siria muhammad al bashir

DOPO IL JIHADISTA DEL TERZO POLO AL JOLANI, CI MANCAVA IL MARIO MONTI SIRIANO, MUHAMMAD AL BASHIR, IL PRIMO MINISTRO DEL “GOVERNO DI SALVEZZA NAZIONALE” – IL 42ENNE TECNOCRATE DI PUNTA DEL CLAN DI IDLIB SI FA INTERVISTARE IN ESCLUSIVA DAL “CORRIERE” E CIANCIA COME UN POLITICO NAVIGATO DI “LIBERO MERCATO”, “ONESTA’ CORANICA” E “PROCESSO COSTITUENTE”. MA NON RISPONDE ALLA DOMANDA SE IL NUOVO REGIME E’ DISPOSTO ALLA PACE CON ISRAELE E SE SARÀ OSTILE A IRAN, HEZBOLLAH E RUSSIA...

Andrea Nicastro per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

MUHAMMAD AL BASHIR

C’è una foto a suo modo storica che mostra il passaggio di consegne «morbido» tra vecchio e nuovo regime. È stata scattata lunedì, nell’atrio del palazzo governativo di Damasco. A sinistra è seduto il primo ministro nominato ancora da Assad, al centro c’è il capo dei ribelli Al Jolani e a destra il nuovo premier.

 

Il primo è sbarbato, anziano, con un elegante completo azzurro. Perfetto rappresentante di un regime laico che alle sue élite concedeva i lussi dell’Europa. Il secondo ha barba lunga e una sorta di casacca militare color fango.

 

È l’umiltà del potere disinteressato al denaro, virtù che l’Islam richiede ai governanti. Il terzo ha anche lui la barba del devoto sunnita, non lunga come il capo, ma insomma. Il vestito invece è un impeccabile omaggio alle convenzioni dell’Occidente: completo in grigio ferro su camicia bianca.

[…]

 

al jolani

Ventiquattro ore dopo nello stesso atrio del governatorato, tutto marmi e richiami all’architettura califfale, il primo ministro del Governo di Salvezza nazionale dà al Corriere la sua prima intervista a un media occidentale. Si chiama Muhammad al Bashir, ha 42 anni ed è il tecnocrate di punta del clan di Idlib, quello che per il momento ha vinto la rivoluzione.

 

Nella provincia sotto assedio, zeppa di jihadisti, spie e avventurieri, Al Bashir è riuscito da sindaco a far funzionare i servizi pubblici. Efficienza e mano ferma. Per questo lo stratega del Comitato per la Liberazione del Levante (Hts, in inglese) Al Jolani ha scelto lui e non il coordinatore dell’opposizione che se ne stava tranquillo a Doha.

 

Primo ministro Al Bashir, è cominciata la transizione?

MUHAMMAD AL BASHIR ANDREA NICASTRO

«Stamattina (ieri per chi legge, ndr ) si sono presentati tutti gli ex ministri per cominciare il lavoro. Mancavano soltanto, per ovvie ragioni, quello dell’Interno e della Difesa, ma abbiamo rimediato con i direttori generali. Il clima è stato di collaborazione. Sappiamo di ereditare un’amministrazione elefantiaca tormentata dalla corruzione. In fondo il regime si è divorato da solo, ma nel frattempo la gente viveva male».

 

Che finanze avete trovato?

«Nei forzieri ci sono solo sterline siriane che valgono poco o niente. Con un dollaro americano si comprano 35 mila nostre monete. Non abbiamo valuta estera e per quanto riguarda prestiti e obbligazioni stiamo ancora raccogliendo i dati. Quindi sì, finanziariamente stiamo molto male».

 

STATUA DI HAFIZ AL ASSAD (PADRE DI BASHAR) PRESA A CALCI DAI RIBELLI SIRIANI A DAMASCO

Siete in carica da meno di 24 ore.

«E resteremo solo fino a marzo del 2025. Il debito è enorme, la sfida ciclopica, ma abbiamo l’esperienza di Idlib dove abbiamo avuto successo. Certo una provincia non è il Paese, eppure possiamo migliorare la Siria. Ci vorrà tempo, ma ce la faremo».

 

Il capo del Comitato di Liberazione del Levante, Al Jolani, ha diramato 160 taglie per criminali di guerra del regime del presidente Bashar Assad. Con quali criteri sono stati selezionati?

«Si tratta di responsabili di crimini prima e durante la rivoluzione siriana del 2011. Stiamo parlando di persone che hanno fatto sparire migliaia di cittadini nelle prigioni per decenni. Un numero enorme di siriani sono stati perseguitati e arrestati durante la rivoluzione. In quella lista ci sono i responsabili del bagno di sangue. Si tratta di personaggi ben noti, che hanno torturato e ucciso.

 

BASHAR AL ASSAD ABBRACCIA ALI KHAMENEI

Nella maggior parte dei casi le loro responsabilità sono documentate da istituzioni internazionali e organizzazioni non governative per i diritti umani. Molti sono anche sottoposti a sanzioni dai governi occidentali per grossolane violazioni dei diritti umani e crimini di guerra. Saranno giudicati secondo le leggi siriane correnti».

 

I suoi primi tre obiettivi?

«Il primo è ristabilire la sicurezza e la stabilità in tutte le città della Siria. La gente è esausta di ingiustizia e tirannia. L’autorità dello Stato deve essere ristabilita per permettere alla gente di tornare al lavoro e alla vita normale».

 

(…)

 

Il terzo?

MUHAMMAD AL BASHIR

«È a un livello di pianificazione strategica. I siriani non possono vivere nella precarietà di servizi essenziali come l’elettricità, il pane, l’acqua. Siamo un governo di transizione, ma bisogna cominciare a lavorarci. Quando siamo entrati ad Aleppo, a Hama e a Damasco i siriani vivevano in una doppia oscurità: le tenebre del regime e il buio dei blackout elettrici. È assolutamente inaccettabile».

 

Se lo sta chiedendo il mondo intero: avete una storia di jihadismo alle spalle. Molti di voi hanno militato in Al Qaeda o nello Stato Islamico di Al Bagdadi. Volete costruire un nuovo Stato islamico?

«I comportamenti sbagliati di alcuni gruppi islamisti hanno portato molte persone soprattutto in Occidente ad associare i musulmani al terrorismo e l’Islam all’estremismo. Si è trattato di comportamenti errati e di mancanza di comprensione. Così è stato travisato il significato di Islam, che è “religione della giustizia”. Noi proprio perché islamici garantiremo i diritti di tutte le genti e tutti i popoli della Siria».

 

Sarà «islamica» la nuova Costituzione?

bashar al assad con vladimir putin

«A Dio piacendo, chiariremo tutti questi dettagli durante il processo costituente».

 

E la politica estera?

«Sin dall’inizio delle operazioni militari ci siamo rivolti a Paesi come Iraq, Repubblica popolare cinese e tanti altri per spiegare che la nostra rivoluzione mirava a liberare i siriani da Bashar Assad. E siamo stati compresi. Quindi non abbiamo problemi con nessuno, Stato, partito o setta, che si sia tenuto lontano dal regime di Assad assetato di sangue».

 

Capisco bene se dico che siete disposti alla pace con Israele e invece siete ostili a Iran, Hezbollah e Russia?

Bashir ringrazia e se ne va.

al jolani siria festeggiamenti per la caduta di assad carcere di sednaya - siria siria festeggiamenti per la caduta di assad 3al jolani bacia la terra davanti alla moschea omayyadi al jolani

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…