ivana donald trump

IL DIVORZIO TRA DONALD E IVANA TRUMP NEL 1990 È STATO UNO SHOW SERVITO TRASH: NON SI SONO RISPARMIATI NIENTE - BARBARA COSTA: “HANNO OFFERTO AL PUBBLICO LITI, CORNA E PURE UNA RISSA, CON IVANA E L’AMANTE DI DONALD, MARLA MAPLES, CHE SI SONO MENATE IN UN RISTORANTE. AD ASPEN, CAPODANNO 1990, LA MAPLES SI PRESENTO’ A IVANA PER DIRLE ‘CIAO CARA, IO DA MESI MI SC*PO TUO MARITO, LO SANNO TUTTI TRANNE TE’, E SUCCEDE IL FINIMONDO. LA CAUSA DI SEPARAZIONE ALLA FINE LA VINCE TRUMP. A IVANA NIENTE 50 PER CENTO DEL PATRIMONIO MA 14 MILIONI, UNA CASA DI 47 STANZE, 350 MILA DOLLARI DI ALIMENTI ANNUI…”

Barbara Costa per Dagospia

 

ivana e donald trump tower

Donald Trump ha violentato la sua prima moglie Ivana? No, la signora si è sbagliata, ha esagerato! Comunque la si metta nel film "The Apprentice" (appena uscito) le cose tra Donald e Ivana sono andate così: in fase di divorzio, una lotta reciproca e serrata a base di liti, corna, ripicche, e soldi, tanti soldi, miliardi!!!!... ebbene, in questa lotta tutta mediatica, a un giornalista a Ivana è scappato il termine “stupro”, per cui Donald, incaz*atissimo, ha dato ordine ai suoi avvocati di rovinarla, e allora Ivana, coda tra le gambe, ha fatto subito marcia indietro: “Io ho detto "stupro", ma Donald non è un violento, stupro non va inteso in senso letterale o criminale”.

 

donald trump ivana trump

Il divorzio tra Donald e Ivana Trump nel 1990 è stato uno show servito trash: non si son risparmiati niente, non hanno al pubblico risparmiato niente, e le corna, pubbliche, di lui a lei, son state solo la ciliegina su una torta di miliardi. Va detto: quello tra Donald e Ivana è stato un amore vero e folle, travolgente, si sono conosciuti a fine estate 1976, e in aprile erano già marito e moglie.

 

ivana trump marla maples donald trump

L’avvocato nel film, il gay e mafioso Roy Cohn, è stato l’artefice dell’accordo prematrimoniale di Donald e Ivana: dava a Ivana 100 mila dollari in regalo di nozze, 20 mila il primo anno, a salire anno dopo anno, fino a un massimo di 90 mila per il 30esimo anno di matrimonio.

ivana trump donald trump

 

E qui scoppiano le grane, perché, dopo 13 anni d’amore, quando una certa Marla Maples, a Aspen, capodanno 1990, si presenta a Ivana per dirle “Ciao cara, io da mesi mi sc*po tuo marito, lo sanno tutti tranne te”, succede il finimondo: Ivana a Marla e a Donald gliene urla e gliene dà davanti ai paparazzi (Ivana e Marla si sono menate in un ristorante). Baruffe che diventano pasto giornaliero dei magazine.

 

ivana trump vanity fair

A Ivana non va di essere mollata per “miss di chissà dove in Georgia” e mollata secondo l’accordo prematrimoniale che le dà il 10 per cento di una fortuna di 5 miliardi. No: "Ivana Better Deal". Ivana pretende la metà del bottino trumpesco che è tale il “50 per cento grazie a me”.

ivana trump 3

 

È questo perché Ivana non è mai stata la nullafacente mantenuta di un marito facoltoso. Quando si sono innamorati, lei era una modella di serie b e un’ex sciatrice di serie b riuscita a uscire dall’URSS per mezzo d’un matrimonio farsa con un austriaco, e Trump riscuoteva affitti delle case popolari messe su dal padre.

 

ivana trump 1994

Di suo, non aveva realizzato nulla. Se è diventato un miliardario e la star "Donald Trump", è tanto per Ivana. Su questo la storia concorda: il brand Trump è costruzione di Ivana, nei fatti: è lei a idearlo e registrarlo come marchio. È lei a trascinare lui nel jet set. La Trump Tower, yacht, casinò, grand hotel, e speculazioni edilizie e finanziarie, tutto ciò che ha "fatto" Trump è stato fatto nei 13 anni con Ivana.

 

Trump dall’inizio ha posto Ivana ai vertici, della Trump Tower, del Plaza Hotel, dandole totale accesso ai suoi soldi. Sicché, in sede di divorzio, quanto vale aver creato un brand umano potenziandolo e sviluppandolo fino alla Casa Bianca?

 

ivana trump 2

Sapete alla fine chi vince tra i due? Trump. E già. A Ivana niente 50 per cento ma firma sulla offerta iniziale di Donald (14 milioni, una casa di 47 stanze, 350 mila dollari di alimenti annui, e a lui il mantenimento dei tre figli). Perché Trump, nel pieno del divorzio con Ivana, ha il "c*lo" di andare in bancarotta. Se Ivana insiste col 50 per cento e a esser così riconosciuta socia alla pari, che si accolli pure i debiti! Ivana rinuncia.

hello ivana e donald trump 1990

 

Il Plaza a sua guida va in bancarotta per primo, essendo stato preso per 400 milioni, tutti a prestito. Trump e Ivana hanno poi presto fatto pace. Sono rimasti uniti, e profondamente, fino all’improvvisa morte di lei due anni fa (Ivana riposa in una delle magioni Trump). “Vi divertirete col mio nome, e i miei soldi!”, è stato l’acido commento di Trump ai due successivi matrimoni di Ivana: lui mai ha sopportato che Ivana seguitasse a usare il nome Trump per vendere libri, e prodotti sui canali tv.

 

ivana trump 1

Ma a casa Trump, ogni cosa si aggiusta. Quando Ivana si è sposata con Rossano Rubicondi, la cerimonia si è svolta a Mar-a-Lago, e gliel’ha offerta Trump, e l’ha officiata Maryanne Trump, sorella di Donald e ex cognata di Ivana. Da presidente, Trump voleva Ivana ambasciatrice della Cechia, paese natale di lei. Ivana ha rifiutato. Da ex lady Trump, fatturava, e se la spassava, molto di più.

ivana e donald trump tower 1ivana e donald trump 1ivana trump donald trump 1980daily news ivana e donald trump 1990ivana trump trump familyivana trump trump tower 1daily news ivana trump 1990ivana trump trump towerivana trump anni 90 (1)ivana trump coverivana e donald trump anni 80 (1)ivana trump anni 90ivana trump modella in cechiatrump plaza hotelnew york post ivana trump 1990ivana e donald trump familyivana trumpivana trump ivanka trump towerivana trump genteivana trump plaza hotelivana e donald trump matrimonio 1977ivana e donald trump ivana e donald trump anni 80 donald e ivana trump anni 80

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA…