le iene la truffa dei rifiuti a roma -8

DOPPIA FREGATURA: DOPO L'INCHIESTA DELLE ''IENE'' L'AZIENDA DEI RIFIUTI ROMANI NON PAGA PIÙ GLI STIPENDI! E IL PRESIDENTE SAREBBE INDAGATO - VIDEO: FILIPPO ROMA AVEVA MOSTRATO COME I NETTURBINI FINGONO DI RITIRARE LA SPAZZATURA, FANNO ''BIPPARE'' IL CODICE A BARRE E SGOMMANO VIA COI LORO CAMIONCINI VUOTI - LA RAGGI SAPEVA GIA' TUTTO E CON LE IENE HA FATTO FINTA DI CADERE DAL PERO?

 

VIDEO: LA RAGGI SAPEVA GIA' TUTTO BEN PRIMA DELL'INCHIEST

https://www.iene.mediaset.it/video/rifiuti-roma-grande-monnezza-sindaca-raggi_536931.shtml

 

 

VIDEO - FURBETTI DEI RIFIUTI: ROMA MULTISERVIZI ORA NON PAGA GLI STIPENDI

https://www.iene.mediaset.it/2019/news/furbetti-rifiuti-roma-multiservizi-stipendi_536536.shtml

 

 

 

 

RIFIUTI ROMA, STIPENDIO TAGLIATO DEL 30% AI LAVORATORI DELLA MULTISERVIZI DOPO SERVIZIO DELLE IENE SU PRESUNTA FRODE NELLA RACCOLTA

Vincenzo Bisbiglia per www.ilfattoquotidiano.it

 

Tutti gli oltre 3.000 lavoratori della Roma Multiservizi il 15 ottobre riceveranno lo stipendio decurtato del 30 per cento. È l’effetto, secondo una comunicazione dell’ufficio risorse umane della stessa società partecipata capitolina, del servizio della trasmissione tv Le Iene, secondo cui diversi operatori addetti alla raccolta dei rifiuti presso le utenze commerciali eludono il servizio, segnando il passaggio ma non recuperando quanto lasciato dai negozianti.

 

 Secondo Le Iene, va detto, sarebbe un modus operandi deciso dai dirigenti e non dai singoli operatori. Multiservizi, va ricordato, è una società partecipata al 51% da Ama (a sua volta detenuta al 100% dal Comune di Roma) e al 49% da Manutencoop e La Veneta. Giovedì sera è emerso, intanto, che il presidente Maurizio Raponi è indagato dai pm di Roma per l’ipotesi di truffa e frode nelle pubbliche forniture.

 

“Pagamenti bloccati”, ma gli stipendi erano pronti – A rimetterci saranno i dipendenti della partecipata. Anche chi di raccolta rifiuti non si è mai occupato e lavora in tutt’altre commesse. “I committenti pubblici – si legge nella missiva inviata ai sindacati, con riferimento a Roma Capitale – hanno sospeso immediatamente i pagamenti verso la Roma Multiservizi Spa, alcuni dei quali relativi ad attività risalenti anche allo scorso aprile”.

 

Dunque “in ragione di quanto esposto, la nostra società dovrà procedere al pagamento dei prossimi stipendi, fermo restando la data del 15 ottobre, nel limite del 70% di quanto computato”. Qualcosa però non torna. In Campidoglio confermano che le erogazioni vengono fatte a 60 giorni mentre da fonti interne a Multiservizi spiegano a Ilfattoquotidiano.it che le buste paga erano già state lavorate e le somme in corso di erogazione. L’eventuale ammanco di cassa, dunque, avrebbe dovuto pesare sugli stipendi di novembre (da pagare a dicembre).

 

L’appalto ereditato dalla 29 Giugno – Roma Multiservizi conta circa 3.200 dipendenti, la gran parte dei quali impiegati nell’appalto global service nelle scuole: pulizia delle aule, bidellaggiosfalcio del verde e mense. Per la maggior parte gli stipendi vanno, a seconda delle ore lavorate, da 300 a un massimo di 900-1000 euro al mese. Diversa la situazione relativa all’appalto di raccolta per i rifiuti non domestici, che è un appalto nuovo, di cui prima si occupata la Cooperativa 29 Giugno, fino al 2014 gestita da Salvatore Buzzi, fra i principali protagonisti insieme a Massimo Carminati dell’inchiesta sul Mondo di Mezzo.

 

Proprio i 260 lavoratori della 29 giugno, a fine 2018, sono passati in Roma Multiservizi grazie alla clausola di salvaguardia sociale, e con la società capitolina avevano sottoscritto un contratto diverso, con somme superiori, rispetto ai “colleghi” del global service. Il consigliere comunale e deputato di Leu, Stefano Fassina, se la prende con l’assessore capitolino al Bilancio, Gianni Lemmetti: “Ha deciso di accanirsi contro i lavoratori, la sindaca Virginia Raggi intervenga con urgenza”.

 

La replica di Roma Multiservizi: “Denunciamo Le Iene” – Sul tema Roma Multiservizi non parla. La partecipata ha diramato nella mattinata di giovedì un duro comunicato annunciando di adire alle vie legali contro la troupe di Italia 1 per essere entrata “senza autorizzazione negli uffici della società”. La società, in particolare, precisa che “le riprese si riferiscono, innanzitutto, al secondo giro notturno effettuato dagli operatori nel centro storico di Roma, un turno aggiuntivo richiesto da Ama proprio in tale fascia notturna per potenziare il servizio che già avviene in quelle stesse aree in orario diurno”.

 

Inoltre “il corrispettivo che Roma Multiservizi riceve da Ama non è legato al numero di ‘badgiate’. Il badge serve per tracciare il passaggio presso tutti i punti di ritiro previsti. Da qui anche l’invito agli operatori a registrare sempre il passaggio da parte dei coordinatori del servizio, anche in caso di assenza di rifiuto, così come previsto dai documenti di gara”. Infine, “non corrisponde al vero che gli operatori non raccolgono i rifiuti, i dati ufficiali di raccolta nei 10 mesi di servizio riportano dati importanti e certificati”.

 

Attesa per il Consiglio di Stato sulla gara a doppio oggetto – Roma Multiservizi è una delle società municipalizzate che il Comune sta cercando di riorganizzare. Il dg del Campidoglio, Franco Giampaoletti, da circa 2 anni sta cercando di dare il via a una cosiddetta “gara a doppio oggetto” che permetta alla società di sostituire i suoi soci privati, senza erogare somme “illegittime” agli stessi, così da evitare richiami della Corte dei Conti. 

 

Un appalto complesso fin qui una volta bocciato dall’antitrust e un’altra volta andato deserto. La situazione tiene in apprensione i lavoratori, visto che l’operazione probabilmente non riuscirà a garantire il rispetto dei livelli occupazionali. Proprio in questi giorni è in attesa dal Consiglio di Stato la sentenza che darebbe la possibilità alla stessa Roma Multiservizi di partecipare in Ati con Rekeep Spa.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…