anna wintour vogue proteste

IL DIAVOLO VESTE PRADA E I LAVORATORI NON GUADAGNANO NADA – I GIORNALISTI E I COLLABORATORI DI “VOGUE” SI SONO ROTTI LE PALLE E DICHIARANO GUERRA A CONDÉ NAST E AD ANNA WINTOUR, SIMBOLO DI QUEL MODO GLITTERATO FATTO PER POCHI PRIVILEGIATI: SE NON AVRANNO UN AUMENTO SALARIALE, CONTRATTI PIÙ SICURI E RICONOSCIMENTI SINDACALI VOGLIONO FAR SALTARE IL MITOLOGICO NUMERO DI SETTEMBRE DELLA RIVISTA CHE PORTA OGNI ANNO MILIONI IN INTROITI PUBBLICITARI E…

Simona Siri per “La Stampa”

 

Anna Wintour al Met Gala

Il September Issue, il numero di settembre di Vogue America, così mitologico e importante nel mondo della moda da essersi meritato un documentario, potrebbe quest’anno trasformarsi in un incubo per Anna Wintour, altrettanto mitologica direttrice della rivista. Secondo quanto riporta la reporter Emily Prescott lo staff è sul piede di guerra, pronto a scioperare e a mettere in pericolo non solo il prestigioso mensile, ma anche gli introiti pubblicitari che il numero – ai tempi d’oro spesso centinaia di pagine – garantisce.

protesta dei dipendenti del new yorker sotto casa di anna wintour 13

 

I motivi della protesta sono di quelli ormai ricorrenti anche nel mondo (una volta) dorato di quell’editoria: aumento dei salari, contratti più sicuri, riconoscimento sindacale. Le stesse rivendicazioni che avevano mosso un mese fa i dipendenti di Wired. A luglio, minacciando uno sciopero durante gli Amazon Prime Days, il 12 e 13 luglio, ovvero i giorni di traffico più redditizi per la rivista in termini di acquisti online, i dipendenti erano riusciti a ottenere, dopo 14 mesi di contrattazione, un accordo con la Condé Nast.

ZELENSKY VOGUE

 

«Non sarebbe dovuta servire la minaccia di uno sciopero per la leadership dell’azienda per raggiungere finalmente un accordo, ma siamo così entusiasti di aver finalmente ottenuto questo riconoscimento e impegno da parte loro», aveva affermato all’epoca Lily Hay Newman, presidente della Wired Union Unit che guidava i lavoratori al grido di «nessun contratto, nessun clic».

 

protesta dei dipendenti del new yorker sotto casa di anna wintour 7

Lo stesso slogan ripetono oggi anche i dipendenti della più glamour Vogue: dai loro colleghi hanno imparato a colpire Condé Nast dove fa male, ovvero negli introiti pubblicitari. La sola minaccia di sciopero aveva fatto perdere a Wired diversi milioni di dollari. «Ci sono molte più persone che mostrano i loro badge “Conde Union” sulle loro e-mail di lavoro e sui profili di chat Slack», ha scritto Prescott nel suo pezzo, citando fonti interne all’azienda.

 

Le copertine di Vogue con Kamala Harris

Come a dire che i dipendenti non hanno più remore a esplicitare la loro appartenenza e la loro fede nel sindacato, un sentimento che accomuna anche i dipendenti di Amazon e Starbucks, per citare due grosse aziende attraversate di recente dal vento della sindacalizzazione. Certo, quando a scendere in strada e a protestare per avere stipendi decenti è chi lavora nel mondo del lusso e della moda, è tutto un altro effetto: è subito lotta di classe.

Vogue la rivista

 

Ne sono consapevoli quelli che già l’anno scorso avevano marciato con tanto di picchetti e cartelli davanti alla casa di Wintour, nel super esclusivo West Village, un quartiere di Manhattan dove i proprietari sono ormai tutti multi milionari e dove la gente normale non si può permettere neanche più di viverci in affitto (si parte da cinquemila dollari al mese per un bilocale).

