA MASSIMO IN SEI - MA LA PRIMA DELAZIONE È UNA BUFALA

Grazia Longo per ''La Stampa''

 

CENA COVID CORONAVIRUS

La crescita dei contagi preoccupa così tanto il governo al punto che il Viminale ha inviato una circolare ai prefetti per «disporre l’intensificazione dei servizi e delle attività finalizzate ad assicurare il rigoroso rispetto» delle misure anti- Covid contenute nel Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte il 13 ottobre scorso. Innanzitutto massima attenzione a chi non porta la mascherina all’aperto, ricordando che sono esentati solo coloro che praticano sport come «jogging, footing, trekking, nordic walking o altre forme di camminata sportiva » purché rispettino i due metri di distanza interpersonale. Non è obbligato all’uso della mascherina anche chi va in bicicletta «compresa quella a pedalata assistita».

 

Resta però l’obbligo anche per tutti gli sportivi di «avere sempre con sé il dispositivo di protezione». Giro di vite, inoltre, pure sulle feste sia pubbliche sia private, all’aperto e al chiuso. La circolare firmata dal capo di gabinetto Bruno Frattasi ribadisce «la sospensione delle attività in sale da ballo, discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso» ma anche «il divieto di svolgimento di feste, nei luoghi al chiuso e all’aperto, con esclusione del proprio domicilio o dimora».

 

Per le abitazioni private, infatti, si abbandona la questione del divieto e subentra solo una «raccomandazione a evitare feste, nonché di ricevere persone non conviventi in numero superiore a 6». Per essere più chiari: si raccomanda di non essere più di 6. Un monito che ha colpito molto l’attenzione, tanto che c’è già chi è pronto a denunciare vicini di casa indisciplinati. Venerdì sera, per esempio, a Vinovo, alle porte di Torino, è arrivata una denuncia ai carabinieri, allertati da un uomo che segnalava lo svolgimento di una festa nell’appartamento accanto al suo. Ma si trattava di un falso allarme: i militari hanno riscontrato la presenza di sole 6 persone, dotate peraltro di mascherina.

CENA COVID CORONAVIRUS

 

Quest’ultima è consigliata anche in casa: la circolare prevede «la raccomandazione, che rappresenta un’indicazione prudenziale a usare i dispositivi di protezione individuale delle vie respiratorie anche all’interno delle abitazioni private, allorché si sia in presenza di persone non conviventi ». L’unica eccezione concessa alle feste riguarda quelle «conseguenti alle cerimonie civili o religiose, con la partecipazione massima di 30 persone nel rispetto dei protocolli e delle linee guida vigenti. Tra le cerimonie civili vanno sicuramente ascritte, a titolo esemplificativo, i matrimoni e le unioni civili, mentre le cerimonie religiose comprendono, sempre a titolo di esempio, quelle contemplate dalle confessioni religiose».

 

Tipo i funerali, per essere più precisi. Per quanto riguarda le cerimonie civili e religiose, la regola dei 30 partecipanti deve essere rispettata anche se la cerimonia e il relativo party erano state organizzati «prima dell’entrata in vigore del medesimo Dpcm, trattandosi di un precetto che non prevede un regime transitorio». (Ha collaborato Massimiliano Rambaldi)

 

 

2. "PIÙ DI 6 PERSONE IN CASA" LA PRIMA DELAZIONE È FAKE

Gianluca Nicoletti per ''la Stampa''

 

Ha agito il primo delatore delle feste in famiglia. Uno zelante signore di Vinovo ha chiamato le forze dell'ordine, dopo aver occhieggiato dalla fessura delle tapparelle della sua villetta a schiera. Secondo lui qualcosa di sospetto stava accadendo nel soggiorno del suo dirimpettaio. In troppi si muovevano dietro alle vetrate. Di sicuro più di sei. A quel punto non poteva che invocare la retata, memore della sommessa minaccia ai festaioli promiscui lanciata in tv, anche se poi smentita, dal ministro Speranza.

 

CENA IN CASA

Era in gioco la difesa della sua patria, cioè l'unifamilare con pratino e cipressi che possiede in quel civettuolo complesso residenziale. Il delatore zero ha quindi agito; anche sua moglie era certa che, nella dimora gemella oltre la siepe, fosse illecitamente entrata una folla. Fu così che spirito guerriero dell'umarel che dentro gli ruggiva lo ha spinto, senza reticenza, a telefonare alle forze dell'ordine. Quale migliore pretesto per stroncare quell'odioso ostentare spensieratezza e gioia conviviale, quanto l'insinuare il sospetto che quella rimpatriata di ragazzi potesse portare l'incubo del cluster di Covid, nel vivere tranquillo nella sua fortezza? È probabile che, nella regola tristanzuola del proto delatore, la gente perbene dopo il calar del sole giace assopita, in ogni caso non è accettata la visita di ospiti.

 

Solo il passo inpantofolato dei padroni di casa può sfiorare il gres porcellanato, dal piano mansardato all'interrato uso tavernetta. Per questa prima volta la spiata non ha sortito la punizione, nemmeno l'onta che il beta tester della delazione del festeggiar coatto si sarebbe auspicato. I Carabinieri, prontamente intervenuti, hanno bussato al portoncino indicato dall'informatore e hanno fatto la conta degli invitati. Erano nel limite massimo consentito e pare fossero pure muniti della regolare mascherina. La storia è stata qui artatamente romanzata, ma se qualcuno la intendesse come una barzelletta, di sicuro è di quelle che non fanno ridere.

cravatta diventa mascherina 7

 

 Ci siamo fino a ieri sentiti rassicurati da chi ci giurava che nessun uomo in divisa sarebbe entrato in casa nostra a fare la conta degli invitati, invece è accaduto. Alla fine qualcuno si è veramente visto bussare alla porta dai Carabinieri per sospetto assembramento in sala da pranzo. Si noti bene però che la delazione a danno del vicino, partita da Vinovo, non appartiene al classico repertorio delle proteste per schiamazzi notturni, rumori molesti o cani che abbaiano. È una spiata che merita attenzione, ci induce a essere sinceri con noi stessi.

 

Quanto siamo sicuri che dietro al paravento della comprensibile paura del contagio non verrebbe anche a noi la tentazione di usare il perfido espediente della delazione per pareggiare i conti con i nostri nemici? Senza ricorrere agli esempi più cruenti che la storia potrebbe suggerirci, proprio i vicini di casa potrebbero essere, oggi come ieri, da noi segnalati come nemici dalla salute pubblica, soprattutto quelli cui invidiamo leggerezza e stili di vita che, per il nostro mugugno esistenziale, in assoluto non pensiamo di poterci permettere.

mascherina runner

 

 

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…