DITE A BONAFEDE DI SVEGLIARSI: NELLE CARCERI SI MENANO LE MANI - A PROCESSO DUE AGENTI DELLA POLIZIA PENITENZIARIA ACCUSATI DI AVER MALMENATO E VESSATO UNA DETENUTA ROM A REBIBBIA - GLI IMPUTATI AVREBBERO TRASCINATO LA DONNA PER I CAPELLI - ACCUSATI DI FALSO E ABUSO DI AUTORITÀ, SONO STATI INCASTRATI DALLE TELECAMERE DI SICUREZZA - I CASI DI VIOLENZA A MODENA E SANTA MARIA CAPUA VETERE

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Adelaide Pierucci per "il Messaggero"

 

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Le bugie in una relazione di servizio per coprire le vessazioni su una detenuta, strattonata, trascinata per i capelli sul pavimento bagnato. Saranno processati con la doppia accusa di falso ideologico e abuso di autorità contro un arrestato, due agenti della polizia penitenziaria che, a luglio, hanno perso le staffe con una detenuta rom, in cella a Rebibbia per una serie di furti, e in quella circostanza probabilmente punita per aver urlato e infastidito tutto l' intero braccio in preda a una crisi psichiatrica.

 

I due indagati, Rita B., sovrintendente della penitenziaria addetta alla sorveglianza generale delle detenute e firmataria dell' atto ritenuto infedele, e Michele R., assistente capo dello stesso corpo e autore dei maltrattamenti sulla detenuta, dovranno presentarsi in aula, a piazzale Clodio, a marzo prossimo.

 

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LE ACCUSE

Nel frattempo, così come disposto dal giudice Mara Mattioli, restano sospesi dal servizio per un anno. La misura cautelare era stata disposta dopo che la detenuta aveva denunciato l' aggressione al vicedirettore del carcere, in particolare per la vergogna di essersi ritrovata nuda di fronte a un uomo. Il caos creato dall' episodio e il sospetto che la vittima avesse potuto rivelare gli abusi, avevano spinto i due sottufficiali a stilare una ricostruzione diversa dai fatti, senza tenere conto che buona parte della scena era stata registrata da un impianto di videosorveglianza.

 

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Cristina M., il nome della vittima, in quel momento era stata lasciata solo con la biancheria intima, su disposizione dei sanitari, perché aveva minacciato il suicidio e intentato anche azioni di autolesionismo. Aveva persino smontato il tubo di un termosifone con il quale minacciava di aggredire le agenti di guardia ma anche di farsi del male, dopo che le era stata negata una sigaretta. Dopo la somministrazione di una terapia farmacologica si era calmata, non era più necessaria un' azione per contenerla.

 

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Invece, la donna con problemi psichici, è stata «trascinata di peso a terra con la forza in un' altra cella», ha ricostruito il gip nella misura cautelare, dove tra l' altro non era in funzione la telecamera. «Il trascinamento di peso della detenuta, nuda e sull' acqua fredda, non è stato posto in essere per salvaguardare l' incolumità della stessa (avendo la detenuta già da un po' cessato le intemperanze) apparendo invece chiaramente motivato da stizza e rabbia per i danni causati dalla donna».

 

FALSI VERBALI

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Le imputazioni del pm Giulia Guccione, che ha chiesto e ottenuto per i due sottufficiali il giudicio immediato cautelare, sono ancora più specifiche e smentiscono punto per punto la relazione dei due imputati. «Una volta aperta la cella si consegnava alla detenuta una coperta, considerato che la detenuta da disposizioni mediche precedenti ne era sprovvista», ricostruisce la relazione, «La detenuta nel contempo continuava a brandire l' oggetto minacciando di volersi togliere la vita». «In realtà - specifica il pm - la detenuta non stava tenendo un comportamento aggressivo in quel frangente, era seduta sul letto disarmata e con l' oggetto poggiato di fronte». «Vista la resistenza passiva della detenuta - riporta ancora il verbale - per la sua incolumità si decideva di spostarla di peso in un' altra stanza». Altra contestazione del pm: «In realtà nessuno interloquiva con la detenuta, né l' azione di forza era necessaria».

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«Omettevano anzi gli indagati - aggiunge il magistrato - di relazionare sulle modalità del trasferimento, ossia con la detenuta completamente nuda e tenuta per la nuca dall' agente», per di più «di sesso maschile mentre erano presenti in servizio cinque agenti di sesso femminile competenti in quel settore del carcere».

 

CHE STA SUCCEDENDO NELLE CARCERI ITALIANE? - CINQUE DETENUTI FANNO UN ESPOSTO PER I PESTAGGI DOPO LA RIVOLTA NEL CARCERE DI MODENA: “SIAMO STATI PICCHIATI SELVAGGIAMENTE DOPO ESSERCI CONSEGNATI AGLI AGENTI” - CASO SIMILE A SANTA MARIA CAPUA VETERE DOVE CI SONO LE IMMAGINI DEI PESTAGGI AI DANNI DI UN DETENUTO DISABILE: "LE GUARDIE MANGANELLAVANO E GLI URLAVANO: "TI METTIAMO IL PESCE IN BOCCA, NON CONTI NU CAZZO QUA DENTRO E NEANCHE FUORI"

 

https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/che-sta-succedendo-carceri-italiane-cinque-detenuti-fanno-256051.htm

 

 

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