 

In questo senso Wintour è un bersaglio facile: oltre che storica direttrice di Vogue e personaggio icona e oltre a essere anche capo dei contenuti di Condé Nast a livello mondiale, è simbolo di un giornalismo d’altri tempi, quando i budget erano illimitati e non si badava a spese, un giornalismo che faceva del lusso, e dello spreco, quasi un vanto. Un mondo che non tornerà mai più. La prima a esserne consapevole è proprio lei, la mitica Anna: «Siamo tutti d’accordo che bisogna puntare di più sulla sostenibilità e sulla creatività e meno sul lusso», ha detto a Naomi Campbell sul canale YouTube della modella durante un’intervista sulla moda in post pandemia. «Sarà necessario ripensare agli sprechi, ai soldi, al consumismo e agli eccessi a cui tutti, io per prima, ci siamo abbandonati». «Bosses wear Prada, workers get nada» è uno degli slogan che accompagna le proteste contro di lei. E chiunque l’abbia inventato, l’aumento se lo merita.

protesta dei dipendenti del new yorker sotto casa di anna wintour 9Naomi Campbell su Voguerihanna incinta su vogue Kim Kardashian sulla copertina di Vogueanna wintourrupaul vogue 2020sharon stone vogue 2019rupaul vogueanna wintourprotesta dei dipendenti del new yorker sotto casa di anna wintour 4La copertina di Vogue Britishanna wintourCover di Vogue con Jill Bidenanna wintouranna wintourprotesta dei dipendenti del new yorker sotto casa di anna wintour 8anna wintourprotesta dei dipendenti del new yorker sotto casa di anna wintour 11protesta dei dipendenti del new yorker sotto casa di anna wintour 6protesta dei dipendenti del new yorker sotto casa di anna wintour 5protesta dei dipendenti del new yorker sotto casa di anna wintour 10

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni vacanza vacanze

DAGOREPORT - ALLEGRIA! DOPO TRE ANNI DI MELONI, GLI ITALIANI SONO SENZA SOLDI PER ANDARE IN VACANZA! - L'OMBRELLONE DELL’ESTATE 2025 SI È CAPOVOLTO E DEI VOLTEGGI INTERNAZIONALI DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, LA “GGENTE” SI INTERESSA QUANTO UN GATTO ALLA MATEMATICA: NIENTE. SI INCAZZA ED INIZIA A PENSARE AL PROSSIMO PARTITO DA VOTARE SOLO QUANDO APRE IL PORTAFOGLIO E LO TROVA VUOTO: DOVE E' FINITO IL “DIRITTO” AL RISTORANTE “ON THE BEACH” E ALL’ALBERGO “ON THE ROCKS”? - A DARE NOTIZIA CHE LE TASCHE DEGLI ITALIANI VERDEGGIANO È “IL TEMPO”, UNO DEI PORTABANDIERA DI CARTA DEL GOVERNO MELONI: ‘’CAUSA CRISI, PREZZI ALLE STELLE, NEANCHE UN ITALIANO SU DUE ANDRÀ IN VACANZA E DI QUESTI, OLTRE IL 50%, OPTERÀ PER UN SOGGIORNO RIDOTTO DI 3-5 GIORNI, CERCANDO MAGARI OSPITALITÀ PRESSO AMICI E PARENTI...” - MA PER L'ARMATA BRANCA-MELONI, IL PEGGIO DEVE ARRIVARE. UN PRIMO SEGNALE È STATO IL PING-PONG SULL’AUMENTO, RIENTRATO, DEI PEDAGGI, MENTRE INTANTO STANNO BUSSANDO ALLA PORTA I DAZI TRUMPIANI. NEL 2026 INFINE FINIRA' LA PACCHIA MILIARDARIA DEL PNRR - UN PRIMO E IMPORTANTISSIMO TEST PER RENDERSI CONTO DELL’UMORE NERO DEGLI ITALIANI SARÀ LA CHIAMATA ALLE URNE PER LE REGIONALI D’AUTUNNO. SE LA MELONI SI BECCA UNA SBERLA SU 4 REGIONI SU 5, TUTTI I CAZZI VERRANNO AL PETTINE...

giorgia meloni merz zelensky starmer ursula von der leyen macron

FLASH – ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA, PREVISTA A ROMA L’11 LUGLIO, IL PRIMO MINISTRO BRITANNICO, KEIR STARMER, E IL PRESIDENTE FRANCESE, EMMANUEL MACRON, NON CI SARANNO. I DUE HANNO FATTO IN MODO DI FAR COINCIDERE UNA RIUNIONE DEI "VOLENTEROSI" PRO-KIEV LO STESSO GIORNO – ALL’EVENTO PARTECIPERANNO INVECE IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ, E URSULA VON DER LEYEN. A CONFERMA DEL RIPOSIZIONAMENTO CENTRISTA DI GIORGIA MELONI CON GRADUALE AVVICINAMENTO DI GIORGIA MELONI AL PPE...

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?